«12 shock culturali che io, italiana, ho vissuto durante la mia vita in Germania»
Vivete anche voi in Germania? Sicuramente avrete notato questi 12 punti…
Valeria Castiello è una simpaticissima viaggiatrice autrice di un altrettanto interessante blog dedicato ai paesi nordici. Si intitola Beyond the Pillars of Hercules e, tra i vari post pubblicati, ce n’è uno frutto delle due esperienze Erasmus che ha fatto in Germania. Si intitola Vivere in Germania: 12 shock culturali e ci ha fatto la cortesia di concederci la sua pubblicazione anche sulle nostre pagine. Vi consigliamo di seguire Valeria anche sulla sua pagina Facebook per non perdervi le sue avventure in giro per il mondo.
Vivere in Germania: 12 shock culturali
1) Corsi di nuoto trasferiti all’aperto con 10 gradi centigradi e palaghiacci chiusi con 0°
Già il cibo tedesco non aiuta a mantenersi in forma, quando poi ad inizio maggio (10-12°) il tuo corso di nuoto serale si trasferisce all’aperto in vista dell’”estate”, a quel punto sembra che vogliano proprio ostacolarti! Vi dico solo che uno svedese che nuotava con me si è ammalato per il freddo preso. Avevo iniziato a fare nuoto perché neanche il mio sport (pattinaggio su ghiaccio) era più praticabile per le loro abitudini strampalate: da noi con 25°-30° i palaghiacci rimangono aperti fino a giugno, mentre loro pensano bene di chiuderli a marzo con 0-5°!
2) Medici che ti curano i bronchi con la “Krautpulver”
Dopo un’infiammazione ai bronchi diagnosticata, il medico – invece di prescrivermi un antibiotico – ha deciso di curarmi con scatole e scatole di pasticche a base di”Krautpulver”: non sapevo se ridere o piangere. Non si stratta dipolvere di crauti (anche se sarebbe stato molto divertente) ma di erbe miste: in ogni caso è acqua fresca per chi sta male, soprattutto se i problemi di salute vanno avanti da un bel po’. Niente da dire sulla velocità del sistema sanitario, ma anche in altre occasioni in cui sono stata molto male, altri dottori mi hanno prescritto solo costosissime caramelline: nella mia esperienza sono servite solo a far arricchire la farmacia della Krankenhaus (I medici solitamente stanno in un edificio con farmacia annessa al piano terra…)
3)Intellettuali che applaudono sbattendo i pugni sul tavolo
Non parlo di gente alticcia all’Oktoberfest, ma di professori e studenti universitari dopo una conferenza! È un fare da cavernicoli piuttosto divertente
4) Gesti italiani interpretati in maniera ambigua
Il gesto del “picchiettare” una mano aperta sul polso dell’altra per chiedere che ore sono, per loro è un invito a luci rosse: meglio non proporsi in questo modo.
5) L’isteria collettiva per il calcio è estrema anche agli occhi di un tifoso italiano
Durante gli Europei del 2012, in cui l’Italia ha battuto la Germania, mi trovavo nei pressi di Francoforte: nel mio studentato i tedeschi lanciavano gli spaghetti agli italiani gridando cose incomprensibili. Ma a parte questo particolare episodio, li ho visti creare il putiferio per strada anche per aver vinto una partita ordinaria di un piccolo club locale: la compostezza tedesca inizia e finisce nel luogo di lavoro!
6) I tedeschi provano forti emozioni quando il termometro supera i 15 gradi
A quel punto iniziano le feste all’aperto, aprono i Biergarten, e le ragazze girano in shorts: c’è davvero una bellissima euforia nell’aria!
7) La Germania vive di turismo più dell’Italia
Nonostante la Germania non abbia neanche lontanamente il patrimonio artistico e ambientale del nostro paese, ricava dal turismo più dell’Italia, con grande soddisfazione anche dei turisti. Le cose stanno così perchè loro – a differenza nostra – valorizzano al massimo ciò che (non) hanno, ed il visitatore si trova in un posto in cui tutto funziona ed è semplicissimo muoversi.“Oltre al danno pure la beffa“. Riescono a raggiungere tali risultati nonostante la domenica in Germania (quando c’è un’affluenza turistica maggiore) sia quasi tutto chiuso, e questo vale in parte anche per l’inverno: a Weimar ad esempio alcune attrattive rimanevano chiuse anche durante i vivacissimi mercatini natalizi!
8) Estrema pulizia degli spazi pubblici, lerciume nel privato
Detto da me che non sono una habituèe delle pulizie di casa, è preoccupante: vi dico solo che in uno degli appartamenti che ho condiviso con dei tedeschi, una vera pulizia di gruppo è stata fatta solo dopo che era quasi andata a fuoco la cucina. Questo concetto di “lerciume nel privato vs pulizia nel pubblico” (esattamente l’opposto dell’Italia) a quanto pare è una costante nel mio amato nord Europa.
9) L’efficienza
Dalla rigorosa e differenziatissima raccolta dei rifiuti, ai soldi accumulati grazie alle bottiglie vuote; dall’incredibile decoro urbano, al semplice e disarmante funzionamento di ogni cosa. Senza dimenticarsi di quanto siano attrezzati a convivere con fenomeni ordinari come il freddo, la pioggia e la neve, che a Roma rappresentano problemi epocali. Funziona tutto perfettamente come nei Paesi Scandinavi, con la differenza che in Norvegia, ad esempio, ci sono poco più di 5 milioni di persone su una superficie di 385 kmq, ed in Germania più di 82.000.000 per 357 kmq. Finora per me solo il Giappone li batte!
10) La lingua tedesca è difficile perfino per i madrelingua
Quando chiedevo ai miei coinquilini tedeschi “Come si dice…”( …auf Deutsch?), ci mettevano davvero tanto ad elaborare una risposta, nonostante mi avessero capita perfettamente; questo perchè hanno così tante parole e sfumature di significato che vanno in crisi perfino loro. Esempio: per dire “mettere”, in inglese potremmo cavarcela con un “to put”, in tedesco la parola è diversa se inserisci qualcosa in verticale, in orizzontale, se la poggi sopra, sotto (…), inoltre ci sono molti verbi “separabili” con un prefisso che va collocato alla fine della frase: se dopo un periodo lungo 3 km ve lo dimenticate, o lo confondete con un altro, il senso cambia completamente! Croce e delizia.
11) In Germania sono iper-settoriali (o noi non lo siamo per nulla, come vi pare)
Avevo chiesto ad una professoressa di progettazione architettonica di Darmstadt, un consiglio sulla facciata del mio edificio, e la sua risposta è stata: “Non lo so, ti metto in contatto con la specialista di facciate erbose“; poi ho scoperto che esistono anche “architetti del colore”.
12) Al telefono rispondono dicendo il loro cognome
Non tra amici, per fortuna!
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Photo: © Kai_Vogel CC0