Le foto della serena vita quotidiana dei carnefici ad Auschwitz
Il Museo Nazionale dell’Olocausto di Washington ha pubblicato una raccolta di fotografie in cui appaiono ufficiali e guardie in pose rilassate e sorridenti, mentre migliaia di ebrei venivano torturati e uccisi nelle camere a gas
Come riportato dal sito Rare Historical Photos, le foto appartenevano a Karl Hoecker, aiutante del comandante del campo di concentramento di Auschwitz, Richard Baer. In alcune di queste foto gli ufficiali vengono ritratti in situazioni di vita quotidiana: in una alcune SS cantano, in un’altra decorano un albero di Natale, o vanno a caccia. Tra queste foto ce ne sono otto in cui è ritratto il famoso medico Josef Mengele, chiamato “Angelo della Morte” per gli esperimenti che conduceva all’interno del lager, in particolare su donne e bambini.
Karl Hoecker e le sue fotografie
Le foto pubblicate dal Museo sono le prime a essere state scoperte, ma ne esistono altre provenienti dai campi di Sachsenhausen, Dachau e Buchenwald.
Dopo la fine della Guerra, il proprietario degli scatti ha lavorato per anni presso una banca senza venire riconosciuto, fino a quando, nel 1963, è stato chiamato a rispondere delle accuse a suo carico durante un processo a Francoforte.
«Non ho influenzato in nessun modo il corso degli eventi», ha dichiarato Karl Hoecker, «non ho fatto del male a nessuno e nessuno è morto nel lager a causa mia». Ciononostante fu incolpato di complicità nell’uccisione di 1000 ebrei e condannato a sette anni di carcere. Morì nel 2000, all’età di 88 anni.
Secondo la direttrice del Museo, Sara Bloomfield, queste foto illustrano perfettamente il mondo di coloro che osservavano dall’esterno una sofferenza inumana, e offrono un’interessante prospettiva sulla psicologia di coloro che hanno perpetrato il genocidio. «Queste foto non ritraggono nulla di ripugnante», dice la direttrice della sezione fotografica del Museo, Judith Coen, «ed è proprio per questo che sono orribili».
Di seguito alcune delle foto scattate da Karl Hoecker, appartenenti all’album intitolato “Ridendo ad Auschwitz”.
«Questa foto fu scattata il 22 luglio 1944. Il giorno seguente i Sovietici liberarono il campo di concentramento di Majdanek,situato a nordest di Auschwitz. Dopo la caduta del campo i prigionieri furono costretti a recarsi a piedi ad Auschwitz e solo metà di essi riuscirono ad arrivarvi», riporta Rare Historical Photos.
«Le donne raffigurate intorno a Hoecker erano segretarie, telegrafe o tipografe ad Auschwitz, ed erano chiamate “Helferinnen”, cioè “aiutanti”. La purezza della loro razza era già stata accertata in precedenza, in caso una delle guardie delle SS fosse alla ricerca di una fidanzata o di una moglie, cioè rappresentavano una risorsa», prosegue il commentatore delle foto.
La seconda persona da sinistra è il dottore Josef Mengele, anche chiamato “Angelo della Morte”. Con lui ci sono il comandante del campo di Auschwitz, Richard Baer, il comandante di Birkenau Josef Kramer (che è stato oscurato) e il precedente comandante Rudolf Hoess.
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«Tutti gli uomini presenti in questa fotografia stanno cantando, tranne quelli davanti, che si sentono troppo importanti per farlo. Tra di loro ci sono il dottore Josef Mengele, Richard Baer e Rudolf Hoess».
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«Un paio di giorni dopo la liberazione di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, Hoecker e Baer fuggirono in Germania, dove Baer fu messo a capo del campo di concentramento di Dora-Mittelbau. Hoecker divenne nuovamente il suo aiutante ma, quando in aprile il campo fu liberato dalle truppe americane, entrambi seguirono il consiglio del comandante delle SS Heinrich Himmler di imboscarsi nelle truppe, nella speranza di essere scambiati per soldati normali. Hoecker si unì quindi ad un’unità che in seguito fu catturata dalle truppe britanniche. Passò un anno e mezzo in un campo POW e poi fu rilasciato, forse perchè nessuno scoprì mai la sua vera identità».
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«L’uomo piccolo col completo era Carl Clauberg, un dottore che eseguiva esperimenti di sterilizzazione sulle donne, usando l’acido. Nel 1948 fu condannato dai Sovietici a venticinque anni di carcere, in seguito fu rilasciato e arrestato nuovamente dai Tedeschi. Morì nel 1957, in attesa del suo secondo processo».
Prima del processo del 1963 a Francoforte, Hoecker riuscì ad evitare altre e più gravi condanne, poichè continuava ad insistere di non aver mai preso parte a quelle selezioni in cui i prigionieri dovevano essere smistati tra lavoro forzato o camere a gas.
Osservando queste cose, non si può fare a meno di pensare all’illuminante saggio di Hannah Arendt, scritto in occasione delle sedute del processo ad Adolf Eichmann, gerarca nazista processato per genocidio a Gerusalemme nel 1961 e condannato all’impiccagione. Il suo processo e queste foto sono infatti la dimostrazione più lampante di quanto può essere scioccante la banalità del male.
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Foto di copertina e tutte le foto: © Rare Historical Photos