A Berlino il processo al clan dei rapinatori che vestivano da netturbini
Un membro di un famoso clan travestito da netturbino confessa la rapina e va adesso a processo
A febbraio quattro uomini travestiti da netturbini avevano effettuato una rapina nella famosa via dello shopping berlinese Kurfürstendamm. I rapinatori avevano assalito le guardie di un furgone portavalori con pistole e gas irritante e erano fuggiti con il mezzo blindato, facendo un bottino di 648.500 euro. Adesso un membro del famoso clan noto alla polizia ha confessato il crimine. Giovedì 2 settembre è iniziato il processo del presunto colpevole: si tratta del 31enne Muhamed Remmo, di origine araba. La polizia lo aveva già arrestato a marzo, mentre non è riuscita ancora a identificare gli altri sospettati. Il tribunale, l’accusa e la difesa avevano precedentemente concordato che in caso di confessione, sarebbe stata imposta una pena detentiva dai sei anni e mezzo ai sette anni e mezzo.
L’imputato era tossicodipendente
Il 31enne avrebbe deciso di effettuare la rapina a causa di un debito dovuto alla sua tossicodipendenza da cocaina. Normalmente consumava fino a quattro grammi di cocaina al giorno ed era arrivato a un debito di 40.000 euro. Un conoscente, a cui doveva 14.000 euro, gli avrebbe quindi chiesto di partecipare a una rapina che aveva pianificato da tempo. Del milione di euro previsto dal bottino, a lui sarebbero spettati 100.000 euro. Dopo qualche esitazione, avrebbe accettato di prendere parte al crimine. Tre giorni dopo il colpo sferrato, gli sarebbero arrivati 70.000 euro. Con questi avrebbe estinto i suoi debiti e utilizzato la parte restante per procurarsi altri stupefacenti. Come ha poi confessato in seguito alla custodia cautelare, l’imputato aveva in realtà buone intenzioni di ritornare a una vita familiare normale. Tuttavia una discussione con sua moglie l’aveva riportato nel vortice della droga e dell’alcol.
Tracce di coca sul maglione della guardia
L’imputato aveva consumato cocaina la notte prima dell’attacco. Come dichiarato nella sua confessione, durante la rapina si è toccato più volte il naso, che colava spesso a causa della droga precedentemente assunta. Così facendo, ha probabilmente lasciato delle tracce sul maglione di una guardia giurata che aveva spinto sul pavimento. La polizia criminale è stata in grado di identificarlo proprio grazie a queste tracce di DNA. Muhamed era già noto alle forze dell’ordine. Lo scorso anno era stato accusato di omicidio colposo per aver accelerato con la macchina contro un’agente di polizia in concomitanza a un controllo di velocità, a Hermannstraße. Inoltre due settimane prima della rapina, l’imputato era stato condannato a un anno di prigione senza libertà vigilata per corse automobilistiche illegali. tuttavia non c’è ancora traccia del bottino di 648.500 euro. Adesso si attende la sentenza del giudice, che dovrebbe essere pronunciata entro la seconda settimana di settembre.
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Immagine di copertina: Rapina a Kudamm, Screenshot da YouTube