I film su Berlino che hanno fatto la storia
La capitale tedesca al centro di numerosi lungometraggi dagli anni ’20 a oggi.
Se esiste una città che ha ispirato la fantasia di cineasti e registi questa è senz’altro Berlino. La capitale federale della Repubblica Federale di Germania è stata infatti teatro di alcune pellicole memorabili prestando il suo profilo malinconico e austero alla storia del cinema.
Le prime testimonianze
Agli albori della settima arte Il gabinetto del dottor Caligari (Das Kabinett des dr. Caligaris) di Robert Wiene del 1920 usò l’area metropolitana berlinese come spunto onirico per la sua pellicola d’avanguardia espressionista ripercorrendo la macabra scia di omicidi associati al malefico dottore protagonista del lungometraggio. Un preambolo oscuro per una città dal passato travagliato che fa il pari con un altro celebre capolavoro degli anni ’20 prodotto nello stesso anno, Il Golem, come venne al mondo (Der Golem, wie er in Die Welt Cam) film di Paul Wegener e Carl Boese sul mostro di fango creato dal rabbino della città di Praga. Un’antica leggenda messa sul grande schermo con un grigio sottofondo berlinese, infausto presagio del montante antisemitismo che sconvolse la Germania sotto il regime nazista.
Gli anni del nazismo
Sempre in tema di Nazismo e di quella che fu la capitale del Terzo Reich vale la pena in questa sede citare anche I Nibelunghidi Fritz Lang del 1924, altra magnifica perla d’avanguardia che tanto affascinò Adolf Hitler e il suo stato maggiore intenti a mettere insieme i pezzi del mito della razza alimentato dal pangermanismo e dal neo paganesimo di Himmler e delle sue SS. Anche Metropolis di Fritz Lang del 1926-26 è girato a Berlino ma in questo caso viene celebrata la faccia industriale della città con la meccanizzazione dell’individuo portate agli estremi e le ansie di un futuro distopico poi ampiamente riprese da molta cinematografia fantascientifica. Se Fritz Lang e il suo universo onirico in qualche maniera preconizzarono l’ascesa del nazismo a Berlino, città nel quale il Fuhrer diede massimo sfogo alle sue manie di grandezza attraverso i progetti del suo geniale architetto Alber Speer, Leni Riefenstahl e il suo Olympia del 1938 furono la massima espressione della celebrazione del nazismo berlinese ripercorrendo le olimpiadi che accarezzarono il periodo di maggior potere del Terzo Reich prima della caduta.
Il Dopoguerra fino alla caduta del Muro
In una città che per un lungo periodo della sua tormentata storia fu al centro dei fragili equilibri dei servizi segreti durante la guerra fredda tra Stasi, BND (Bundesnachrichtendienst), CIA e KGB, non poteva non essere girato che qui anche un film di James Bond. Ruota infatti attorno al celebre muro separatore delle due Germanie – il cui trentennale della caduta cade quest’anno – e all’altrettanto famoso Checkpoint Charlie, il 13° episodio della Saga di James Bond, 007 – Octopussy (Operazione Piovra) di John Glen del 1983 con Roger Moore nei panni del famoso agente di sua maestà. Tra Germania Est e Germania Ovest, in bilico sulla cortina di ferro, 007 dimostrerà ancora una volta di essere un assiduo giocatore, dote che l’ha reso protagonista indicusso di molti cult cinematrografici e con il suo solito impeccabile aplomb risolverà, non senza fatiche e rischi, l’ennesimo intrigo internazionale lasciando ai posteri un’impareggiabile fotografia della Berlino spaccata tra regime comunista e occidente.
Gli ultimi anni
Tra intrighi, ascese, disfatte e resurrezioni a Berlino, proprio nei pressi del Bunker dove il dittatore della svastica si suicidò all’epilogo della seconda guerra mondiale è girato il docu-film a sfondo comico Lui è tornato (Er ist wieder da) del 2015 diretto da David Wnendt che racconta l’ipotetico ricomparsa del Furher ai giorni nostri interrogandosi sul suo possibile nuovo successo politico attraverso le parole stesse dei berlinesi. Sempre sul dittatore nazista legato indissolubilmente alla storia di Berlino è anche la Caduta, gli ultimi giorni di Hitler (Der Untergang) del 2004 di Oliver Hirschbiegel con la magnifica interpretazione di Bruno Ganz nei panni del Furher a pochi giorni dal suicidio, senz’altro il ritratto meno severo sull’uomo che fece tremare il mondo. Berlino distrutta dalle bombe degli alleati è anche la scenografia del capolavoro di Roberto Rossellini Germania Anno Zero del 1948 dove il regista italiano racconta le piaghe del dopoguerra berlinese in un città ancora gronda di sangue e disperazione.
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