La storia del nipote di Hitler che combatté, con gli USA, contro il nazismo
William Patrick Hitler, il «nipote ripugnante» che provò a mettere sotto scacco lo zio Adolf
William Patrick Hitler, figlio del fratellastro di Adolf, è stata una delle presenze più scomode nella vita privata (già parecchio travagliata) del Fuhrer. Il giovane “Willy”, arrivato in Germania con l’intento di approfittare del crescente potere di Hitler, si è lentamente fatto largo nella vita mondana berlinese grazie alle conoscenze famigliari, diventando un ospite ricercato. Tuttavia, le crescenti richieste del nipote causarono in pochi anni il tracollo della relazione con lo zio. Tra ricatti, tentativi di arrampicate sociali e minacce, William Patrick si trasformò da parente a nemico politico giurato del Fuhrer, tanto che questi definì il nipote col termine di “ripugnante”. Combatté il potere del dittatore cercando di danneggiarne la reputazione. In seguito decise anche di arruolarsi per opporsi sul campo alle truppe naziste. Rifiutato dall’esercito inglese, riuscì nel 1944 ad arruolarsi con la marina militare Usa, nel reparto della Sanità, combattendo nell’Oceano Pacifico contro i giapponesi.
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Chi è William Patrick, e come nasce il conflitto Hitler vs Hitler
William Patrick Hitler nasce a Liverpool il 12 marzo 1911. In Inghilterra vive i primi anni della sua vita, fino agli inizi degli anni ’30, quando decide di trasferirsi a Berlino. Il suo intento è quello di sfruttare potere e notorietà dello zio per ottenere un lavoro prestigioso e ben remunerato. Inizialmente ottiene un posto da impiegato nella Reichskreditbank, e in seguito nell’industria automobilistica Opel. Il giovane Hitler è però pretenzioso e chiede incarichi ancor più altolocati, ma lo zio Adolf non è disposto a rischiare di essere accusato di favoreggiamento verso i suoi familiari. Come riporta il “The Independent”, William Patrick minaccia lo zio di rivelare alla stampa le reali origini ebree della famiglia Hitler. Dopo aver rifiutato la nazionalità tedesca, William Patrick è alla fine costretto a lasciare la Germania. Tornato in patria natia, nel 1939 William Hitler scrive un articolo per la rivista Look dal titolo “Perché odio mio zio”. Il suo intento era di dimostrare la sua avversione al Nazismo e denunciare l’instabilità mentale del dittatore. Prova anche ad arruolarsi nell’esercito inglese, ma, scartato, decide di trasferirsi negli USA. Inizialmente anche dall’esercito d’oltreoceano riceve un rifiuto. Nel 1941, anno in cui gli USA entrano in guerra con gli Alleati, William Patrick scrive una lettera a Franklin D. Roosvelt chiedendo l’autorizzazione per unirsi alle forze armate. Il 6 marzo del ’44, William Hitler si unisce alla Marina Militare Statunitense, con un ruolo simile a quello di ufficiale medico. Terminato il conflitto bellico, il nipote del Fuhrer si rifugia nell’anonimato più assoluto. Si insedia a Long Island con la moglie Phyllis e i figli. Nel 1946 la famiglia decide di sbarazzarsi anche di quel cognome, cambiandolo dapprima in Hiller e poi nel definitivo Stuart-Houston. «Willy» Hitler muore il 14 luglio 1987 a Patchogue.
Gli ultimi degli Hitler
Nel libro The lasts of Hitler, pubblicato nel 2001, David Gardner, giornalista statunitense, scrive di aver rintracciato i parenti di Hitler nell’area metropolitana di New York. Si riferisce esattamente ai figli di William Patrick Hitler (poi Stuart-Houston). Nel 2018 uno di loro, Alexander, sceglie di uscire allo scoperto dopo svariati tentativi d’intervista da parte di numerosi giornalisti, rispondendo alle domande dei reporter del Bild. Nell’intervista, rilasciata sull’uscio di casa, smentisce la notizia riportata da Gardner, secondo cui lui e i suoi fratelli avrebbero comunemente scelto di non fare figli per non tramandare il corredo genetico della propria famiglia. Interrogato anche su temi di politica attuale, afferma di apprezzare la cancelliera tedesca Angela Merkel. Continua con «Direi che l’ultima persona che ammiro è Donald Trump».
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Immagine di copertina: Screenshot da YouTube