Innamorati in una notte d’inverno a Berlino
Racconto di una notta nella fredda capitale tedesca
Lampeggiano a intermittenza le lucine rosse sul leccalecca panna e fragola, una notte d’inverno a Berlino.
La piazza è deserta e solo qualche scheggia stridula giunge dalle parallele metalliche che passano là sopra.
Il cerchio temporale con le città del mondo ruota come un carillon muto.
Il Duomo, un po’ sovrappeso, dorme avvolto da una coperta azzurrina.
Anche i musei adiacenti sono appisolati.
La Siegessaule ha dato già da un po’ la buonanotte alla porta di Brandeburgo.
La Deutsche Oper non canta né suona.
Lo zoo è in letargo.
L’aria è fluida e la neve pattina orizzontale sugli specchi che d’estate riflettono il sole sugli alberi del Tiergarten.
La Sprea rallenta vicino all’East Side Gallery e scivola sotto l’Oberbaumbrücke senza alzare lo sguardo. Stanca e infreddolita, tiene a galla non senza sforzo le barche attraccate a Treptower Park.
Poco distante si sente il lamento di una donna in granito che piange i caduti di grandi battaglie.
Un possente soldato porta in braccio un bambino dopo averlo salvato e conficca la lama della sua spada in ciò che era simbolo di morte. Enormi cubi di cemento di varie dimensioni ne portano memoria.
Karl Marx Allee ospita un vento freddo offrendogli riparo tra i suoi palazzoni.
La cupola del parlamento osserva un cielo senza stelle.
Bernauerstrasse, al solito, è prigioniera della sua malinconia.
Il Rathaus Neukölln, con le sue lancette colorate, prova a rallegrare l’amica rendendo buffa la cartolina.
Nel frattempo, vermi giallognoli strisciano a tutta velocità nel sottosuolo.
Poi mi vedo, in questo quadro surreale, seduto nell’angolo di una bettola e nascosto dalla nebbia, intento a gettar birra sui nodi, tentando di scioglierli.
Poi ti immagino, sdraiata al sole su un purè di sabbia o avvolta dalle morbide trame di un caminetto, ad attendere l’anno nuovo. In un’altra dimensione. In un’altra vita.
Foto © Robert Agthe -Richard Ermisch Straße – CC BY-SA 2.0
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