“Vivere facendo l’attore in italiano in Germania? Ce la si può fare. Ma ci vuole tanta passione”
Carlo Loiudice è a Berlino dal 2011. Ha calcato vari palcoscenici europei, approdando, nel 2014, anche negli Stati Uniti, con la rappresentazione del suo spettacolo I Corteggiatori al festival In Scena! di New York.
Teatro in Italia vs teatro a Berlino
“Penso che la grande differenza si colga principalmente negli spazi a disposizione. Qui a Berlino si riesce a trovare un’energia culturale, una tensione artistica, che in Italia è del tutto sconosciuta. Il teatro, tutta l’arte a dire il vero, a Berlino supera il confine classico del formale e si ritrova in contesti di ogni genere: case, bar, vecchi edifici, qualsiasi stanza può essere trasformata in uno spazio di rappresentazione. In questo modo mi pare che si ricrei una dimensione del “fare teatro” più completa, più totale. Cadono le barriere fra spettatore ed attori, soprattutto vengono abbattute le distanze che spesso riducono l’idea del teatro ad una semplice scatola. In Italia non accade nulla di simile, il teatro è un evento statico, formale e per questo, a mio modo di vedere, si fatica a trovare un pubblico. Certo, è vero che a Berlino mi sono dovuto misurare con la difficoltà enorme della concorrenza: decine di attori e centinaia di progetti e spettacoli, visto che, evidentemente, ad una pluralità di spazi corrisponde una pluralità di iniziative. Eppure credo che alla fine il bello di fare teatro a Berlino sia proprio questo: se si è innovativi, coraggiosi, forti, c’è un pubblico lì fuori ad aspettarti.”
Il rapporto con lo spettacolo I Corteggiatori
“Quando io e Vito abbiamo deciso di scrivere questo spettacolo avevamo una sola idea in mente, quella di far ridere in maniera “dolce”, combinando quindi i temi classici del comico ai toni più soffusi e morbidi della poesia. Penso di poter dire che ci siamo riusciti ed oggi, dopo una serie interminabile di repliche, mi accorgo che la mia speranza è quella di trasmettere un’emozione a chi ci guarda, portando il pubblico a riflettere su tanti aspetti della vita quotidiana e magari innescando anche un processo di curiosità culturale: è bello pensare che un ragazzo, tornato a casa, vada a cercarsi una delle poesia declamate durante la rappresentazione. Il segreto de “I Corteggiatori” resta comunque lo straordinario feeling che siamo riusciti a costruire io e Vito. Ogni volta ci reinventiamo sul palcoscenico, e ci divertiamo da morire. Ci basta guardarci un attimo negli occhi e si crea subito una linea di pensieri, di sensazioni, che ci porta dentro le battute, in scena, in modo naturale.”
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Il mestiere dell’attore
“A un ventenne che dovesse decidere oggi di provare la carriera dell’attore teatrale direi di riflettere bene. Il teatro, come tutti i mestieri dell’arte, va vissuto innanzitutto con passione. Inutile progettare o ragionare in termini economici: gli unici elementi che devono muovere un aspirante attore sono la voglia, l’ardore, l’esaltazione. Ci si innamora del teatro, ci si infatua ineluttabilmente di questo mestiere a tal punto da renderlo un’esperienza totalizzante. Ogni scelta, ogni momento, diventano semplici raccordi, messi insieme con l’intenzione di rimanere da sfondo sull’unico istante che davvero interessa: la recitazione. Allora si smette di pensare a dove si dormirà, a cosa si mangerà, si resta in teatro a provare 14-15 ore al giorno e sembra la cosa più bella del mondo, una forma ineguagliabile di costruire la propria esistenza. Ecco, a un ragazzo che cominciasse oggi direi “provaci, metticela tutta, studia, segui tutti i corsi possibili, confrontati con i tuoi colleghi, vai a teatro e soprattutto, mettici la passione, perchè in fondo conta solo quella, a prescindere dal successo”.
Un bilancio
“Non è mai semplice tracciare un consuntivo del proprio percorso professionale ed umano. Ormai sono a Berlino da diversi anni e nonostante questo non riesco a rinchiudere la mia esperienza di attore, la mia esistenza in genere, dentro una categoria. Posso dire di sentirmi ancora alla ricerca di qualcosa, soddisfatto ma non sazio, insomma mi trovo a metà della mia strada e sento che il cammino è ancora molto lungo.”
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Photo: © Jonas von Lingen