The Boy Who Harnessed the Wind, è uno dei più emozionanti film della Berlinale

Alla Berlinale il film di Chiwetel Ejiofor si rivela essere uno dei più commoventi di questa edizione

“Il ragazzo che catturò il vento”, è questo il titolo tradotto in italiano del nuovo film scritto e diretto dall’attore premio Oscar Chiwetel Ejiofor. La pellicola, proiettata durante la quinta giornata della Berlinale, è tratta da una storia vera, quella dell’ingegnere malawiano William Kamkwamba. L’uomo è divenuto famoso perché a 15 anni riuscì a costruire un mulino a vento capace di generare energia elettrica con del materiale di scarto. Il film è prodotto da Netflix e sarà disponibile sulla piattaforma streaming dal 1 marzo.

 

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The Boy Who Harnessed the Wind: la trama

Malawi, 2001. Il protagonista è William (Maxwell Simba), un ragazzino di tredici anni dalla spiccata intelligenza che riesce a costruire e a sistemare qualsiasi aggeggio elettronico in un batter d’occhio. Pur provenendo da una famiglia povera, i genitori del ragazzo, Trywell (Chiwetel Ejiofor) e Agnes (Aïssa Maïga), nonostante i costi della retta, fanno in modo che William possa frequentare la scuola e avere così un futuro migliore. Tutto cambia però quando una forte siccità colpisce il suo villaggio e le finanze della famiglia cominciano a vacillare. Non c’è altra scelta, William deve abbandonare l’istruzione e aiutare la sua famiglia nei campi. Il ragazzino però deciderà ben presto di abbandonare gli attrezzi agricoli per inventare un meccanismo innovativo: un mulino a vento capace di generare energia elettrica.

La storia di un trionfo

Pur essendo il primo lungometraggio dell’attore Chiwetel Ejiofor il film si rivela essere un vero e proprio successo. La trasposizione cinematografica del libro autobiografico di William Kamkwamba non è solo la storia di un ragazzo che ha cambiato le sorti del suo villaggio, ma un viaggio viscerale nel Sud Est dell’Africa. Sullo schermo compaiono la deforestazione, la siccità e le danze tribali il tutto è enfatizzato maggiormente da una fotografia ipnotica e trascinante. Degni di nota sono anche i dialoghi e l’uso della lingua, un continuo switch tra la lingua inglese, utilizzata dai personaggi in contesti formali, quali uffici e scuola e quella chewa, utilizzata in contesti più intimi e formali quali la sfera familiare e amicale.

Quella di William Kamkwamba non è solo la storia di un trionfo, ma è la storia di un ragazzino che ha sfidato l’intero villaggio perseguendo un’idea. Kamkwamba ci insegna che se crediamo fortemente in noi stessi e nelle nostre capacità siamo capaci di fare qualsiasi cosa e, come nel suo caso, cambiare addirittura la vita di chi ci sta intorno.

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