Merkel: «Gli algoritmi di Facebook distorcono la nostra percezione della realtà»
Dopo le elezioni americane e diverse importanti tornate elettorali d’Europa, in tanti hanno puntato il dito contro il ruolo da protagonista svolto da Facebook
Il gigante creato da Mark Zuckerberg sarebbe capace secondo molti di influenzare e condizionare l’opinione pubblica. Quasi come una macchina clona-pareri, l’algoritmo del social network blu funziona in modo da rendere confortevole e gradevole all’utente la news feed della home page e da selezionare i contenuti che sono più vicini alle preferenze già espresse in passato dall’utente tramite i suoi “comportamenti sociali”, come like e commenti, registrati dall’algoritmo di Facebook.
I rischi per la vita democratica
Il tutto conduce a un appiattimento del dibattito, che aiuta solo a consolidare le idee già sedimentate degli utenti. Il risultato è la scarsità, quando non anche la bassa qualità, degli scambi di opinioni con relativa povertà di confronti tra diversi punti di vista; azioni, queste, essenziali per la vita democratica e il benessere politico di tutta la società. «La libertà, come principio, non si può mai applicare a una società fatta da uomini che non abbiano ancora imparato a migliorarsi attraverso una discussione libera e alla pari.[…] La costante abitudine a correggere le proprie opinioni e a perfezionarle confrontandole con quelle degli altri, lungi dal provocare in noi dubbi ed esitazioni al momento di tradurle in pratica, è invece l’unico fondamento stabile per fare affidamento su di esse»: sono le parole con cui il filosofo ed economista John Stuart Mill difende in On Liberty i principi per una sana e benefica vita democratica. Stando alle ultime critiche riguardanti Facebook, sembra che il social network si stia muovendo in direzione del tutto opposta.
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Le critiche della Merkel
Preoccupata dal ruolo preponderante giocato da Facebook nella vita democratica, anche la cancelliera tedesca ha richiamato con un severo monito il social network. In una conferenza tenutasi a Monaco, Merkel ha lanciato il suo invito affinché siano resi pubblici gli algoritmi con cui vengono selezionati i contenuti visualizzati dagli utenti. Ha poi continuato sottolineando come, tendenzialmente, si sia portati a prestare attenzione solo ai contenuti che tendano a confermare le proprie opinioni piuttosto che confutarle, con la conseguenza di un impoverimento della vita democratica dei Paesi. Quella della cancelliera tedesca è una critica che trova largo consenso, soprattutto se si considera quanto sia grande il numero di persone che consultano Facebook come principale fonte di informazione (oltre il 60% degli utenti). Ma Zuckerberg prova a difendersi: «Ci teniamo, e molto, alla diversità». Detto altrimenti, Facebook sarebbe, secondo il suo fondatore, un luogo che, a dispetto delle critiche, permetterebbe lo scambio di opinioni e che, anzi, riuscirebbe a dar voce a milioni di persone altrimenti ridotte al silenzio. Il social network sarebbe quindi, secondo Zuckerberg, una sorta di moderna agorà del mondo virtuale.
Contro le bufale
La posizione del giovane miliardario sembra essere supportata dalle sue ultime dichiarazioni in merito ai futuri aggiornamenti previsti per Facebook. Dal momento che il noto social network è stato largamente accusato di aiutare la propagazione di notizie false, al punto che simili informazioni riescono ad avere una diffusione virale; Zuckerberg ha affermato di star spingendo verso due novità. La prima è quella di migliorare i sistemi automatici per riconoscere la fondatezza di una notizia, la seconda è la semplificazione del processo per segnalare le notizie false.
In copertina: una bufala apparsa dopo la nomina a premier di Paolo Gentiloni e diventata virale © Facebook