Berlino, artisti riempiono i balconi delle proprie opere. “La creatività non si ferma”

Die Balkone, la splendida iniziativa a Berlino per non fermare l’arte

Trasformare il proprio balcone in una galleria d’arte: È l’iniziativa dal nome Die Balkone con cui, da alcuni giorni, artisti berlinesi espongono sculture e dipinti o realizzano vere e proprie performance, direttamente dai terrazzi delle loro case. Ad idearla sono Övül Durmusoglu e Joanna Warsza che, con una open call un paio di settimane fa, sono riusciti a far aderire più di cinquanta di artisti della capitale. Inizialmente l’iniziativa doveva durare solo 48 ore, ma ancora oggi alcune opere sono ancora esposte e visibili ai passanti.

Die Balkone, come è stata organizzata l’iniziativa

Övül Durmusoglu e Joanna Warsza hanno lavorato su due linee parallele: da una parte hanno contattato con messaggi privati e una comunicazione ad hoc artisti che già conoscevano, dall’altra hanno attirato il pubblico creando una mappa online da usare per scoprire le varie opere esposte o seguire una delle performance, un  percorso volto e strutturato per il favorire della fruizione e a evitare assembramenti. Come ci spiega Joanna Warsza, che oltre ad aver inventato Die Balkone è CuratorLab all’ Università Konstafack: «In questo periodo i balconi hanno guadagnato un valore simbolico sul piano della libertà e della resistenza. È il momento in cui siamo tutti qui da soli, nei nostri spazi di quarantena, a cercare di capire cosa fare, in un momento in cui le istituzioni sono chiuse e mostre e eventi sono rimandati per un arco di tempo indefinito. È quindi necessario cercare di trovare un modo per comunicare il potere curativo dell’arte per una società e far sentire la nostra comunità ancora una volta unita mentre cerchiamo di seguire le misure previste per la sicurezza sociale. E abbiamo in questo bisogno di iniziare dal nostro spazio privato, dove noi tutti abitiamo. Il nostro invito a inviare segnali vitali  fra di noi attraverso i balconi e le finestre  ha avuto una veramente sentita risonanza tra gli artisti, gli scrittori e gli architetti del vicinato.  Ed è tutto accaduto in due settimane». Il risultato sono state decine di persone hanno passeggiato per Berlino “cercando l’arte” con il naso all’insù.

 

Un progetto “sovversivo” 

Continua Joanna Warsza: «Volevamo anche ribaltare molti standard dei modi di esibirsi. L’iniziativa ha offuscato o invertito molti standard usuali per la realizzazione di mostre e solite strutture di potere. Ad esempio, la geografia di un distretto è stato l’elemento decisivo per la scelta degli artisti e non il numero di successi raggiunti e la loro visibilità. Ciò che abbiamo in comune è che tutti viviamo e lavoriamo a Prenzlauer Berg, che faceva parte di Berlino Est, in seguito era una parte anarchica e squadrata della città, con molti artisti che si reinsediano qui dopo la caduta del muro e oggi attraversano un processo di gentrificazione pesante. Alcune installazioni hanno affrontato anche questi processi». Spiega lo scultore Raul Walch, «Arte e artisti troveranno sempre nuovi modi di incontrare il pubblico». Di fatti, i balconi sono divenuti palcoscenici o vetrine di esposizione e i passanti veri e propri spettatori. Questo evento poi, svela anche il potere creativo e comunicativo del digitale che al servizio si questi slanci propriamente umani, divengono una convergenza di potere tale da trasformare situazioni di isolamento e rassegnazione in momenti di incontro, espressione e connessione».

Il digitale : un limite o un vantaggio per l’arte contemporanea?

Certamente entrambi. Quante conferenze Zoom puoi avere in una giornata? E quante email puoi inviare? L’intera crisi che stiamo attraversando ci fa apprezzare la bellezza di un incontro fisico in una stanza. Die Balkone ha portato indietro questa energia, mentre sostenendo la comunità, è riuscita a creare anche nuove relazioni. Ha dimostrato che l’arte permette di re-contestualizzare le situazioni, di vedere le cose diversamente, di sopravvivere e fiorire. Come curatori, noi lavoriamo per questi momenti, li cerchiamo, e non capitano tutti i giorni. La cosa speciale riguardo al progetto è un sano equilibrio tra il digitale e l’analogico. Il Digitale ci ha permesso di divenire comunità nonostante lo stato di isolamento nel quale ci troviamo, e ci ha permesso di sentirci tutti accomunati dalla stessa condizione, che eravamo sulla stessa barca. In tempi di quarantena ci viene chiesto di impegnarci negli spazi digitali senza pregiudizi o voglia di criticare ma con stima degli effetti ( ovviamente, senza scopo di lucro delle tecnologie volte all’informazione).

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Photo Courtesy: © Joanna Warsza