Otto von Bismarck: Il cancelliere di ferro, il primo della Germania

La storia, in breve, di Otto von Bismarck, il primo cancelliere tedesco e una delle più importanti figure della storia europea del XIX secolo

Fu l’artefice dell’unità tedesca e della nascita dell’Impero tedesco nel 1871 e per questo, a distanza di 150 anni, è ancora una delle figure tedesche più conosciute al mondo, ma, nello specifico cosa fece Otto von Bismarck per farsi soprannominare il “Cancelliere di Ferro”? Prima di tutto, tante alleanze e poi, grazie alle sue politiche interne, anche la creazione di uno stato in grado di arrivare a competere con la Gran Bretagna. Vediamolo più nel dettaglio

La Carriera Politica di Bismarck

La durata del mandato di Bismarck come Cancelliere dell’Impero iniziò il 21 marzo 1871 e terminò il 20 marzo 1890. Come Ministro della Prussia, il suo incarico si svolse tra il 1862 e il 1873. La sua abilità nell’unificare la Germania e nel costruire alleanze determinò il successo della politica interna ed estera. Bismarck operò strategicamente per garantire l’unità tedesca, stabilendo accordi internazionali. Con l’Italia, ad esempio, creò un’alleanza che portò il Veneto nelle mani italiane dopo la guerra contro l’Austria.

Nel 1866, Bismarck sconfisse l’Austria nella battaglia di Sadowa (3 ottobre 1866), con l’obiettivo di completare l’unificazione tedesca e mantenere lo *status quo* in Europa. Dopo questa vittoria, l’anno successivo riunì 22 stati settentrionali nella Confederazione della Germania del Nord. Con la proclamazione dell’Impero tedesco nel 1871, Bismarck divenne Cancelliere e introdusse numerose riforme sociali, oltre a promulgare leggi mirate a neutralizzare i socialisti, che considerava “Nemici dell’Impero”. Nel 1872, si avvicinò all’Austria e alla Russia firmando la Lega dei Tre Imperatori.

 

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 La Realpolitik di Bismarck

Uno degli aspetti più distintivi della politica di Bismarck fu la *Realpolitik*, un approccio pragmatico e privo di idealismi alla gestione dello Stato. La *Realpolitik* significava prendere decisioni basate su considerazioni pratiche e sull’equilibrio di potere, anziché seguire ideali morali o ideologici. Questo approccio permise a Bismarck di mantenere la stabilità in Germania e in Europa, pur affrontando situazioni difficili come la lotta con la Chiesa cattolica e la crescente minaccia socialista.

Kulturkampf: La Lotta contro la Chiesa Cattolica

Tra il 1871 e il 1878, Bismarck intraprese il cosiddetto *Kulturkampf*, una serie di politiche volte a limitare l’influenza della Chiesa cattolica nella vita politica e sociale tedesca. Voleva ridurre l’autorità ecclesiastica e promuovere il controllo statale sugli affari religiosi. Questa battaglia si concluse con un compromesso nel 1878, ma lasciò un segno profondo nel panorama politico e religioso della Germania.

La Biografia di Otto von Bismarck

Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen nacque a Schönhausen il 1º aprile 1815 da una famiglia benestante della nobiltà agraria, gli Junker. Suo padre, Carl William Ferdinand, era un proprietario terriero ed ex ufficiale prussiano. A sette anni si trasferì con la madre a Berlino e, tra il 1832 e il 1833, intraprese gli studi di Giurisprudenza. Nel 1847 sposò Johanna von Puttkamer, da cui ebbe tre figli. Nello stesso anno, il re di Prussia Federico Guglielmo IV convocò Bismarck a Berlino come delegato negli Stati provinciali, dando così inizio alla sua carriera politica.

Con il ripristino della Confederazione germanica, la Prussia si trovò in un ruolo subordinato all’Austria. In questo periodo, Bismarck iniziò la sua carriera diplomatica. Nel 1851, fu inviato da Federico Guglielmo IV come ministro alla Dieta di Francoforte e poi come ambasciatore in Russia e in Francia. Nel 1862, venne nominato Primo Ministro della Prussia con l’obiettivo di rafforzare la potenza militare dello stato prussiano.

L’Unità Tedesca e la Diplomazia Europea

Nel 1867, Bismarck divenne capo del governo della Confederazione della Germania del Nord, realizzando così la sua visione di un’egemonia prussiana sulla Germania, a discapito dell’Austria. La sua abilità diplomatica lo portò a stringere una serie di alleanze che consolidarono la sua leadership.

Dopo l’unificazione tedesca, nel Congresso di Berlino del 1878, Bismarck affrontò la questione balcanica, consolidando la pace in Europa. Nel 1881, stabilì una nuova Triplice Alleanza con Austria e Russia, con un patto di neutralità con la Germania. Tuttavia, dopo la morte di Guglielmo I nel 1888, i rapporti con il nuovo imperatore Guglielmo II divennero sempre più tesi, portando infine Bismarck alle dimissioni nel 1890.

L’Eredità Politica e le Memorie di Bismarck

Bismarck si ritirò dalla vita pubblica dopo le sue dimissioni il 20 marzo 1890. Morì il 30 luglio 1898 all’età di 83 anni. Prima di morire, pubblicò le sue memorie, che vennero tradotte in molte lingue e continuano a essere lette e studiate. Bismarck è ricordato come uno dei politici più importanti del XIX secolo, maestro della diplomazia e grande stratega.

Un confronto tra Bismarck e Cavour

Nonostante il Cancelliere e Camillo Benso di Cavour fossero molto diversi, esistono importanti analogie tra i due. Entrambi furono primi ministri – Bismarck in Prussia e poi nella Germania unita, Cavour in Piemonte – e artefici dell’unificazione dei rispettivi paesi: Germania e Italia. Sia Bismarck che Cavour crearono una rete di alleanze internazionali per raggiungere i loro obiettivi.

Bismarck, profondamente conservatore, faceva parte del Partito Conservatore Liberale, mentre Cavour era un liberale moderato, appartenente alla Destra storica, e si trovò spesso in conflitto con le fazioni repubblicane di Mazzini e Garibaldi. Nonostante le loro divergenze, entrambi furono considerati rappresentanti del cesarismo.

Bismarck e la Costruzione degli Stati Nazionali

Bismarck, a differenza di Cavour, ebbe il sostegno della potenza militare prussiana e dei rappresentanti degli stati tedeschi. Cavour dovette lottare contro molte forze conservatrici interne, inclusa la Chiesa cattolica, e morì prematuramente nel 1861, lasciando l’Italia unificata ma senza il tempo di consolidare politicamente la nazione. Mentre Bismarck riuscì a completare l’unificazione tedesca e a mantenere lo status quo europeo, Cavour non poté vedere completato il processo di “fare gli italiani”.

 

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