La mia straordinaria cena (vegetariana) con Pietro, chef a Berlino del progetto Parentesi

Racconto di una cena (e uno chef) fuori dal comune in un appartamento di Kreuzberg assaporando abbinamenti tanto originali quanto perfettamente armonici

di Cinzia Pierantonelli*

Quando ho detto al mio amico Carlo, docente in visita a Berlino assieme ad un gruppo di altri insegnanti, che avremmo trascorso la serata di addio mangiando vegetariano, ho visto un segno di leggero scetticismo attraversare il suo sguardo. Ho allora specificato che si trattava di una serata organizzata da un giovane chef italiano molto creativo da poco trasferitosi nella capitale tedesca dove ha fondato Parentesi, ovvero catering e cene su misura per gruppi di persone alla ricerca di un’esperienza gastronomica e un’atmosfera tanto ricercate quanto universalmente godibili da chiunque. Gli altri del gruppo, astenutisi da commenti immediati, sembravano incuriositi sebbene privi di particolare entusiasmo.Dici vegetariano e pensi: come mi sazierò? Forse, però, perché, essendo noi docenti universitari, tendenzialmente promuoviamo i giovani in cerca del proprio talento, forse perché abbiamo quell’età in cui siamo aperti a tante diverse sperimentazioni, forse anche perché non è poi così male che ci sia una serata organizzata insolitamente alla quale poter prendere parte, insomma per tutti questi motivi a cena non mancava nessuno.

Pietro Chef

La lettura del menù

Quando Pietro ci ha aperto la porta con un sorriso sincero e gentile, una indefinibile sensazione di serenità si stampava sul volto di tutti noi, la musica ambient e jazz amplificava l’atmosfera di relax. Dalla cucina rigorosamente chiusa non traspiravano odori. Però la tavola elegantemente apparecchiata con tanto di menu lì per noi sembrava promettente. Si stappano le prime bottiglie. La curiosità di leggere quel menu per sapere subito cosa si sarebbe mangiato, ben 6 diverse pietanze. Carlo inizia timidamente la lettura tra sé e sé, cercando di nascondere le sue perplessità, lo invitiamo a leggere per tutti. Ravanelli e Cavolfiori in agrodolce. Poi Cetrioli marinati al basilico ed infine Ceci e Zucchine al rafano. Questo è l’antipasto. I nostri sguardi convogliano in un ‘sembra interessante!’.

L’inizio dell’esperienza

Incominciamo ad assaggiare moderando eccessivamente le porzioni ma presto il passaggio dei piatti di portata diventa frenetico: è tutto particolarmente gustoso. Vellutata di barbabietole con porro bruciato, limone e crostini, a scelta tra uovo morbido o legumi arrosto, per l’esattezza lenticchie. La gola è già ben predisposta e qualcosa di caldo non può che giovare al palato. Il chiacchiericcio sommesso si sposta ondivago tra i due capi della tavolata. Ora gli occhi di tutti sono raggianti forse pacificati all’idea di poter continuare ad assaporare alimenti in fondo ben noti ma assemblati in combinazioni inedite. Un vino sostenuto fa da corollario al cibo delicato. Arriva il Risotto ai porcini con zucca arrostita e funghi saltati al timo. Qui la serata diventa estasiante e mi sembra di rivedere la scena del film Como agua para la chocolate ma a lieto fine. Ci sentiamo satolli e non è neppure mancato dell’ottimo pane e olio pugliese. Arriva il dolce: Lamponi, cardamomo, yogurt colato e crumble … un finale tutt’altro che stucchevole! Ormai si sentono solo vibrazioni positive e le note musicali vanno scemando per dare spazio alle nostre esibizioni canore, cantare è un forte segno di benessere. Un tocco di eleganza non guasta.

Un retrogusto che ti fa venire voglia di tornare e tornare e tornare

Che dire? Pietro è un romano doc nato a Trastevere in uno dei quartieri più amati della città eterna e, sebbene giovanissimo, si è già sperimentato come chef in varie città del mondo. Ha lavorato in ristoranti stellati dalla California al Portogallo passando ovviamente per Milano e Parigi, non mancando una propria attività durata cinque anni, Banco, a Roma. Arriva ora nella metropoli più verde, più creativa e più easy che ci sia perché a Berlino sente di assaporare un vero spirito multiculturale. La grande quantità di natura e spazi verdi nonché, naturalmente, la scena artistica e musicale fanno da corollario. Berlino, dopo regolari frequentazioni negli anni e ora in pianta stabile perché: “Per il mio lavoro la cosa fondamentale sicuramente è la grande attenzione all'ambiente. Qui avverto molta curiosità e apertura mentale nei confronti del cibo, un luogo perfetto per nuove sperimentazioni, per creare interazioni tra alimenti e cultura in dimensioni fuori dall’ordinario; molti berlinesi, inoltre, hanno una spiccata consapevolezza ambientale e come chef pongo particolarmente l’accento su delle scelte sane e sostenibili.” Non mancano i presupposti per conquistarla: anche la cucina vegana o vegetariana, qui tanto diffuse e tanto richieste, vogliono quel tocco di eleganza, quel tocco di grazia che questo giovane chef italiano sa dare. ( parentesi ), come dire uno stacco dal quotidiano, sospensione dai ritmi snervanti della metropoli, è il nome che lo chef ha dato alla sua attività di ristorazione e catering, in diverse locations, e organizzazione di eventi itineranti. Info e bookings: parentesi.berlin@gmail.com Vale la pena provare!

Photo: © Fredericke Alma Sauerbrey

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