Sentenza storica riconosce il terzo sesso in Germania. Ecco come saranno i nuovi certificati di nascita
Dopo Malta, la Germania riconosce ufficialmente l’esistenza degli intersessuali.
Non più solo “Maschile” e “Femminile”. D’ora in poi, tutti i neonati tedeschi che non manifestano caratteri sessuali “convenzionali” saranno identificati sul loro certificato di nascita come “Diverso/Altro”. La legge difatti non riguarda un cambio di sesso volontario e consapevole, ma il semplice riconoscimento di tutti quei neonati nati tanto con caratteri sessuali indefiniti, quanto con quelli di entrambi i sessi. Si parla dunque di intersessuali (spesso denominati “ermafroditi”), non di transessuali. Questo è avvenuto dopo che, nel novembre dello scorso anno, una sentenza del Tribunale tedesco superiore aveva indicato il sistema binario uomo-donna come “discriminatorio” nei confronti di tutte quelle persone che, di fatto, nascono con caratteri che non rispecchiano né uno né l’altro genere.
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L’intersessualità: di cosa si tratta
Non esiste un unico tipo di “intersessualità standard”, in quanto i casi possono variare e manifestarsi in diversi modi. Ci sono persone con anomalie cromosomiche, persone che presentano un organo genitale “confuso” o comunque non coerente con il sistema ben definito che esiste tra uomo e donna. Un esempio può essere il caso di Hanne Gaby Odielle, celebre modella belga con cromosomi maschili ma immune al testosterone. Inoltre, ci sono casi in cui l’intersessualità diventa visibile solo a partire dall’adolescenza: parliamo qui di individui che presentano un organo genitale ben definito, ad esempio maschile, ma caratteri secondari (quali, ad esempio il seno) non conformi ai genitali in questione.
Non è così raro come sembra
Data la grande varietà di casi, gli esperti stimano la presenza di circa 30 milioni di persone con tratti intersessuali. Ciò rappresenta all’incirca l’1,7% della popolazione mondiale, percentuale comparabile al numero di individui coi capelli rossi. Di questi, tra gli 80.000 e i 120.000 solo in Germania. L’intersessualità in sé non è considerabile come una malattia, in quanto non crea disagi fisici alla persona.
Perchè è importante parlarne
Pur non essendo una malattia, il mancato riconoscimento sociale di questa condizione e la mancanza di educazione a riguardo può influenzare negativamente lo sviluppo psico-sessuale della persona intersessuale. A tale proposito, accade ancora in molti Paesi (tra i quali anche l’Italia) che alcuni medici, trovandosi di fronte a casi simili, decidono di operare chirurgicamente il neonato (o il bambino) assegnandogli un sesso specifico, e attuando di fatto una vera e propria mutilazione. Allo stesso modo, le persone che scoprono tardivamente la propria intersessualità, possono trovarsi in difficoltà. Spesso, infatti, vengono prescritte loro trattamenti ormonali e operazioni chirurgiche mirate a standardizzare i loro corpi alle tradizionali categorie di “uomo-donna”, senza tener conto del fatto che l’intersessualità di tali individui non interferisce con il loro stato di salute (salvo casi particolari). Per questo, già dal 2016, il Comitato delle Nazioni Unite ha ammonito il Belpaese proprio a causa di queste pratiche “correttive”.
L’intersessualità in Europa e nel mondo
Fino ad ora Malta è l’unico altro Paese dell’Unione a riconoscere sul piano legislativo l’esistenza di individui non-binari. Dal 2015 è infatti possibile non specificare il sesso di un individuo fino a quando i caratteri sessuali non si saranno manifestati più chiaramente con la pubertà. In altri Paesi si sono verificati casi isolati di riconoscimento della condizione di intersessuale nei documenti, ma senza una legislazione ufficiale. Per quanto riguarda il resto del mondo, sono diversi i Paesi che offrono un’alternativa al convenzionale “Maschile” o “Femminile”. Tra questi vi sono l’Australia e la Nuova Zelanda, il Nepal e il Bangladesh. In Argentina, invece, è possibile dal 2012 indicare personalmente l’appartenenza a un genere piuttosto che a un altro. Questo è valido anche per i minori, il tutto senza la necessità di un parere medico.
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Foto di Copertina: CC0