Alla Deutsche Oper di Berlino l’ultima replica dello straordinario Rigoletto di Jan Bosse
A un secolo esatto dalla sua fondazione la Deutsche Oper di Berlino continua a tributare onori alla grande opera italiana. Dulcis in fundo della stagione 2013-14 infatti, importantissima proprio in virtù di questa ricorrenza, è il Rigoletto, una trai melodrammi più controversi di quel genio nostro assoluto Giuseppe Verdi.
Una scelta, questa, tutta berlinese: basti ricordare che l’opera, la cui prima calcò il palco del teatro La Fenice di Venezia nel 1851, sconcertò pubblico e critica per la sua cruda rappresentazione della corruzione morale della società di corte.
<<Un’opera morale sull’immoralità>>, così il regista Jan Bosse descrive il dramma, il cui intreccio ruota attorno alla figura del buffone di corte Rigoletto, che tenterà invano una rovinosa vendetta dell’onore della bella figlia, della cui onta si macchiò il suo signore duca di Mantova. Del resto il protagonista, sulla cui coscienza gravava la maledizione di un’altra vittima delle bramosie del sovrano, porta con sé tutti i connotati dell’antieroe e in questa sua cifra drammatica sfugge al monolitico titanismo di tanti personaggi della letteratura dell’epoca.
La vicenda, in tutte le sue sfaccettature, ritrae da un lato un uomo inerme la cui <<famiglia, patria, universo>> sono incarnati dalla figlia, unico bene rimastogli, e dall’altro il potere spietato, che non nasconde tutte le sue declinazioni più grottesche. Pochissime infatti sono le personae del dramma, che non risparmia al pubblico la rappresentazione della più completa solitudine di questo antieroe, gobbo e buffone, che cerca di riscattare la sua dignità umana di fronte alle ingiustizie e alla sventura.
Il folto stuolo della corte infatti, che affolla il palco per gran parte della scena, è per felice scelta scenografica rappresentato come una massa informe, un pubblico seduto sugli stessi spalti della platea della Deutsche Oper.
Ed è proprio tra gli spettatori che si muoverà lo stesso personaggio, scagliando la sua maledizione contro la <<vil razza dannata>> dei cortigiani. Il coup de théâtre della regia, esasperando il crescendo drammatico del secondo atto, lascia immedesimare lo spettatore in questa folla, il cui unico carattere è quello della torbida ricerca dell’intrattenimento a ogni costo.
A tali felici soluzioni sceniche si accompagna la bravura dei costumisti, che presentano un Rigoletto in paiette, sgargiante, meno istrionico e da subito capace di muovere a pietà, anche grazie all’intensa interpretazione di Markus Brück. Al suo fianco, splendente come una vera diva, la soprano russa Elena Tsallagova, in vesti infantili e dalla potente voce, in grado di strappare ogni volta applausi fragorosi.
Ma tutto l’entusiasmo del pubblico è per lui, Piero Pretti, rappresentato nei panni del più volgare donnaiolo, la cui godibilissima dizione italiana non sfigura al confronto con gli interpreti storici del duca di Mantova.
A poche settimane dalla conclusione, una incerta primavera accompagna le ultime repliche della stagione 2014, salutata dall’enorme successo che il centenario del teatro di Berlino esigeva: non lasciate passare un altro secolo, per godere di uno spettacolo tanto straordinario.
Presso: Deutsche Oper Bismarckstraße 35, 10627 Berlin
Ultima replica 26 Aprile 2014