Violenze di Capodanno a Colonia: 3 arrestati su 58 erano rifugiati
Dopo un mese e mezzo continuano le indagini degli inquirenti sui colpevoli dei furti e delle molestie sessuali durante la terribile notte di Capodanno a Colonia. Negli scorsi giorni il pubblico ministero cittadino Ulrich Bremer ha rilasciato alcuni dati ufficiali: 3 arrestati erano rifugiati siriani o iracheni, di cui solo 2 arrivati recentemente in Germania a causa della difficile situazione dei due paesi mediorientali. La maggior parte dei sospettati, come riportato tra gli altri dall’Indipendent, sono di origine algerina (25), marocchina (21) e tunisina (3) e vivono in Germania da tempo. 3 degli aggressori, infine, sono cittadini tedeschi.
I dati. Bremer ha dichiarato a Die Welt che 600 delle oltre 1000 denunce ricevute dalla polizia sono legate a furti, 467 a crimini di natura sessuale, che spaziano dalle offese verbali fino allo stupro. Secondo il nuovo capo della polizia di Colonia, Jurgen Mathies, non esistono prove che le violenze di Capodanno fossero premeditate, ma il tam tam sui social network potrebbe aver giocato un ruolo. La tecnica utilizzata dagli aggressori – circondare le donne e separarle dal loro gruppo di amici – sarebbe nuova per il panorama tedesco e potrebbe dipendere, sostiene Mathies, dal background culturale della maggioranza degli arrestati, che avrebbero «familiarità con questo tipo di comportamento». Nelle scorse settimane la stampa tedesca aveva però riportato come questa particolare strategia, ribattezzata Antanzen (all’incirca “avvicinarsi danzando”), venga applicata da anni in numerose città tedesche, Colonia compresa, come diversivo per facilitare i furti di vere e proprie bande organizzate composte tanto da uomini di origine maghrebina quanto da cittadini tedeschi.
Molestie sessuali durante il Carnevale di Colonia. Poco più di una settimana fa si sono conclusi i festeggiamenti per il Carnevale di Colonia, un evento molto sentito dagli abitanti locali che attira mediamente più di un milione di visitatori nella cittadina del Nordrhein-Westfalen. Come già negli scorsi anni, l’alcol che scorre a fiumi e il carattere “dionisiaco” della manifestazione hanno favorito le molestie sessuali. La polizia ha registrato 22 casi, tra cui anche quello di una reporter belga palpeggiata in diretta video da alcuni uomini che la circondavano durante le riprese del servizio sul Carnevale. Secondo le testimonianze, gli aggressori avrebbero avuto «un aspetto europeo».
Lo studio. Intanto il capo della polizia criminale di Braunschweig, Ulf Küch, ha redatto uno studio in cui si dimostra, dati alla mano, che la percentuale di profughi che commettono reati è identica, in proporzione, a quella dei tedeschi. I flussi migratori non avrebbero insomma avuto un impatto così drammatico sulla gestione dell’ordine pubblico, ha dichiarato Küch.
Le conseguenze politiche di Colonia. Nonostante le statistiche offrano un quadro più complesso rispetto a quello tratteggiato da alcune forze populiste, nelle scorse settimane lo scalpore suscitato dai disordini di Colonia ha provocato un acceso dibattito politico in Germania e fortemente influenzato gli umori dell’opinione pubblica tedesca. La politica di accoglienza della Merkel è stata aspramente criticata, facendo precipitare la Cancelliera nei sondaggi. Pegida ha intensificato le sue manifestazioni anti-Islam, mentre il partito antieuropeista e conservatore Alternative für Deutschland ha visto crescere i suoi consensi e al momento è valutato come terza forza politica tedesca. A fine gennaio il vicecancelliere Sigmar Gabriel ha inoltre dichiarato che la Germania inserirà Marocco, Tunisia e Algeria nella lista dei “paesi sicuri” e pertanto i richiedenti asilo provenienti da quelle nazioni saranno respinti.
Questione etnica o semplice crisi del patriarcato? Quel che emerge in ogni caso con evidenza da questo mese difficile sono almeno due elementi: a) la tesi secondo cui la presunta “ondata” di migranti affluiti nel 2015 avrebbe stravolto la pacifica convivenza della società tedesca è ideologica e frutto di paure collettive, più che di reali evidenze statistiche. Ciò non significa, naturalmente, che i processi di integrazione siano qualcosa di scontato e automatico, come testimonia l’alta percentuale di fermi a Colonia tra uomini di origine maghrebina residenti da tempo in Germania; b) ad essere ancora in gioco, nella civile Germania del 2016, sono la libertà e il corpo delle donne. Il fatto che per il Capodanno di Colonia siano stati arrestati anche 3 tedeschi e che per tanti europei trascorrere un bel Carnevale non possa prescindere dal palpeggiare una donna nella folla o indirizzarle un insulto sessista dovrebbe farci mettere in discussione l’idea che la violenza di genere sia un problema legato principalmente alla nazionalità o all’etnia. Il degrado socio-economico e la mancanza di un’educazione alla parità giocano un ruolo assai più rilevante e l’Occidente, Germania compresa, non può certo dirsi fuori da un’era di patriarcato che, proprio perchè in crisi, vibra i suoi ultimi, scomposti, virulenti colpi. Pensiamoci, prima di fare dell’Islam e del mondo arabo il capro espiatorio di tutti i nostri mali.
Foto di copertina:Köln nach Silvestervorfällen 2015 © Superbass / CC-BY-SA 4.0