I Masnadieri di Verdi a Berlino per un giorno
I Masnadieri di Verdi erano alla Konzerthaus di Berlino ma sembrava di essere a casa. Certo, in una lussuosa casa, dove la solennità scenica è stata ridimensionata fino all’essenziale e il pubblico si è così accomodato da fomentarsi ad ogni intervento canoro per regalare generosi BRAVO’!
Dopo un’assenza di circa dieci anni, I Masnadieri sono tornati a Berlino per volontà del Berliner Operngruppe, fondato cinque anni fa e diretto dal maestro Felix Krieger. La particolarità di questo ensemble risiede nella collaborazione tra studenti, amatori e professionisti pensata e vissuta come un momento di condivisione di sapere ed entusiasmo.
Entrare nella Konzerthaus, al centro della Gendarmenmarkt, è un’esperienza che riporta indietro nel tempo per rivivere i fasti ottocenteschi. Karl Friedrich Schinkel ri-progettò lo spazio nel rispetto dello stile neoclassico dopo che il Teatro Nazionale andò distrutto in un incendio nel 1817. La fedeltà ai luoghi perduti, sia nell’apparato esterno sia negli interni, ha aggiunto – e aggiunge – al bel canto l’autenticità dell’atmosfera.
L’omonima tragedia di Schiller fu ripresa da Andrea Maffei, librettista, e Verdi per il debutto londinese presso l’Her Majesty’s Theatre nel 1847. Non furono I Masnadieri a consacrare Verdi al successo internazionale. Quello arrivò qualche anno dopo con la “trilogia popolare”, quando Verdi nel 1851 firmò Il Rigoletto e poi, a seguire nel 1853, Il trovatore e La Traviata. Il genio verdiano raggiunse la vetta quando impresse nelle note le sofferenze degli eroi popolari, degli emarginati, dei vinti, quando le sue melodie si fecero il canto del dramma intimo, psicologico.
I Masnadieri è un melodramma in quattro atti ambientato nella Germania degli inizi del XVIII secolo. Il figlio del reggente di Moor, Carlo, riceve una lettera creduta del padre che gli comunica di essere stato ripudiato e diseredato per aver abbandonato la casa. Assetato di giustizia, Carlo si lega a una banda di Masnadieri. Nel frattempo il perfido fratello Francesco, vero autore della lettera recapitata a Carlo, annuncia mentendo la morte di Carlo al padre e all’ambita fidanzata del fratello, Amalia. Intrighi di palazzo e menzogne innescano la tragedia, azioni deprecabili e conseguenze funeste si susseguono fino all’inevitabile epilogo di morte e di sconfitta morale. Un cast a copertura mondiale ha portato alla ribalta, almeno per un giorno, l’opera del cigno di Busseto meno stabile nei cartelloni internazionali.
I Masnadieri per un giorno a Berlino, in forma semi-scenica e con la rappresentazione del contenuto di ciascun atto affidata all’espressività dei bambini, hanno avuto il supporto del soprano Aurelia Florian dalla Romania per il ruolo di Amalia, dal Messico del tenore Xavier Cortes e del baritono Alfredo Daza rispettivamente per Carlo e Francesco, del basso Francesco Ellero D’Artegna dall’Italia per dare voce al dramma del conte Massimiliano Moor, della regia di Isabel Ostermann, della direzione artistica di Felix Krieger, di Steffen Schubert come Maestro del coro, del Coro e dell’Orchestra del Berliner Operngruppe. Nel rigore degli spazi scenici impreziositi ‘solo’ dall’arredamento della sala Schinkel, la voce penetrante di Aurelia Florian/Amalia ha portato il dramma verso picchi altissimi.
Penso sia apprezzabile tanto la scelta del Berliner Operngruppe di mettere in scena un’opera verdiana meno celebrata nonostante l’indiscusso apprezzamento internazionale quanto la passione nel mantenere vivo un mestiere e un talento unendo nella stessa scena maestri e allievi.