Come Nico and the Navigators hanno trasformato in teatro i Lieder di Schubert
Quanti di noi possono affermare di conoscere i Lieder di Schubert? Venerdì scorso al Radialsystem V Nico and the Navigators ce ne hanno proposto un assaggio: musica, corpi, immagini e video hanno ridato vita alle opere del grande compositore austriaco.
I canti di Schubert ci parlano di viandanti che han nostalgia di patria, di malinconie e solitudini, di amore e abbandono. In una performance che intreccia varie forme artistiche il gruppo di Nicola Hümpel ha dato voce alle liriche della grande poesia tedesca inserendole nel XXI secolo. Per avvicinare queste celeberrime composizioni al nostro tempo Nico and the Navigators li hanno resi dei “Silent Songs into the Wild”, canti silenziosi che sanno far breccia nel nostro cuore.
La rilettura dei Lieder
I versi di Meeres Stille di Goethe, in cui risuona la calma mortale e silenziosa, assurgono a simbolo di Lampedusa, isola dei migranti. E la patria assume qui tutt’altro significato, drammatico e contemporaneo. Lo stesso accade per la Margherita del Faust goethiano, la Gretchen all’arcolaio, che nella performance prende posto in un’affollata metropolitana. Stavolta però la chiave di lettura è scanzonata, leggera. Così il tono, a tratti divertito, a tratti tragico, si alterna in una piacevole successione di canti.
L’allestimento
Non è solo il mezzo musicale quello utilizzato da Nico & co.: i canti sono letteralmente messi in scena, nel dialogo tra musicisti e danzatori. Il pianoforte diviene parte dell’allestimento scenico, i tessuti in cui sono avvolti i performer sono veli squarciati dalle emozioni, il movimento coinvolge tutti, nessuno escluso. Nemmeno il quartetto d’archi resta relegato alla sua posizione alla base del palco. E violisti e violinisti calcano il palcoscenico per sfidarsi in una buffa gara al virtuosismo più riuscito. Completano il quadro le proiezioni video live realizzati da due videocamere montate ai margini dello spazio scenico.
Gustare la portata del genio senza tempo di Schubert, ma privi della pesantezza dell’ascolto scolastico: Silent Songs è proprio questo. E ci fa rivivere l’amore, la nostalgia, le passioni dell’uomo con lo sguardo della contemporaneità.
Il Radialsystem V
Il concerto si è tenuto al Radialsystem V, una vecchia stazione di pompaggio dell’acqua situata sulla riva della Sprea nei pressi della Ostbahnhof. Costruita nel 1905 nel tipico stile industriale dell’epoca, presenta elementi decorativi del Märkische Backsteingotik – il mattone del Mark brandeburghese. Un terzo dell’edificio fu distrutto durante il secondo conflitto mondiale, ma nel dopoguerra venne risistemato e tornò in funzione. Nel 1999 venne sostituito da un’altra stazione, quindi nel 2004 si decise di realizzare un restauro conservativo dell’edificio. La riconversione terminò nel 2006, anno che vide la riapertura del Radialsystem V come contenitore culturale: uno spazio nuovo a Berlino per mostre, concerti ed eventi. Da allora non ha smesso di attirare pubblico tedesco e internazionale.
Maggiori informazioni sul programma in corso si trovano qui.
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