A Berlino migliaia di persone in corteo per rivendicare i diritti della comunità LGBTQI
Sabato scorso a Berlino migliaia di persone si sono radunate per rivendicare i diritti della comunità LGBTQI
Quest’anno Berlino sarà attraversata non solo da uno, ma da ben due Pride. Il primo ha avuto luogo sabato scorso, 26 giugno, e ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Il secondo – l’ormai famosa Christopher Street Parade – si svolgerà invece sabato 24 luglio. Quella LGBTQI è una comunità ampia ed eterogenea, che include al suo interno lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali e altre soggettività queer. Con la manifestazione di sabato scorso si è cercato di «offrire a tuttə la possibilità di mostrarsi uniti nelle proprie differenze». A Berlino non ha avuto luogo un’unica parata, bensì tre cortei differenti. I cortei sono partiti intorno alle 13.00 da tre luoghi della città (Oranienplatz, Hermannplatz e Gethsemanekirche) e sono confluiti, verso le 18.00, ad Alexanderplatz. La maggior parte dei partecipanti indossava mascherine FFP2, questo però non ha reso la manifestazione meno festosa, colorata ed eterogenea. I manifestanti hanno infatti sfilato con bandiere arcobaleno, glitter, brillantini, travestiti o, in alcuni casi, svestiti. Accompagnati da striscioni che recitavano, tra le varie cose, “Queerschutz now” o “Kein Sex mit Nazis”.
Al pride di Berlino anche una componente anarchica
Oltre ai tre cortei confluiti in Alexanderplatz, una seconda manifestazione ha attraversato le strade di Berlino. Il corteo è stato organizzato da ACSD, un gruppo anarchico finalizzato alla celebrazione del pride. Il corteo, guidato dal motto “Destroy out of anger, build out of love”, è partito verso le 14.30 da Friedenstraße/Märchenbrunnen per arrivare, intorno alle 18.00, a Mariannenplatz. Al corteo erano presenti i diversi appartenenti della comunità LGBTQI e anche vari collettivi di sex workers. A differenza dell’anno scorso, in cui un gruppo di persone transfobiche ha attaccato il corteo, quest’anno la manifestazione si è svolta pacificamente. Diversi interventi pubblici hanno poi intervallato la musica e i balli. Tra questi gli organizzatori si sono espressi anche in ricordo di Adil Belakhdim, il lavoratore morto durante un presidio alla Lidl di Biandrate, a Novara.
Un pride “alternativo”
Le manifestazioni di sabato scorso sono state organizzate con l’intento di offrire un’alternativa al pride di fine luglio. «Diciamo addio all’idea che un’istituzione abbia il monopolio sull’organizzazione di una manifestazione come il Christopher Street Day», hanno dichiarato gli organizzatori del pride “alternativo”. L’associazione CSD, che da tempo organizza il pride di luglio, è stata infatti più volte accusata di essere troppo commerciale e apolitica, oltre che criticata per la predominanza maschile al suo interno.
I moti di Stonewall e la tutela dei diritti LGBTQI
Il Christopher Street Day è la giornata in ricordo dei moti di Stonewall, considerati come l’inizio del movimento di liberazione della comunità LGBTQI. È infatti a Stonewall che, nel 1969, un gruppo di persone queer di colore, trans e sex workers ha dato vita ad una rivolta spontanea contro gli attacchi omofobi della polizia. Celebrare ancora oggi questa giornata è fondamentale, anche in una città come Berlino, che sembra essere un’oasi felice per la comunità LGBTQI. Ancora oggi, infatti, i membri della comunità LGBTQI vengono ridicolizzati, discriminati o ostracizzati. Questo è evidente in contesti non distanti da noi, come in Ungheria, dove lo stato ha appena approvato delle leggi omofobe, o in Polonia, dove esistono delle cosiddette “zone senza lgbt”, o ancora qui in Germania dove, in occasione del match tra Germania e Ungheria, la Uefa si è rifiutata di illuminare con i colori arcobaleno lo stadio di Monaco.
Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni
Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter
Immagine di copertina: foto di Chiara Bontacchio