Quando Lemmy Kilmister affermò: «È dal 1978 che non trovo droghe buone a Berlino»
«Ho provato tutto almeno una volta. Ho gestito il tutto sempre molto bene. Mi sono risparmiato solo l’eroina. A Berlino ci sono venuto spesso, ma l’ultima volta ci ho provato buone droghe era il 1978. Dopo, ogni volta che sono passato di qui, non ho avuto tempo per cercarle». Nel 2002, poco prima dell’ennesimo concerto a Berlino della sua band, i Motörhead, Lemmy Kilmister, deceduto per un tumore fulminante ieri all’età di 70 anni, non si nascose dietro risposte di circostanza quando Lars von Törne, per conto del Tagesspiegel, lo incalzò sul suo rapporto con le droghe. Del resto proprio quell’anno era in preparazione l’autobiografia, uscita poi nel 2003, del front-man inglese dal titolo quanto mai inequivocabile: La sottile linea bianca. «Come ho fatto a sopravvivere a questa vita “selvaggia” che conduco da più di trent’anni? Semplicemente non morendo. Non faccio sport, mangio cibo spazzatura dalla mattina a sera e bevo come un pesce. Esercizi fisici? Sciocchezze. Mi basta quello che faccio sul palco quando suono». All’epoca dell’intervista KIlmister era 57enne. E non aveva nessun desiderio di andare in pensione:«Non voglio passare il tempo passeggiando per un parco o sedendomi al sole, ma scopare, scopare come un matto. Niente più di questo». Kilmister era celebre per essere un tipo eccentrico. La sua vita è piena di aneddoti che ne raccontano gesta a volte così incredibili da essere difficilmente immaginabili come quando ingerì un’intera confezione di anfetamine e calmanti per evitare che gliela confiscassero svenendo e rischiando di essere dato per morto.
Il suo rapporto con Berlino. Oltre al discorso droghe, Kilmister parlò anche del suo rapporto musicale con la capitale tedesca. «Ci ho passato molto tempo. Qui ho lavorato a lungo con una band dal nome Skew Siskin. Sono miei vecchi amici. Ci ho registrato assieme alcune canzoni anni fa e da allora passo a salutarli una volta ogni tanto. Mi sono sempre divertito molto qui, anche se, paradossalmente, più quando c’era ancora il muro. C’era questa mentalità da isola di cui facevano parte tanti ragazzi fuggiti dall’obbligo di leva…c’era uno strano ix di persone. Dopo il 1989 la città è diventata più noiosa, ci sono molti cantieri. È un peccato, la città è stata invasa da nuove costruzioni di brutti edifici. Purtroppo Berlino non si è salvata. Gli stronzi esistono in tutto il mondo».
Il futuro dei Motörhead. Come affermato da Mikkey Dee, batterista della band, non solo il tour europeo la cui partenza era annunciata per questo 23 gennaio sarà annullato, ma la stessa esistenza del gruppo è ormai terminata: «Lemmy aveva saputo della malattia il 26 dicembre. Era a casa con la sua famiglia. Non ci sono parole per esprimere il nostro shock e la nostra tristezza. I Motorhead sono finiti, naturalmente. Non faremo più tour o altro e non ci saranno più dischi ma il marchio sopravvive e Lemmy continua a vivere nei cuori di tutti».