Germania, 37323 contagi, 206 decessi. Aumento senza picchi. Il bollettino Land per Land e a Berlino nello specifico

Continua il diffondersi del contagio da Coronavirus in Germania: la curva dei contagi è sempre più piatta, ma l’aumento è costante

Sono 4332 i nuovi casi ufficiali di Coronavirus. Il dato si riferisce alle 24 ore lunedì a martedì ed è raccolto dalla Johns Hopkins University (sotto trovate le ragioni per cui li preferiamo a quelli della Robert Koch Institut). Ben 47 i decessi, in costante aumento da quattro giorni (mai ce ne erano stati così tanti in sole 24 ore). Nonostante tutto, concentrandosi solo sui contagi (37323 in totale), si può vedere che la curva dei contagi stia crescendo da giorni senza particolari. È una magra consolazione.

Il bollettino Land per Land

È ancora il NordReno-Vestfalia la regione più colpita sia per numero di contagi che di decessi (9764 e 66). Per fortuna sono molte anche le persone guarite (755). Seguono Baviera (7289 e 41), il Baden-Württemberg (7252 e 56), la Bassa Sassonia (2313 e 8), l’Assia (1909 e 6) e Berlino (1645 e 4). Rimane forte quindi la differenza tra i Land dell’ex Ovest e quelli dell’ex Est. I secondi (Brandenburgo, Turingia, Sassonia-Anhalt, Meclemburgo-Pomerania anteriore) sono quasi tutti, tranne la Sassonia e in parte Berlino, in basso nella classifica.

I casi a Berlino

A Berlino i casi totali sono 1645, quattro i decessi (ieri l’ultimo). Mitte è il quartiere più colpito con 254 casi, seguito da Friedrichchshain-Kreuzberg e Chalottenburg-Wilmersdorf. Nonostante la situazione negli ospedali della capitale non sia facile, si lamenta l’assenza di materiale sanitario protettivo e personale qualificato, il sindaco Müller ha annunciato ieri che la città è a disposizione per ospitare gravi pazienti dall’Italia, sulla scia di quanto già in atto in Sassonia e promesso da NordReno-Vestfalia e Baviera.

Un occhio ai dati: Johns Hopkins vs Robert Koch Institut

I dati che prendiamo sono presi dalla Johns Hopkins University, la prestigiosa università statunitense che – a differenza del Robert Koch Institut – aggiorna i suoi dati attraverso diverse fonti, comunque tutte attendibili, come le autorità sanitarie di ogni regione, la pagina dell’OMS e le segnalazioni di medici e statistici (trovate una spiegazione della discrepanza tra RKI e JH anche qui). A rendere meno attendibili al momento i dati del Robert Koch c’è anche il fatto che c’è stato il weekend di mezzo, giorni in cui la raccolta non avviene in maniera puntuale. Da domani dovrebbe essere diverso (ma non ci sarà mai coincidenza con quelli della Johns Hopkins che sono sempre e solo in tempo reale).

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Photo Cover – Pixabay CC0