«Io, medico catanese: così mi sono specializzato in Germania. Colleghi, trasferitevi solo se convinti »
L’importanza del sostegno della famiglia e dello studio del tedesco, la determinazione e la facilità con cui ci si può candidare per un posto di lavoro: l’oftalmologo Fabrizio Sperlinga ci racconta il suo percorso in Germania
Monaco, Kempten, Norimberga e poi Berlino. Il tutto con un percorso tanto ricco di studio e studi quanto emblema di come alcuni decisioni non siano mai facili. Fabrizio Sperlinga, classe 1985, cresciuto a Gravina di Catania, da gennaio 2021 lavora come oculista in una clinica di Potsdam, la capitale del Brandeburgo, ma vive a Berlino facendo avanti e indietro ogni giorno. «È solo mezz’ora in auto da Charlottenburg». Il suo primo trasferimento in Germania risale all’estate 2012, pochi giorni dopo aver conseguito la laurea in medicina a Catania. Qui ha svolto la sua specializzazione in oftalmologia dopo una prima esperienza in neurochirurgia mentre, parallelamente imparava la lingua. «Dalle 7 alle 15 in ospedale, senza capire quasi nulla, perché purtroppo anche se tutti i colleghi parlavano inglese lo facevano raramente, dalle 15 alle 18 corso intensivo di tedesco e la sera ancora a studiare la lingua. Dopo 10 mesi però avevo già il B2, anche se sarebbe una bugia dire che a quei tempi non avevo più problemi di comprensione».
Perché lasciare l’Italia per la Germania
Ai tempi della laurea volevo diventare neurochirurgo. Entrare a Catania sarebbe stato relativamente semplice, ai tempi non c’era nemmeno il concorso nazionale e in pochissimi volevano fare neurochirurgia, i posti erano sufficienti, ma ero convinto che avrei imparato molta teoria e poco a operare. E così il mio relatore mi consigliò di andare all’estero, o Germania o Inghilterra. Scelsi la Germania perché sapevo già parlare l’inglese e volevo imparare ancora una lingua. Esattamente una settimana dopo essermi laureato ero già a Monaco per iniziare ad imparare la lingua. Se devo raccontarla tutta il mio sogno da bambino era un altro, fare l’astronauta. Dopo essermi diplomato al liceo scientifico Ettore Maiorana di San Giovanni La Punta feci un anno di ingegneria aerospaziale a Pisa e un anno di ingegneria informatica a Catania. Avevo da sempre una bella passione per matematica e fisica. Studiandolo però si è rivelato un mondo troppo astratto. La scelta così è ricaduta in maniera del tutto naturale su medicina, che era anche un pensiero fisso da sempre.
L’arrivo a Monaco e come con un titolo di studio italiano si può lavorare come medico in Germania
Per poter lavorare come medico in Germania serve la convalida dell’abilitazione alla professione medica italiana, che oltre all’abilitazione stessa – per la quale servono alcuni mesi di tirocinio e ancora un esame dopo la laurea, il mio fu a marzo 2013 – e tutta una serie infinita di documenti ha ora come requisito un certificato di tedesco di livello C1. Ai miei tempi però bastava il B2. Io mi sono laureato in medicina il 24 luglio 2012 ed esattamente una settimana dopo, il primo agosto, ero già a Monaco per iniziare il primo corso intensivo di tedesco partendo da zero. La scelta è ricaduta sulla città bavarese per vari motivi: c’era un ottimo centro di neurochirurgia in cui volevo fare un tirocinio, era vicina all’Italia, multiculturale, mai quanto Berlino però, e anche molto bella. Durante i due mesi, agosto e settembre, di corsi intensivo di tedesco ho iniziato un tirocinio in un reparto di neurochirurgia. Mi presero anche se non parlavo la lingua. Devo ammettere che é stata davvero dura, anche perché i colleghi non erano molto propensi a parlare inglese, sebbene lo conoscessero tutti. A fine settembre sono tornato a Catania per i tirocini ad ottobre e l’esame di abilitazione. In quei mesi in Italia ho continuato a studiare tedesco prendendo lezioni da un insegnante privato e studiando a memoria tutti i verbi irregolari tedeschi dal dizionario!
L’importanza del sostegno della famiglia
Il trasferimento definitivo in Germania, nuovamente a Monaco, é stato ad aprile 2013. Ripresi il tedesco facendo tre mesi di corsi intensivo di 3 ore al giorno 5 volte a settimana e nuovamente un tirocinio nello stesso reparto di neurochirurgia dell’agosto precedente. A giugno 2013 ho sostenuto e superato l’esame di B2. A settembre finalmente é arrivata la convalida dell’abilitazione alla professione medica in Germania, Nel 2014 ho iniziato la specializzazione in neurochirurgia a Monaco. Per tutto il periodo prima della specializzazione sono stato sostenuto esclusivamente dalla mia famiglia, che ha dovuto sostenere spese non indifferenti per mantenermi, ma allo stesso tempo volevano che mi concentrassi solo sull’imparare la lingua. Gliene sarò sempre grato. Lasciarli non è stato facile così come smettere con la scherma. Mio padre ha una palestra e io ho iniziato a 4 anni. Da ragazzino mi allenavo 5 ore al giorno, nel 1996 e nel 1997 ho vinto due campionati italiani conquistando diversi podi ai campionati nazionali, l’ultimo nel 2004. Ho anche il diploma di maestro, ma quando ho dovuto decidere tra carriera sportiva o medicina, ho scelto medicina. Ad ogni modo sono più che felice della mia scelta
Il passaggio a oftalmologia: una nuova specializzazione
Il sogno all’inizio era di diventare neurochirurgo, ma col tempo mi sono reso conto che quel tipo di vita non faceva per me. Oftalmologia era da sempre la seconda opzione e adesso é diventata parte integrante della mia vita. A dicembre 2014 mi decido: interrompo la specializzazione e scendo qualche mese in Italia a riordinare le idee. Tornare in Italia dopo tutti questi sacrifici o restare in Germania? Oftalmologia o un’altra branca? Riprendo in mano il libro di oculistica e a marzo torno per un breve periodo a Monaco per iniziare a mandare curriculum e candidature per un posto da specializzando in oculistica. Vengo preso a Kempten, 130 km ad est di Monaco. Inizio a luglio 2015. Ci resto 2 anni e mezzo, poi mi sposto all’ospedale Klinikum Nürnberg, a Norimberga quindi. Finisco la specializzazione a giugno 2020, l’esame a settembre e così completo il percorso. A dicembre 2020 lascio Norimberga sia perché non mi vedevo a lungo termine come medico ospedaliero sia perché la mia fidanzata é nata a Potsdam, appena fuori Berlino, e volevamo avvicinarci alla sua famiglia.
L’arrivo e il lavoro a Berlino
La clinica in cui lavoro ora a Potsdam è una grossa Augenpraxis gestita dal Dr. Rasch che copre anche un vasto spettro operativo: chirurgia della cataratta refrattiva, glaucoma, iniezioni intravitreali, chirurgia della palpebre. È molto interessante. Sembra difficile da credere, ma ho trovato lavoro qui mandando una semplice candidatura.
Qualche consiglio se si vuole venire dall’Italia a fare il medico in Germania
Già prima di partire è bene iniziare a studiare la lingua. Va bene anche solo le basi di grammatica. I tedeschi apprezzano molto se uno straniero parla in maniera corretta e la cosa è ancora più fondamentale per comunicare a dovere con i propri pazienti. Credo però che il consiglio principale sia quello di capire se vivere in Germania é quello che si vuole davvero, a prescindere dalla professione scelta. Scegliere di trasferirsi all’estero é difficile, decidere di restare lo é ancora di più. Se non lo si vuole c’è il rischio di tornare a casa a leccarsi le ferite. Bisogna valutare bene se è davvero ciò che si vuole. Se le ragioni non sono abbastanza forti, prima o poi la motivazione crolla.
Approcci nello studio della medicina, pazienti, stipendi e carichi di lavoro: un confronto tra Italia e Germania
Per quella che è la mia esperienza, in Italia si predilige un approccio più teorico alla medicina rispetto alla Germania, che segue molto più il “learning by doing”. Entrambi gli approcci hanno i loro vantaggi e svantaggi, io personalmente sono per una via di mezzo. È diverso anche il paziente. In Italia spesso si va dal medico specialista solo quando non se ne può fare a meno, perché purtroppo si é costretti a risparmiare anche a costo della proprio salute. In Germania questo succede più raramente, perché il sistema assicurativo elimina alla base il problema. Questo permette spesso diagnosi più precoci e terapie più tempestive. È un sistema però anche con aspetti negativi. Sono legati soprattutto alle differenze tra assicurazioni pubbliche e private, con la conseguenza che spesso gli studi medici hanno grosse difficoltà a fare quadrare i bilanci e talora danno la precedenza a pazienti privati o offrono prestazioni extra non necessarie. Però é giusto sottolineare che tutti i pazienti ricevono, almeno nel campo dell’oftalmologia, lo stesso tipo di trattamento dal punto di vista qualitativo. Discorso stipendi: per i medici specializzandi, e anche dopo, esistono tariffe fisse, uno specializzando al primo anno guadagna circa 2700€ netti in base alla Steuerklasse, mentre in Italia tra i 1700€ e i 1800€ netti. Se parliamo del carico di lavoro di un medico, per quanto sia difficile un confronto, si può dire che qui sembra di più, ma anche meglio strutturato. Se ci concentriamo sulla situazione attuale invece, fortunatamente il COVID non ha influito, ho continuato a lavorare come sempre, per quanto con numeri più ridotti e concentrati principalmente sui casi urgenti, ma né io né alcun collega è stato colpito direttamente. Per ora mi levo soddisfazioni di altro tipo. Qualche settimana fa ho mandato una paziente allo Charité per un sospetto di fistola carotido-cavernosa ed é tornata da me fresca di operazione e con il referto che confermava il mio sospetto. É una diagnosi non proprio facilissima da fare.
Berlino e il pensiero di tornare in Italia
La città è fantastica, pur con tutte le limitazioni attuali legate al COVID, e il programma é quello di restare a lungo qui. Durante i primi anni in Germania l’idea/speranza di tornare in Italia era forte, con il passare del tempo però si é allontanata sempre di più e adesso credo sia un’opzione poco realistica. Amo l’Italia e mi sento italiano al 100%, ma allo stesso tempo adesso ho la mia vita qui, ho una fidanzata tedesca e non riesco ad immaginarmi nuovamente in Italia in pianta stabile. Però di tanto in tanto una visita alla famiglia e agli amici è d’obbligo.
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