Referendum, gli italiani in Germania in larga maggioranza per il Sì
Osservando i dati che emergono dal voto all’estero per il referendum costituzionale del 4 dicembre sembra di leggere i risultati italiani al contrario: affluenza complessiva al 30,74 percento – alta per l’estero ma comunque meno decisiva rispetto alle attese e in ogni caso molto lontana dalla consistentissima partecipazione registrata in Italia (68,48 percento), e preferenze di fatto rovesciate rispetto al sonante trionfo del No che ha determinato le dimissioni del premier Matteo Renzi.
Il voto in Germania. Su un corpo elettorale di oltre quattro milioni di aventi diritto hanno votato 1,2 milioni di italiani all’estero. Di questi, il 64,70 percento ha optato per il Sì, il 35,30 percento per il No. Un risultato ancor più polarizzato di quello italiano, ma a parti invertite. Un discorso che vale anche per l’Europa e in particolare per la Germania, dove il 61,02 percento si è espresso per il Sì e il 39,98 percento per il No. Sotto la media la partecipazione degli italo-tedeschi, con “soltanto” il 29 percento dei voti espressi. Nel complesso quasi ovunque la vittoria del Sì è stata nettissima, anche più che in Germania: 66,81 percento in Francia, 62,70 percento nel Regno Unito, 67,10 percento in Canada, 58,87 percento negli Usa. Percentuali addirittura bulgare in Sudamerica, con il Sì all’84 percento in Brasile. Vittoria meno larga ma ugualmente netta del Sì in Paesi come la Spagna (54 percento) e la Grecia (56 percento). Tra i pochi Paesi in cui il No ha prevalso la Norvegia (51 percento No, 48 percento Sì) e la Russia (56 percento No, 43 Sì).
Le ragioni di un’inversione. Maggiore fiducia nel futuro, desiderio di velocizzare i processi decisionali e di adeguarli ai trend europei, volontà di valutare le proposte in modo pragmatico e indipendente dagli schieramenti politici: sono solo alcune delle spiegazioni sentite tra i fautori del Sì a Berlino. Minore informazione sui temi della riforma, accettazione acritica del mantra – tedesco ed europeo – della governabilità e del battage pubblicitario del governo Renzi sono invece tra le ragioni addotte dai fautori del No per il successo del fronte avversario. Al di là della plausibilità di queste argomentazioni, una cosa pare certa: chi ha votato da Berlino o da Monaco ha potuto farlo con una benefica distanza dai toni apocalittici, populisti e spesso insostenibili che hanno caratterizzato la campagna referendaria nel Belpaese.