“Il tedesco è presuntuoso in un modo peggiore e più forte e antipatico di tutti”: ecco cosa pensava Tolstoj dei popoli europei
Durante le guerre napoleoniche, diversi popoli si trovarono in entrambi gli schieramenti a dover collaborare e interagire tra loro. Tolstoj cerca di mostrare le difficoltà di questo incontro-scontro, descrivendo i motivi che secondo lui muovono alla presunzione gli individui dei diversi Paesi, in particolare i tedeschi.
Nel suo inestimabile capolavoro, Guerra e pace, Lev Tolstoj (1828-1910) parla diffusamente delle difficoltà di integrazione tra popoli diversi. In particolare, tra russi e austriaci, alleati contro Napoleone nella campagna del 1805, e tra russi e tedeschi, anch’essi alleati contro Napoleone al principio della campagna del 1812. Quest’ultima fu una campagna fatale che portò prima all’incendio di Mosca da parte dei russi, poi alla ritirata e alla rovinosa disfatta dell’esercito francese. I passi in cui Tolstoj si sofferma a parlare delle caratteristiche dei vari popoli, costretti a incontrarsi, allearsi, o a farsi la guerra, sono numerosissimi. Ne riportiamo qui uno in particolare, che mostra la mirabile capacità di osservazione dello scrittore russo.
Il contesto nel romanzo
Napoleone decide di invadere la Russia, adducendo motivi superflui che nascondono le vere ragioni della campagna. La Russia è infatti uscita dal blocco continentale, organizzato da Napoleone allo scopo di impedire qualsiasi transazione commerciale con l’Inghilterra. Un vero e proprio “embargo”, che però non sta causando gli effetti auspicati (viste le numerose colonie dell’impero britannico). Napoleone tenta quindi una dimostrazione di forza: sconfiggere la Russia sul campo e confermare la propria egemonia sui territori continentali europei. L’esercito russo arretra fino a Drissa, ove è stato organizzato un campo fortificato in cui sono presenti lo zar e l’intera sua corte. Manca però una figura reale di comando supremo, che possa guidare la campagna bellica. Il sovrano di tutte le Russie, infatti, non vuole guidare egli stesso l’esercito. Tuttavia, la sua opinione conta più di chiunque altro, e i generali fanno a gara nel proporre piani militari uno più disparato dell’altro, per mettersi in mostra.
Le parole di Tolstoj sulla presunzione nei vari popoli
Con gli occhi del principe Andrej Bolkonskij, uno dei grandi protagonisti dell’epopea tolstoiana, lo scrittore osserva le liti tra i generali. Sono presenti prussiani, russi, ma anche italiani e persino francesi, scappati dal regime napoleonico, e astraendo dalle contingenti discussioni di carattere militare, parla delle caratteristiche dei diversi popoli europei, tutti a loro modo presuntuosi.
Pfull era uno di quegli uomini inguaribilmente e immutabilmente presuntuosi, sino al martirio, come sanno essere solo i tedeschi, possono essere presuntuosi sulla base di un’idea astratta, di una scienza, cioè di una conoscenza immaginaria della verità assoluta.
Un francese può essere presuntuoso, perché si considera, per l’intelligenza come per la persona, dotato di un fascino irresistibile così per gli uomini come per le donne.
L’inglese è sicuro di sé perché è cittadino dello stato meglio ordinato del mondo, e perciò, come inglese, sa sempre quel che deve fare e sa che tutto quello che fa, come inglese, è indubbiamente buono.
L’italiano è presuntuoso perché si commuove e dimentica facilmente sé e gli altri.
Il russo è presuntuoso proprio perché non sa nulla e e non vuol sapere, perché non crede che sia possibile spere qualche cosa.
Il tedesco è presuntuoso in un modo peggiore e più forte e antipatico di tutti, perché si immagina di conoscere la verità, cioè, una scienza che lui stesso ha inventata, ma che per lui è la verità assoluta.
(Guerra e pace, vol. II, parte I, capitolo X. Edizione Mondadori 1979, p. 55. Traduzione di Erme Cadei)
L’individuo come espediente per comprendere i popoli
Attraverso i pensieri del principe Andrej, Tolstoj riassume quelle che secondo lui sono le principali dinamiche emotive che provocano la presunzione nei vari popoli. La socratica presunzione dei russi sembra opporsi diametralmente all’elucubrazione arrogante dei tedeschi, spesso abbagliati dalla perfezione formale delle proprie teorie. Interessante anche vedere cosa pensa lo scrittore russo degli altri popoli, con squarci di intuizione che sembrano ancora oggi profondamente densi di significato e veridicità. Tolstoj, con la sua straordinaria capacità tipica dei grandi romanzieri di coniugare le vicende personali dei singoli con gli sviluppi dei grandi movimenti della Storia, descrive con grande minuzia le piccole idiosincrasie dei tedeschi. Il loro atteggiamento puntiglioso, preciso, ma sempre tendente all’astrazione assoluta. Caratteristiche quindi del tutto incompatibili con la vivacità, la passionalità, e il carattere sanguigno dei russi, almeno dal punto di vista del famoso scrittore. Chissà cosa avrebbe scritto il romanziere se avesse visto la DDR sovietica.
Trailer della celebre trasposizione cinematografica di Guerra e Pace, con attori del calibro di Audrey Hepburne, Henry Fonda, Mel Ferrer e Vittorio Gassman.
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Foto di Copertina: Il generale Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov (a sinistra, seduto), nominato generale supremo per riportare coesione nelle fila russe, è qui rappresentato nel momento in cui impone la decisione di abbandonare Mosca. Screenshot da Youtube.