La diatriba tutta tedesca per il nome di una birra
Una birra chiamata “Colonia” prodotta nel Land dell’Assia è stata bandita nel timore che possa essere confusa con la famosa birra Kölsch.
L’agenzia consumatori della Renania Settentrionale-Vestfalia ha recente proibito il commercio di una birra proveniente da Francoforte chiamata “Colonia”. L’agenzia di Stato per la Protezione della Natura, dell’Ambiente e del Consumatore (LANUV) ha dichiarato che il nome della birra potrebbe trarre in inganno i consumatori, facendo credere di stare comprando la storica birra Kölsch. Persino nelle campagne di marketing sono stati fatti dei paragoni tra questa birra e quella di marchio Kölsch, questo termine possiede il marchio di origine IGP (Indicazione Geografica Protetta) dell’Unione Europea, ciò significa che può essere venduta solamente nei luoghi distanti 50 chilometri dalla città di Colonia. Gli ufficiali della Lanuv hanno proibito completamente la “conservazione, la conservazione per vendita, spedizione, vendita o messa in qualche modo in circolazione” della birra “Colonia”. La Lanuv ha paragonato questa situazione al nostro prosciutto crudo di Parma, il quale può essere venduto solo se viene prodotto nelle vicinanze della città. La distilleria di Francoforte ha espresso il suo sgomento sulla faccenda, essendo che la birra viene prodotta dal 2009, ma non contesterà la sentenza del tribunale, dato che a partire da Gennaio si concentrerà su altri marchi. La Nanuv ha spiegato che ha scoperto questa nuova marca di birra durante un controllo in rete.
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La storia della birra Kölsch
Il nome di questa birra è lo stesso del dialetto parlato nella città di Colonia. La storia della birra di questa città è molto antica e risale al 1603, quando i produttori di birra della città decisero di mantenere come metodo di produzione la fermentazione dall’alto, andando contro le nuove tendenze di produzione di massa che si stavano diffondendo in Germania, venne passata persino passata una legge al riguardo. Il nome Kölsch venne usato per la prima volta nel dopo guerra, questa birra però ottenne successo solamente dopo gli anni 60, con 50 milioni di litri prodotti solamente nel 1960. Nel 1960 vennero prodotti circa 50 milioni di litri e 20 anni dopo si raggiunsero i 370 milioni, negli ultimi 10 anni sono stati prodotti 240 milioni di litri. Al giorno d’oggi esistono ancora 12 distillerie che producono questo tipo di birra situate a Früh, Gaffel, Reissdorf e Kölner Verband.
L’importanza della birra in Germania
Come sappiamo la Germania è considerata in tutto il mondo, ma soprattutto dai tedeschi, la patria della birra. Il paese è, infatti, il maggior produttore europeo, con un volume pari a oltre 95 milioni di ettolitri annui. Oltretutto, il metodo di produzione tedesco ha influenzato, e ancora oggi influenza, la produzione di birra a livello globale. Parlando dell’importanza storica della bitta tedesca va senza dubbio menzionato il celebre Reinheitsgebot, il cosiddetto “Editto della purezza”, emanato nel 1516 dal duca Guglielmo IV. Esso cambiò per sempre il mondo della birra. Promulgato in realtà per riservare l’uso di frumento e segale a favore dei panificatori, e non tanto per tutelare (almeno in una prima fase) la qualità della birra, la norma ne vincolava la produzione all’impiego tassativo ed esclusivo di orzo, luppolo e acqua. Non era menzionato il lievito, dato che nel XVI secolo non era ancora noto. Pensando alla birra tedesca e alla sua importanza al giorno d’oggi non può assolutamente sfuggire di mente l‘Oktoberfest, la tradizionale festa che si svolge in Baviera solitamente tra Agosto e Settembre.
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Foto: © Beer – CC0 – Pixabay