Un video mostra quanto siano inefficienti gli uffici tedeschi per i rifugiati

Dopo lo scandalo che ha coinvolto l’Ufficio Federale tedesco per la Migrazione e i Rifugiati (BAMF) di Brema, compare in rete un video che dileggia apertamente la burocrazia lenta e inefficiente dell’istituzione.

Non è la prima volta che il BAMF, l’Ufficio Federale tedesco per la Migrazione e i Rifugiati, fa parlare si sé. Dopo lo scandalo che ha investito la sede di Brema – in cui veniva concesso asilo politico ai richiedenti in cambio di denaro – sulla rete compare un video del gruppo satirico Bohemian Browser Ballett, intitolato “Willkommen beim BAMF” (Benvenuti al BAMF). In modo del tutto ironico, il filmato mette alla berlina la burocrazia lenta e la mancanza di preparazione dei dipendenti dell’ufficio.

[adrotate banner=”39″]

L’ironico video di Bohemian Browser Ballett

Il video, diventato ben presto virale, mostra le condizioni pietose in cui versano i BAMF tedeschi. All’inizio del filmato è possibile vedere una lunga fila di richiedenti asilo, che si devono confrontare con la complessa quanto incomprensibile burocrazia tedesca. “Gli impiegati preposti alla registrazione dei migranti hanno come minimo 10 anni di formazione”, afferma sarcasticamente il giornalista. In realtà, i dipendenti sono impreparati e vecchi, oltre a non essere in grado di utilizzare i dispositivi elettronici. “Scusate, ma abbiamo aggiornato il nostro sistema a Windows 95” ironizza il reporter. La selezione di coloro che possono restare sul suolo tedesco avviene in maniera del tutto arbitraria, attraverso il lancio di due dadi. Nessun criterio all’entrata o regola prestabilita, insomma. La cassetta per suggerimenti e reclami è piena zeppa di comunicazioni, che non verranno mai lette. “Ho scritto una lettera di reclamo che andrà direttamente a Seehofer” afferma un’impiegata dell’ufficio. Ma i fogli vengono puntualmente buttati via dall’addetta delle pulizie.

Lo scandalo del BAMF di Brema

Lo scandalo che è esploso nell’aprile 2018 in riferimento alla vendita illegale di permessi di soggiorno, e che ha coinvolto la sede BAMF di Brema, non è altro che il culmine di una lunga serie di irregolarità nelle procedure di richiesta di asilo. È il 17 settembre 2015 quando Manfred Schmidt, presidente dell’Ufficio Federale per la Migrazione e i Rifugiati, decide di dimettersi per “motivi personali”. Il successore, Frank-Jürgen Weise, accolto favorevolmente dal Ministro dell’Interno allora in carica, Thomas de Maizière, si trova a dover affrontare una situazione tutt’altro che rosea: migliaia di richieste di asilo, uffici sovraffollati, personale esiguo e disorganizzato. Lo slogan della Cancelliera Angela Merkel “Wir schaffen das” (ce la facciamo) sembra irreale quanto poco credibile. Le procedure devono essere accelerate, le domande di asilo smaltite il prima possibile. Per questo motivo sono necessarie nuove assunzioni. Nel 2016 i dipendenti della BAMF passano da 3.300 a 10.000, molti dei quali vengono assunti senza un criterio di fondo. Lo scandalo esplode in via definitiva nell’aprile 2018, quando un ex funzionario del BAMF della sede di Brema viene accusato di aver accettato denaro in cambio della concessione del diritto di asilo ad almeno 1.200 rifugiati che non rispondevano ai criteri fissati all’entrata. Anche tre avvocati, un interprete e un intermediario finiscono nell’occhio del ciclone. In particolare, i tre avvocati avrebbero dapprima intascato soldi di alcuni rifugiati e in seguito avrebbero inviato le richieste di asilo alla sede di Brema. L’interprete avrebbe tradotto, modificandone intenzionalmente il contenuto, i colloqui dei richiedenti, in modo che potessero soddisfare i requisiti di entrata necessari. Alcuni rifugiati, a cui è stato concesso il permesso, sono stati considerati dalle autorità tedesche dei potenziali pericoli, in quanto criminali o affiliati dell’ISIS, stando a quanto riportato da Der Spiegel, che ha altresì sottolineato che gli impiegati del BAMF fossero al corrente della situazione già dal 2014. Dopo le accuse di corruzione il BAMF ha deciso pertanto di esaminare ben 25mila richieste.

[adrotate banner=”39″]

SEGUI TUTTE LE NEWS SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK

[adrotate banner=”34″]

Immagine di copertina: Screenshot