Referendum, il ministro tedesco Schäuble per il Sì: «Fossi italiano voterei Renzi»
«Se fossi in Italia voterei per Matteo Renzi, anche se non appartiene alla mia famiglia politica»: l’endorsement del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble arriva da Berlino, dove martedì la fondazione Körber ha organizzato il Berlin Foreign Policy Forum. Schäuble, che già qualche settimana fa aveva espresso il suo appoggio al “Sì” al referendum di domenica prossima, ha ribadito ieri grande «rispetto» per il premier italiano e per il suo progetto di riforma costituzionale che, a suo modo di vedere, garantirebbe maggiore stabilità al Paese. A margine del convegno, anche il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier ha dichiarato di non essere preoccupato per il voto referendario e di essere certo che il segretario PD avrà successo nella sfida lanciata. Al coro di elogi si era unito nei giorni scorsi anche il ministro degli Interni Thomas de Maizière.
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Le reazioni in Italia. Molto dure in Italia le reazioni delle opposizioni, a partire dal M5S che replica così mediante il blog di Beppe Grillo: «Dopo Angela Merkel, Barack Obama, la JP Morgan e il commissario europeo Pierre Moscovici, oggi un altro “megaburocrate” dice di augurarsi la vittoria del “sì” al referendum: Wolfgang Schäuble. Un personaggio inquietante che è stato definito ayatollah dell’austerità, Nuovo Führer, Cancelliere-ombra, salvatore dell’Euro. Schäuble è un uomo particolare: ogni volta che parla, qualche risparmiatore perde i suoi soldi. Come fa crollare le borse lui, nessun altro mai. Il ministro delle finanze tedesco è l’emblema dell’anacronismo, costantemente fuori dal tempo e dalla storia in ogni sua dichiarazione. È uno dei più alti rappresentanti di quella “generazione di tecnocrati” che non ne hanno azzeccata una da un ventennio a questa parte. In Italia, solo per fare qualche nome di spicco, possiamo citare gli ex presidenti del Consiglio Mario Monti, Romano Prodi e il loro attuale successore, il mai eletto Matteo Renzi». Aspre critiche arrivano anche dal capogruppo Fi alla camera Renato Brunetta e dal leader leghista Matteo Salvini.
Foto di copertina © Wikipedia – Armin Kübelbeck