Merz rafforza i controlli al confine: nuova linea dura anti-immigrazione
Nuove politiche anti-migranti dal neo-governo Merz
Il primo giorno di insediamento ufficiale nel nuovo governo, il neo-eletto cancelliere Friedrich Merz ha annunciato l’immediata attuazione di politiche migratorie più restrittive. Nello specifico, il Ministro degli Interni Alexander Dobrindt ha incaricato la polizia di respingere la maggior parte delle persone che cercano asilo senza documenti validi al confine, con eccezioni per gruppi vulnerabili come donne incinte e bambini. Una decisione prontamente criticata da diverse organizzazioni per i diritti dei rifugiati, come PRO ASYL, che l’hanno definita “disumana e in parte illegale”.
Da Merkel a Dobrindt: inversione di rotta
Il primo giorno di coalizione del nuovo governo Merz, il ministro Dobrindt sembra non voler perdere tempo in tema di immigrazione. Membro del CSU — partito cristiano democratico tedesco — Dobrindt ha annunciato la decisione di revocare una direttiva del 2015 che consentiva l’ingresso ai cittadini di paesi terzi, come Siria ed Afghanistan, privi di documenti nel periodo di maggiore crisi migratoria vissuto dalla Germania negli ultimi dieci anni.
Il 5 settembre 2015, infatti, l’allora cancelliera Angela Merkel decise di sospendere temporaneamente l’applicazione dell’Accordo di Dublino per i rifugiati siriani, permettendo loro di presentare domanda d’asilo direttamente in Germania, anche se avevano attraversato altri Paesi dell’UE. Una scelta motivata da ragioni umanitarie e dall’impossibilità pratica per i Paesi di frontiera di gestire da soli l’afflusso massiccio di migranti dell’epoca.
Controlli rafforzati alle frontiere
Dieci anni dopo, l’attuale Ministro degli Interni Dobrindt torna a rafforzare la presenza della polizia tedesca alle frontiere, schierando dai 2000 ai 3000 ufficiali federali in aggiunta ai già presenti 11,000 agenti sparsi per le zone di frontiera del paese. Il Ministro ha affermato,
Non intendiamo chiudere le frontiere, ma rafforzeremo i controlli, e questo controllo più severo porterà anche a un numero maggiore di respingimenti. Incrementeremo gradualmente sia il numero dei respingimenti che i controlli rafforzati alle frontiere. Ci assicureremo che, passo dopo passo, un numero crescente di agenti di polizia venga impiegato ai confini e possa effettuare questi respingimenti.
Tensioni europee e rischio domino
La nuova linea dura della Germania non avrà ripercussioni solo sul piano interno, ma rischia di innescare un effetto domino a livello europeo. I Paesi confinanti — in particolare Austria, Polonia e Repubblica Ceca — potrebbero presto ritrovarsi a fronteggiare un aumento del numero di migranti respinti al confine tedesco, minando così la fiducia tra Stati membri.
In assenza di un efficace meccanismo europeo di ricollocamento e di una riforma strutturale del Regolamento di Dublino, decisioni unilaterali come quella del governo Merz potrebbero frammentare ancora di più la gestione dell’accoglienza migranti nell’UE, spingendo altri Stati a seguire l’esempio tedesco. A dieci anni dalla crisi del 2015, l’Unione si ritrova di fronte a un déjà vu politico: solidarietà invocata ma non applicata, confini sempre più militarizzati, e un crescente disallineamento tra diritti umani e politiche di sicurezza.
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