10 cose da sapere sugli esperimenti di Josef Mengele su bambini, donne incinte e disabili
Josef Mengele, noto come l‘Angelo della Morte, fu il coordinatore di migliaia di esperimenti nel campo di concentramento di Auschwitz
Parliamo di una delle personalità naziste più note. Un’infanzia come molte tante altre, un’esistenza quantomai controversa, una vecchiaia e una morte avvolte nel mistero. Josef Mengele attendeva i nuovi arrivati al campo tra i gendarmi dell’esercito nazista. Il suo camice bianco lo distingueva sin da subito dal nero delle divise delle SS tedesche, tanto che gli fu attribuito l’appellativo di Angelo della Morte. L’aspetto curato e l’atteggiamento sobrio non oscuravano la sua fama di sperimentatore spietato. Furono migliaia, in effetti, i bambini, gli uomini e le donne con anomalie fisiche e, soprattutto, le coppie di gemelli selezionati da Mengele come cavie per i suoi atroci esperimenti.
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1) L’infanzia e l’educazione in Baviera
Josef Mengele nasce nel 1911 a Günzburg, nella Baviera occidentale, da una famiglia agiata e conservatrice. Riceve un’educazione rigida che lo porta a distinguersi anche a livello scolastico. È proprio per via dell’assenza quasi completa di affetti familiari che le memorie di Mengele ne rivelano un’infanzia profondamente triste.
2) Il modelli nazisti del giovane Mengele
Le convinzioni di Mengele in merito alla distinzione razziale si consolidano al tempo della sua laurea in antropologia, che ottiene nel 1935. La scelta del relatore per la tesi ricade sul dottor Mollison, un medico sostenitore della disparità delle razze. L’incontro decisivo avviene, però, in occasione del successivo dottorato a Francoforte, quando conosce il dottor Ottmar von Verschuer, un fervente nazista. Grazie a lui, Mengele, abbraccia l’ideologia nazista e decide di entrare a far parte della temibile organizzazione paramilitare delle SS. Da allora non abbandona l’idea che esista una razza umana geneticamente superiore da studiare nel dettaglio al fine di preservarla.
3) Mengele ricevette una medaglia al valore
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale Josef Mengele si offre volontario per prendere parte alla causa tedesca. Viene, così, inviato in Polonia, all’Ufficio di Poznan per la Razza e gli Insediamenti Umani (istituto che aveva lo scopo di condurre ricerche sulla distinzione delle razze e determinare l’idoneità di un certo numero di donne a diventare mogli di membri delle SS). Rimane nella città polacca fino al 1942, quando viene ricollocato sul fronte russo, presso il corpo sanitario della divisione Waffen SS Wiking. In questa occasione rimane ferito e, tornato a Berlino, riceve la croce di ferro di prima classe, prestigiosa decorazione militare tedesca.
4) Gli esperimenti di Mengele nel campo di concentramento di Auschwitz
Ciò che più di tutti impressionava i collaboratori di Mengele era la sua incredibile lucidità e la completa mancanza di empatia nei confronti delle sue vittime. I suoi esperimenti avevano l’intento di creare in laboratorio bambini di razza ariana. Alcune delle sue terribili procedure consistevano in iniezioni oculari di blu metilene nel tentativo (fallimentare) di rendere azzurro l’iride delle proprie cavie, amputazioni o iniezioni irritanti allo scopo di sterilizzare i suoi soggetti, e trasfusioni di sangue. Quando i soggetti perdevano la vita o venivano volontariamente uccisi perché considerati non più utili, subivano un’autopsia meticolosa, nella quale ogni organo veniva catalogato e studiato con attenzione.
5) La vita al Blocco 10, la baracca degli esperimenti medici di Mengele
Le cavie di Mengele ad Auschwitz venivano recluse nel blocco 10. Era in questo luogo, inaccessibile agli sguardi esterni, che i prigionieri selezionati dal Dottor Morte venivano sottoposti a terribili esperimenti. Per prima cosa, le cavie venivano marchiate con una cifra che li distingueva da tutti gli altri reclusi al campo. Venivano, poi, spogliate e misurate alla testa e agli arti, sottoposti a una scansione completa delle ossa e, solo in seguito, completamente rasati. Josef Mengele trattava le sue cavie come veri e propri oggetti da esperimento, perciò era necessario che si preservassero sufficientemente in salute. Questo era l’unico motivo per cui alle cavie di Mengele veniva somministrato del cibo migliore rispetto agli altri prigionieri al campo.
6) I gemelli di Mengele
A seguito della famosa esclamazione «Zwillinge heraus!» -«fuori i gemelli!»-, Mengele ha selezionato al campo di Auschwitz più di 700 coppie di gemelli omozogoti, perlopiù bambini, su cui ha condotto gli esperimenti più atroci. Si interessava soprattutto dei modi in cui uno dei due codici genetici, si potesse differenziare dall’altro, subendo modificazioni ambientali. L’intento ultimo, ovviamente oggi riconosciuto del tutto non scientifico, era quello di produrre in laboratorio il codice genetico della razza ariana.
7) La fuga di Mengele in Sudamerica
L’Angelo della Morte si annovera tra le personalità di spicco del regime nazista riuscite a sfuggire a qualsiasi tipo di processo. Quando la sconfitta della Germania era ormai imminente, si dirige a Genova, per poi imbarcarsi alla volta dell’Argentina. Il suo ultimo spostamento individuato è il trasferimento in Brasile, avvenuto immediatamente dopo la morte di Eichman, nel 1962. Da qui, le sue tracce divengono tanto sfocate da essere quasi non individuabili. Nel 1992, però, il famigerato Angelo della Morte viene riconosciuto nel corpo di un uomo di 67 anni, deceduto nel 1979, sepolto in un cimitero nei pressi di San Paolo.
8) Il mistero della cittadina di Cândido Godói, frequentata da Mengele negli anni 60
Cândido Godói è un paesino rurale di circa 6000 abitanti, situato nello stato del Rio Grande do Sul. La caratteristica che lo ha reso famoso nel mondo è la presenza di un numero molto elevato di parti gemellari. Le testimonianze da parte di alcuni dei residenti delle frequenti visite di Mengele a partire dalla metà degli anni 60 hanno dato adito a diverse suggestioni sul proseguimento degli esperimenti dell’Angelo della Morte in Brasile.
9) I romanzi dedicati a Mengele
La personalità agghiacciante del medico di Auschwitz e l’epilogo della sua vita avvolto nel mistero sono da tempo motivo di interesse per un vasto pubblico e terreno fertile per molti scrittori. La scomparsa di Josef Mengele di Olivier Guez, L’angelo della morte in Sudamerica di Jorge Camarasa, Mengele di Gerald L. Posner e John Ware sono alcuni delle opere dedicate alla sua figura.
10) Mengele soggetto cinematografico
Nichts als die Wahrheit – Nient’ altro che la verità, girato da Roland Suso Richter, fu il primo film a sdoganare la figura dell’Angelo della Morte quale soggetto cinematografico. A partire da questo momento, sono stati molti i lungometraggi dedicati a Mengele. Tra i tanti, segnaliamo My father di Egidio Eronico, girato nel 2002 e distribuito in Italia del 2006, che ipotizza l’incontro tra Mengele e suo figlio, e The german doctor, del 2013. In questo caso troviamo immaginato il soggiorno del dottore di Auschwitz in una famiglia argentina, ignara della sua vera identità.
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