Karl-Marx-Allee, la storia e cosa vedere sul celebre viale di Berlino Est
Il viale dedicato a Karl Marx, un esempio di architettura sovietica a Berlino
Percorrere il viale Karl-Marx-Allee di Berlino non è un’esperienza così diversa dal passeggiare lungo la via Tverskaya a Mosca o il viale Khreshchatyk a Kiev. L’imponenza e lo stile architettonico ascrivibile al “classicismo socialista” accomunano infatti questi tre esempi di “viali staliniani”, ideati per ospitare le maestose parate militari sovietiche. Lungo 2.5 km, Karl-Marx-Allee collega i quartieri berlinesi di Mitte e Friedrichshain e rappresenta una delle arterie principali della capitale tedesca.
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Da Stalinallee a Karl-Marx-Allee
Denominato originariamente Große Frankfurter Straße, il viale venne percorso il 20 aprile 1945 dall’Armata Rossa per penetrare nel cuore del Terzo Reich. Nel dopoguerra, fu scelto per rappresentare la “strada modello” della Berlino socialista e subì numerose modifiche, alle quali parteciparono i migliori architetti della Germania dell’est (Hartmann, Henselmann, Hopp, Leucht, Paulick e Souradny). In occasione del 70º compleanno di Stalin, il 21 dicembre 1949, venne ribattezzato Stalinallee. Il nome attuale, invece, risale al 13 novembre 1961. Dopo la riunificazione, gli edifici del viale vennero venduti a diversi investitori e ristrutturati.
Cinque luoghi simbolo di Karl-Marx-Allee
Partendo da Frankfurter Tor e muovendosi in direzione Alexanderplatz è possibile percorrere tutto il viale a piedi in poco più di mezz’ora. Vi sembrerà di fare un viaggio indietro nel tempo, all’epoca della DDR. Non dimenticate di osservare alcuni dei luoghi simbolo del passato sovietico di Berlino, ce ne sono almeno cinque da non perdere.
1. Cinema Kosmos
Situato al numero 131, c’è il cinema Kosmos. Realizzato nel 1962, costituiva il cinema più capiente della Repubblica Democratica Tedesca, con 1.001 posti a sedere. Vi venivano proiettate le anteprime dei film prodotti negli studi cinematografici della DDR. Oggi ha perso la funzione originaria di cinema, ma viene ancora utilizzato come sede per congressi e manifestazioni.
2. Karl Marx Buchhandlung
Libreria dedicata a Karl Marx, si trova al numero 78. Con i suoi milleduecento metri quadrati distribuiti su due piani, rappresentava un luogo d’incontro fondamentale per gli intellettuali di Berlino est. Dopo la caduta del muro è fallita, nonostante svariati tentativi di riapertura legati anche al successo del film Premio Oscar Le vite degli altri, la cui scena finale si svolge proprio negli spazi interni della libreria. Oggi la sua sede costituisce uno spazio per il co-working, anche se è rimasta intatta la storica insegna al neon, protetta in quanto bene storico.
3. Café Sybille
Al numero 72 del viale si può fare una pausa al Café Sybille. Fondato nel 1953, si chiamava in origine Milchtrinkhalle. Si tratta di un bar e ristorante aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00. Al suo interno è allestito un piccolo percorso espositivo sulla storia della Karl-Marx-Allee, con foto d’epoca e pannelli esplicativi (soprattutto in tedesco). Tra i vari oggetti in mostra, si trovano anche un orecchio e i baffi appartenenti a una vecchia statua bronzea di Stalin abbattuta nel 1961, quando il viale cambiò la sua denominazione.
4. Kino International
Un altro luogo fondamentale della cinematografia berlinese si trova al numero civico 33. Costruito nel 1963, il Kino International era, insieme al cinema Kosmos, la sala di riferimento per le proiezioni ufficiali dei film prodotti dalla Germania dell’Est. L’ottava fila della sala, che conta un totale di 600 posti, era riservata ai funzionari di Stato e di partito ed è tutt’ora la più spaziosa e confortevole. Il Kino International rappresenta uno dei cinema più prestigiosi della capitale e ospita ogni anno la Berlinale.
5. Café Moskau
Al numero 34 di Karl-Marx-Allee si incontra il Café Moskau. All’epoca della DDR era un rinomato ristorante, oggi è uno spazio che ospita eventi legati al mondo della moda e dell’arte. Al suo ingresso sono ancora visibili un mosaico con immagini di vita dei popoli socialisti e un modello di Sputnik (primo satellite sovietico in orbita), dono dell’ambasciatore russo.
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Immagine di copertina: © Dnsob [Public domain]