Die Toten Hosen, un tour film celebra la leggendaria band tedesca
Hier kommen die Toten Hosen
Insieme a Die Ärzte e Rammstein, i Toten Hosen (letteralmente ‘pantaloni morti’) sono il gruppo tedesco, che canta in madrelingua, più conosciuto al di fuori della Germania. Gruppo fondamentale nella storia del punk, con all’attivo 19 milioni di gruppo di dischi venduti nel mondo è migliaia di concerti sold-out in stadi e arene, il gruppo è il protagonista di Weil du nur einmal lebst – Die Toten Hosen auf Tour (Viviamo una volta sola – I Toten Hosen in tour), documentario sul tour del 2018 che li ha portati a suonare in Germania, Svizzera e Argentina. Il film è diretto da Cordula Kablitz-Post e Paul Dugdale quest’ultimo regista anche di Adele – Live at the Royal Albert Hall, The Rolling Stones: Sweet Summer Sun – Hyde Park Live e Paul McCartney – Live at Cavern Club, ed è stato presentato durante la Berlinale 2019.
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Old Punks Never Die
I Toten Hosen nascono a Düsseldorf nel 1982 e sono Campino alla voce, Breiti e Kuddel alla chitarra, Andi al basso e Vom alla batteria. Da come ricorda Campino, «suonare in un gruppo era l’unico svago nella vita noiosissima in una città della Germania dell’Ovest». Il primo singolo, Wir sind bereit (Noi siamo pronti) esce nel 1982 ma è con la canzone Hier kommt Alex del 1988 che il gruppo si impone nella scena punk, prima in Germania e poi nel resto del mondo. Nel 1990 realizzarono anche una cover di Azzurro di Adriano Celentano e collaborarono con Ronnie Biggs, il celebre ladro della ‘grande rapina al treno’. Il loro successo era tale che collaborarono anche con i Rolling Stones e aprirono alcuni loro concerti in Germania negli anni ’90. Vennero scelti dai Ramones come gruppo spalla per il loro tour mondiale di addio nel 1996. Nel 2018 tennero anche alcuni concerti in Cina. Dopo 36 anni di attività, 17 album in studio pubblicati e concerti che sono quasi sempre sold-out, i Toten Hosen continuano ad essere uno dei gruppi più di successo della scena punk, nonostante alcuni acciacchi derivati dalla loro età, testimonianza vivente del motto Old Punks Never Die.
Dalla Germania al Sud America
Il documentario ci mostra i trionfali concerti tenuti in madrepatria con migliaia di persone che pogano sulle note dei più grandi successi del gruppo.Viene anche filmato anche l’intimo concerto che i Toten Hosen hanno tenuto nello storico locale punk berlinese SO36. «Qui è iniziato tutto, all’epoca il locale era il centro della scena punk berlinese» ricorda Campino, che mostra anche una foto dei bagni distrutti dal gruppo in una serata dall’alto tasso alcolico. Raccontano anche dei raid dei militanti di estrema destra contro i fan dei loro concerti, episodi che ancora oggi accadono, ed è bellissimo vedere un intero stadio che urla ‘Vaffanculo ai nazisti’. Uno degli aspetti più interessanti è vedere il successo che i Toten Hosen hanno in Sud America, soprattutto in Argentina. Vediamo Campino che viene fermato nelle strade mentre passeggia per Buenos Aires, o Vom che, durante un’intervista in un posto sperduto, vede una macchina accostare da cui scendono dei fan con le magliette del gruppo. Il chitarrista Breiti tenta di spiegare perchè i Toten Hosen abbiano avuto un tale successo in quei paesi, nonostante i loro testi siano in tedesco. Secondo lui «è una questione che ha a che fare con la libertà. Una volta che le dittature sudamericane sono cadute, arrivarono anche molti album dei gruppi che fino a quel momento erano stati censurati. Non è una questione di testi, è più una questione di ritmo. I giovani sudamericani volevano una musica che potesse farli sfogare dopo anni di repressione, al di là del messaggio che volesse veicolare con le parole. In questo le nostre canzoni, così come quelle di altri gruppi punk, erano la valvola di sfogo perfetta».
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