Dall’Olanda a Firenze aspettando Berlino: il successo degli Student Hotel, residenze per studenti (benestanti), ma non solo
Student Hotel ha appena aperto a Firenze la sua prima struttura italiana, ma già il prossimo anno potrebbe inaugurare un suo edificio anche a Berlino
«Ero con il programma Erasmus in Olanda. Dovevo rimanerci almeno un semestre e così mi misi cercare casa. Non c’erano appartamenti a disposizione se non tenuti come si fa quando si è universitari: mediamente sporchi, con poche luci e nessun vero spazio per leggere e scrivere se non scrivanie attaccate al letto dove a malapena si potevano tenere aperti tre libri contemporaneamente. Chiesi a qualche compagno di corso come mai non si potesse trovare niente di meglio: mi risposero che quella era la vita dello studente, che dovevo godermela così. Pensai che sarebbe stato interessante progettare una residenza per studenti all’estero che volevano vivere in un altro tipo di ambiente, ma ogni volta che ne parlavo in giro veniva risposto che sarebbe stata un’idea fallimentare. Solo qualche anno dopo, quando ormai ero tornato in Scozia ripensai al progetto. Feci qualche ricerca di mercato e, dopo aver localizzato in Rotterdam il primo luogo dove aprire, iniziammo i lavori. Il primo Student Hotel è stato aperto proprio lì nel 2012. Da allora abbiamo aperto altre 10 strutture nel resto d’Europa, una lunga corsa che finalmente ci ha portato anche in Italia. Questa di Firenze, operativa ufficialmente dal primo luglio, è il punto di partenza con il vostro Paese di un rapporto che vogliamo sempre più stretto». A parlare così è Charles MacGregor, amministratore delegato di Student Hotel https://www.thestudenthotel.com/it/ , una delle aziende straniere (è olandese) che più investiranno in Italia nei prossimi anni. «Se tutto andrà bene investiremo tra i 600 e i 700 milioni di euro entro il 2021. L’obiettivo è avere ben 10 residenze tra Roma, Bologna, Milano, Firenze, Napoli e Torino per un totale di 65 in Europa nei prossimi cinque anni».
Lo Student Hotel al Palazzo del sonno di Firenze
Quella al Palazzo del sonno di Firenze è la prima di tre strutture pianificate per il capoluogo toscano. «Firenze ha una grande comunità di studenti stranieri, ma pochi appartamenti a disposizione. Il nostro modello di business prevede un 50% delle camere dedicato ad universitari che affittano per medi/lunghi periodi, un 45% ad uso hotel ed un 5% per giovani professionisti che si trasferiscono per brevi periodi in una nuova città e cercano un ambiente vivace internazionale dove sia facile fare amicizia». I prezzi delle camere – se ci si prenota come studenti – sono relativamente alti, non meno di 1100 € al mese se si prenota per un anno, 1350 € per quattro mesi, una cifra proibitiva per i classici “fuori sede”, ma alla portata di stranieri con altri tenori di vita che vogliono godersi l’esperienza in Italia senza perdere troppo tempo. Anche perché ogni Student Hotel è provvisto di lavanderia, piscina, wi-fi, noleggio bici, sale riunioni (gli startupper sono un altro dei target) un’area ristorazione gestita dal celebre locale La Ménagère e tanti altri servizi e iniziative pensati per far sentire gli ospiti all’interno di una vera e propria comunità di giovani. Vista dal vivo, come nel nostro caso, è difficile non rimanerne affascinati. Solo chi presenta i documenti di effettiva iscrizione ad una delle università della zona può usufruire dei prezzi agevolati, per gli altri il costo è più alto e si equipara ad un hotel tra le 3 e le 4 stelle. Dietro agli Student Hotel, oltre a Charlie MacGregor, figlio di costruttori scozzesi che lavorarono ad una delle residenze studentesche di Edimburgo negli anni ‘80, ci sono 365 milioni di euro di investimenti da parte di Aermont e APG Asset Management. Le prossime aperture italiane, previste già entro la fine del 2019, coinvolgeranno Bologna, Roma e una seconda struttura a Firenze.
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L’impatto sull’occupazione giovanile a Firenze e in Italia
L’investimento, oltre che nel recupero di edifici a volte abbandonati, è anche nella creazione di posti di lavoro. «Chi si è presentato durante il periodo di ricerca personale è stato molto professionale e anche ricco di entusiasmo. Non ci è capitato in altre parti d’Europa dove abbiamo aperto. Solo qui, quando abbiamo dovuto rinviare di alcuni mesi l’inaugurazione, gente con tale preparazione ha accettato di aspettare la fine dei lavori senza cercare altrove». Complimenti che se da una parte rendono meriti agli sforzi di giovani normalmente laureati che parlano almeno due lingue straniere, dall’altro sottolineano la gravità di una disoccupazione giovanile al 32,8 % (contro il 16,8% della media europea). La speranza, in un futuro di medio/lungo periodo, è che le belle camere degli Student Hotel, a Firenze come altrove nel mondo, siano prima di tutto per loro.
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