Omini lego sulla scena del crimine e supereroi in crisi: a Berlino arriva la mostra Adult Childhood
Supereroi annoiati alla fermata dell’autobus, inquietanti omini Lego sulla scena del crimine, suggestioni pop e rimandi onnipresenti alla migliore produzione della street art si danno appuntamento a partire da questo fine settimana in uno spazio espositivo che rappresenta una vera isola felice, sia per gli appassionati del genere che per i curiosi dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. Stiamo parlando della Pink Zeppelin Gallery di Gryphiusstraße 10, una nuova ma promettente realtà artistica sorta nel cuore vivace e anticonformista di Friedrichshain, che venerdì 2 Maggio inaugura il suo secondo show temporaneo dal titolo profondamente evocativo, ‘Adult Childhood’. Abbiamo avuto il piacere e il privilegio di poter visionare la mostra in anteprima, e malgrado un fil rouge percepibile – quello dell’imprinting disincantato e dei rimandi infantili adoperati per catturare scene scabrose o di disarmante quotidianità – l’eccezionalità dell’allestimento sta nell’aver studiato e realizzato un matrimonio riuscitissimo fra due artisti contemporanei dalle tecniche nettamente differenti.
Stefano Bolcato è un artista romano di formazione accademica immune alle etichette e alle classificazioni che, dopo varie collettive in giro per l’Europa, ha esposto di recente presso la prestigiosa Bruce Lurie Gallery di Los Angeles. Le sue opere rappresentano un mix perfetto e trascinante fra il linguaggio faceto del mondo dei giocattoli e il realismo ispirato dalla società odierna, talvolta pregno di cinismo e disillusione. Ma a stupire della sua produzione, ancor prima dell’illustrazione poco convenzionale dei temi, è la perizia sottesa ad ogni singola opera. Bolcato è uno dei pochi artisti attuali al mondo che concepisce le sue creazioni alla maniera antica o rinascimentale, con un’impostazione che fa dell’artigianato allestitivo un vero e proprio punto di forza. Dopo aver approntato il teatro di posa con gli omini Lego senza trascurare alcun dettaglio legato a forma, luce e colore, la scena viene dapprima fermata con venti o trenta scatti digitali effettuati da vari tagli e angolazioni, poi trasposta in forma di bozzetto utilizzando grafite su carta e infine immortalata con colori a olio su tela. Un procedimento che richiede cura, pazienza e innumerevoli tentativi, soprattutto perché la poca malleabilità e duttilità di un materiale come l’olio presuppone che ogni errore equivalga a dover ricominciare tutto daccapo. Il risultato? Guardare per credere, conquisterà anche i più scettici. Gli omini Lego danno l’impressione di voler balzare fuori dalla tela e prendere a saltellare su Gryphiusstraße, tanta è la nitidezza dei dettagli, del giallo, del riverbero delle superfici. Una resa che non ha nulla da invidiare alla limpidezza di una fotografia e stupisce per la verosimiglianza e la precisione dei primi piani, conservando però sempre un equilibrio perfetto tra il contenuto – spesso drammatico – e la magia legata a uno sguardo bambino. L’elaborazione adulta di un gioco, quindi, che accostando elementi contrastanti riesce a produrre un effetto assolutamente inedito.
SOLO proviene da un background meno canonico, quello legato alle crew della street art degli ambienti underground di Roma. La sua passione per l’arte nasce negli anni Novanta, con l’esplosione del movimento del writing, e dopo anni di studi presso l’Accademia delle Belle Arti romana si concretizza con una tesi sull’artista americano Ronnie Cutrone, notissimo esponente della pop art e assistente di Andy Warhol, da lui intervistato personalmente nel suo atelier newyorchese. L’antologia su Cutrone pubblicata da SOLO, un documento di immenso valore artistico, è tuttora conservata presso gli archivi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Nel suo curriculum internazionale, il giovane artista vanta già una personale a Parigi, una mostra a Praga con Diamond e Lucamelonte e la partecipazione, pochi mesi fa, al Miami Street Basel. Il suo stile è riconducibile alla pop art, e affonda le sue radici nell’universo dei fumetti e dell’arte di strada. Con un tratto deciso e vibrante, SOLO crea, rappresenta e rielabora una vasta gamma di argomenti: dai personaggi dei fumetti agli oggetti di uso comune, dai paesaggi urbani ai capolavori del passato. In questo modo trascina le sue creature in un mondo fantastico, raccontando un nuovo capitolo della loro storia, un capitolo in cui la gente possa identificarsi senza sforzo. Il processo creativo parte dallo spray acrilico su tela, al quale l’artista aggiunge strati di materiali e media diversi, tra cui colori a olio, gesso, caffè, cibo e altri elementi che lo ispirano al momento della creazione. SOLO continua a lavorare ai graffiti, portando avanti svariate ricerche stilistiche, senza però mai rinunciare all’iconografia che rappresenta il suo marchio di fabbrica: quella del supereroe immaginario. Nelle tele esposte alla Pink Zeppelin spiccano fra le altre quelle che ritraggono un Batman insolito, avvinghiato a Superman in un bacio gay o in attesa dell’autobus che lo porti al lavoro, e un magnifico patchwork di cinque tele realizzate con tessuti differenti raffigurante Wonder Woman, che presenta un tratto incredibilmente omogeneo nonostante la diversificazione dei materiali.
L’allestimento è stato reso possibile, oltre che dall’eccezionalità degli artisti, in primo luogo dalla bravura e dall’intuito dei due galleristi, Fabiana D’Anna e Sebastiano Boni. Una coppia affiatatissima sul lavoro e nella vita che, fra mille difficoltà e a fronte di un grande impegno personale, con l’apertura di uno spazio espositivo per l’arte contemporanea a Berlino è riuscita a realizzare un sogno e a concretizzare una passione. Il nome della galleria è più che mai azzeccato e suggestivo, poiché richiama la cultura musicale psichedelica e progressive associata allo spirito d’avventura leggendario, agli echi tragici rievocati dal disastro di Hindenburg e alla superiorità tecnologica di un’intera epoca. Il tutto sdrammatizzato e stemperato da un colore fluo, che crea un connubio inusuale e un logo destinato a non essere dimenticato facilmente. La concorrenza è accesa, dato il numero di gallerie storiche e sorte di recente; ma nonostante la Pink Zeppelin sia una location giovanissima – della cui inaugurazione, il 14 Marzo, abbiamo parlato qui – rientra già nel novero dell’LVBG (Landesverband Berliner Galerien), il circuito delle migliori gallerie berlinesi: un risultato che ha del prodigioso, a poco meno di due mesi dall’apertura. Il programma di Fabiana e Sebastiano è quello di ospitare da settembre e per buona parte del 2015 un filone prettamente pop surrealista di calibro internazionale, che è la loro vera grande vocazione, con la promessa di nomi prestigiosi come Ania Tomicka, Aunia Kahn, Erica Calardo e Duma Arantes. Dopo la chiusura della gloriosa Strychnine Gallery confluita negli ultimi mesi nel Project M/, che per dieci anni ha rappresentato una vera e propria bussola per gli amanti del pop surrealismo a Berlino, la Pink Zeppelin ha dunque tutte le carte in regola per diventare un degno punto di riferimento per chi ama lasciarsi affascinare dalle atmosfere trasognate di una corrente artistica fra le più originali nel panorama odierno.
Seguite il dirigibile rosa nei cieli della città e non mancate a quest’appuntamento, che si riconfermerà il coronamento di un sogno tutto italiano, squisitamente collocato sulla scena berlinese ma dal respiro e dall’anima cosmopolita.
‘Adult Childhood’ Stefano Bolcato & SOLO double solo show
dal 2 Maggio al 5 Luglio 2014
presso la Pink Zeppelin Gallery
Gryphiusstraße 10
Berlin Friedrischshain
fermata metro (Ostkreuz/Warschauerstr.)
Ingresso gratuito
Vernissage
Venerdì 2 Maggio alle 19.00
dal mercoledì al venerdì 12.00-18.00 – Sabato 12.00-17.00
Apertura speciale per l’Artweekend: sabato 3 e domenica 4 Maggio 12.00-18.00