Virologa tedesca: “Con il relax delle misure il governo ha dato un segnale sbagliato al Paese”
La virologa Melanie Brinkmann del Centro Helmholtz non è d’accordo con le decisioni del Governo
Con l’allentamento delle misure restrittive, il Governo, a detta della virologa, ha inviato il segnato sbagliato. Dai parchi alle strade, tutto dà l’impressione che l’epidemia, o per meglio dire, il peggio sia passato. I negozi più piccoli hanno riaperto all’inizio della settimana. Le istituzioni scolastiche hanno optato per una riapertura più graduale, da maggio. Christian Drosten, altro virologo tedesco sin da subito in prima linea per l’epidemia, ha avvertito di una seconda ondata di infezioni che potrebbero colpire la Germania con una forza persino maggiore della prima. La virologa Melanie Brinkmann, che opera al Centro Helmholtz per la ricerca sulle infezioni a Braunschweig, concorda con questa valutazione. Nell’intervista alla testata tedesca, spiega perché l’allentamento è un segnale sbagliato per la popolazione e cosa serve affinché si possa davvero tornare alla normalità.
L’intervista alla virologa Brinkmann
A seguito dell’intervista la posizione della virologa circa l’allentamento delle misure di sicurezza risulta molto chiara. Non è d’accordo. Considera questa decisione prematura. E’ molto probabile che illuda la Germania. L’epidemia è ancora in atto e lo sarà per ancora molti mesi. Infatti, sulla cancellazione dell’Oktoberfest, la virologa, parlando anche con qualche amico, si è resa conto di quanto fosse ancora poco chiara la pericolosità del virus. Alcuni amici lamentavano la cancellazione, dal momento che ci vorranno ancora molti mesi. I commenti di questi ultimi hanno portato la Brinkmann a capire che ancora buona parte della popolazione non ha ben presente quanto questo virus si sia diffuso. La virologa parla ancora di una prima fase in Germania. Allentare le misure di sicurezza, significherà maggior contatto. Questo porterà ad un ritorno prematuro della seconda ondata del virus. Con maggiore diffusione, ovviamente. Alla domanda diretta del giornalista, circa le tempistiche del ritorno ad una vita quotidiana normale, la risposta è chiara. E’ necessario ancora molto tempo. Una seconda ondata non lascerebbe margini di manovra al governo, rimarrebbero da usare solo misure di sicurezza drastiche. E ancora, la virologa afferma, che proprio da un punto di vista professionale, non ci sono le basi per allentare il blocco in questo tempo, dal momento che non esistono ancora strumenti per contrastare il Covid-19. La Germania, a differenza di altri Paesi, ha avuto la prontezza di individuare da subito gli infetti e isolarli, questo spiega anche il tasso di mortalità così basso e la curva di contagi in calo. Il tracciamento dei dati risulta indispensabile durante l’epidemia. Isolare i contagiati è al momento l’unica arma contro questo virus, di cui si sa ancora troppo poco.
Il bollettino dei casi di Coronavirus in Germania
Secondo Angela Merkel: “Gli indicatori mostrano una rallentata velocità infettiva: attualmente abbiamo ogni giorno più guariti che nuovi malati. Si tratta di un successo intermedio. Ma proprio perché le cifre scatenano speranze, mi vedo impegnata a dire: questo successo temporaneo è fragile. Ci muoviamo su ghiaccio sottile. Si può anche dire: su ghiaccio sottilissimo”. Ha ragione: in Germania dal 6 aprile, in maniera quasi costante, calano ogni giorno i casi attivi ufficiali. Nella giornata di ieri se ne registravano 44254 (il 6 aprile erano 72865). Dall’ altra parte, ieri, per il quarto giorno consecutivo è aumentato il numero di casi attivi, 2481, la cifra più alta dal 12 aprile. Anche il numero di decessi giornalieri ha subito un nuovo boom, ben 260, quinto dato più alto dall’ inizio pandemia. I dati sono della Johns Hopkins University.
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Immagine di copertina: Pixabay