Troppo arabo, i poliziotti di Berlino dovranno parlare tra di loro solo tedesco

Si parlerà solo tedesco fra le forze dell’ordine a Berlino.

La polizia di Berlino non tollererà più che i suoi agenti parlino fra loro lingue straniere durante l’orario di lavoro. Rispondendo ad un’interpellanza parlamentare di Alternative für Deutschland, il partito populista e xenofobo da poco entrato in parlamento, il Senato di Berlino ha chiarito che «l’utilizzo di lingue straniere tra le forze dell’ordine in servizio verrà permesso solo in casi specifici a discrezione dei superiori». Come riportato da il Berliner Morgenpost, il governo della città ha inoltre dichiarato che la lingua amministrativa è il tedesco e che tutti gli agenti ne devono essere consapevoli: «L’uso della lingua ufficiale è fondamentale per la costituzione di un rapporto lavorativo basato sulla fiducia reciproca e la collaborazione. Nel caso in cui, in determinate circostanze, l’utilizzo di un idioma straniero non garantisca la piena trasparenza dei rapporti lavorativi, è indispensabile che il seguente divieto sia fatto valere sia dai superiori sia dai colleghi».

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Lingua straniera: barriera o plusvalore

La padronanza di una lingua straniera è comunque un requisito essenziale per le forze di pubblica sicurezza, a patto che il suo utilizzo non comprometta la limpidezza dei rapporti fra colleghi, ma miri ad una proficua comunicazione con stranieri e turisti. La quota di poliziotti provenienti da famiglie immigrate in Germania è in crescita da anni. Fra gli agenti più giovani molte donne e uomini hanno origini turche, asiatiche e arabe. Secondo una statistica del 2015, fra i nuovi assunti della polizia di pubblica sicurezza di Berlino circa il 29% aveva origini estere. Il gruppo più numeroso era costituito da uomini e donne con famiglie di provenienza turca, seguito da una minoranza polacca. A detta della polizia stessa, le assunzioni degli allievi sono mirate a rispecchiare le diverse componenti etniche presenti nella città.

Infiltrazioni criminali nella polizia berlinese

Secondo quanto riportato da Die Welt a inizio novembre 2017, una lettera anonima ma catalogata come “autentica” dalle stesse forze dell’ordine aveva accennato ad infiltrazioni criminali nelle selezioni dell’Accademia di polizia della capitale tedesca (ne abbiamo scritto qui). Secondo l’autore, dal 1986 funzionario dell’Ufficio per le indagini criminali, l’organo deputato all’accettazione e formazione delle reclute, non verrebbe posto alcun freno a figli e parenti di capi clan arabi della criminalità organizzata cittadina.

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Foto di copertina: Polizei © Thomas Quine CC BY 2.0