Prepariamoci all’idea di non vedere i nostri genitori per tanto tempo, ancor più se abitiamo lontani
La Germania, come il resto del mondo, comincia a pensare a come gestire il ritorno alla vita pubblica e fa capire che tipo di vita ci aspetta
Ieri Helge Braun, braccio destro di Angela Merkel (è il capo dell’ufficio della Cancelleria) ha dichiarato che dopo questa fase di quarantena, o quasi, un’opzione molto probabile è che si comincino ad autorizzare le uscite solo alle persone in fasce d’età non a rischio.
Non ha citato limiti, ma ha fatto capire che prima di ogni altro parametro, prima anche le patologie pregresse, per uscire sarà presa in considerazione l’età.
È indubbio che per quanto legittimo non si può immaginare di chiudere il Paese per un anno intero in attesa della messa in commercio di un vaccino, anche se c’è la speranza che quello statunitense che ha iniziato da qualche giorno il test sugli umani sia pronto già ad autunno come confermato da Andrea Carfi all’Espresso.
Cosa fare allora? Seguendo le parole di Helge Braun lo scenario che abbiam di fronte, un po’ da film di fantascienza, è la creazione di aree fuori città con solo persone a rischio oppure di persone chiuse in casa lontane da figli e nipoti, con medici solo di una certa età e acquisti lasciati davanti alla porta. La Merkel, 65 anni, dovrebbe governare da casa sua, o quasi. Politici sopra i 60 (per dire) starebbero solo tra di loro, sempre che si vogliano vedere e non comunicare su Skype.
Sono esagerazioni, certo, ma la direzione ad ogni modo è quella, giusta o sbagliata che sia. Prima i giovani, poi gli altri. Al lavoro come altrove. Gli anziani a distanza. Non solo dalle strade, ma da tutto. E così, per chi abita a centinaia di chilometri di distanza dai propri genitori o nonni e non li vede già da Natale, doveva scendere a Pasqua, ma logicamente non si può, ecco che potrebbe passare complessivamente un anno prima di un nuovo abbraccio, sempre che tutto vada bene, che serva a qualcosa o che nel frattempo un altro virus, un altro pericolo, non mini alla salute di chi continuerà ad essere a rischio anche quando noi poco a poco cercheremo di riappropriarci della nostra quotidianità.
Cominciamo ad abituarci all’idea. E se qualcuno, tra noi, odia le videochiamate, beh è tempo di tornare sui propri passi. I volti, a differenza delle voci, non rimangono intatti. E di sguardi d’amore incondizionato abbiamo e avremo sempre bisogno. Anche attraverso una webcam.
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