A Berlino torna Accattone di Pier Paolo Pasolini
Nella capitale tedesca verrà proiettato Accattone di Pier Paolo Pasolini, uno dei film più amati del cinema italiano.
Accattone (1961) è il primo film diretto da Pier Paolo Pasolini, e può essere considerato la trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari. In questa pellicola insegue una sua idea di narrazione epica e tragica. La proiezione del film Accattone a Berlino fa parte della rassegna cinematografica “KlickKlassico” che prevede un film classico italiano una volta al mese ed è curata da Mara Martinoli in collaborazione con Klick Kino.
La trama di Accattone
“Accattone” è il soprannome di Vittorio Cataldi, un giovane nullafacente, perfetto simbolo del disperato sottoproletariato che vive nella periferia romana. Per sopravvivere sfrutta una prostituta, Maddalena. Quando la ragazza viene arrestata, Accattone si trova a corto di quattrini e cerca di farsi accogliere nuovamente dalla moglie che vive insieme al figlioletto in casa del padre e del fratello, ma viene picchiato e cacciato via. A quel punto cerca di sostituire Maddalena con un’altra ragazza, Stella, che però è completamente inadatta alla vita di strada per via della sua estrema ingenuità. Accattone tuttavia se ne innamora e decide di trovarsi un lavoro per mantenere entrambi. Tuttavia, un solo giorno di fatiche basta a stroncarlo. Prende quindi la radicale decisione di rubare della merce da un autocarro. Il colpo non riesce poiché Maddalena, gelosa, lo ha denunciato per sfruttamento e la polizia lo sta tenendo sotto controllo. Mentre i poliziotti cercano di acciuffarlo, Accattone si divincola, sale su una motocicletta e fugge ma la sua corsa sarà breve.
https://youtu.be/4ZZX4G_iTNg
La critica
Simona Proietti descrive così il film: “Non è un caso se Accattone viene catalogato come uno dei film più importanti del panorama italiano. E’ un film che in un certo senso anticipa la morte di Pasolini, nella scena appunto, del cimitero. La profondità del film sta indubbiamente nel realismo della recitazione: sembra che la macchina da presa segua nascosta la vita dei protagonisti, nei borghi vecchi e sporchi di Roma. Pasolini fotografa la realtà come nessun altro regista sa fare. Solo Pasolini mette in scena la vita come è ed è per questo che il cinema diventa realmente la metafora della vita”.
Alessandro Ceccarelli scrive: “In estrema sintesi Accattone è una metafora di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante. E’ una descrizione troppo cruda e impietosa che suscitò durissime polemiche e proteste di una parte del pubblico italiano. Presentato alla 26.ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nell’agosto del 1961, l’opera prima di Pasolini ricevette dure contestazioni. Il film sarà bloccato in sede di censura dal sottosegretario al Ministero del Turismo e dello Spettacolo Renzo Helfer e ritirato dalle sale italiane. L’anno seguente vinse il Premio per la miglior regia al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary in Cecoslovacchia. Alfredo Bini vinse il Nastro d’Argento come miglior produttore”.
“Accattone racconta l’emarginazione suburbana romana ma è evidente che la metafora si allarga ai Sud del mondo. È una storia che sviscera la profonda miseria delle borgate di Torpignattara, del Pigneto e dai margini della grande città riporta alle radici di un’esistenza offesa, bastonata, deflorata senza rimedio. Pasolini coglie i segni della condizione umana povera e vigliacca di personaggi che vivono ai margini delle periferie e da qui ne escono in galera o morti”, scrive Pino Bertelli.
La squadra che ha realizzato il film
La pellicola doveva essere in origine finanziata da Federico Fellini, che tuttavia rinunciò all’ultimo secondo, preoccupato della poca esperienza cinematografica di Pasolini – Accattone sarebbe stato il suo primo film – e della complessità dell’opera da realizzare. Il film fu prodotto da Alfredo Bini per un costo di cinquanta milioni di lire. Pasolini si affidò all’esperienza di Tonino Delli Colli alla fotografia, di Nino Baragli al montaggio e, per le scenografie, di Flavio Mogherini. Alla sceneggiatura collaborò anche Sergio Citti, attore protagonista del film. Egli peraltro era stato consulente di Pasolini per il dialetto romanesco nei suoi primi due romanzi. Uno dei colpi geniali del regista fu quello di coniugare situazioni, ambienti e personaggi squallidi con le meravigliose musiche di Johann Sebastian Bach, in particolare con brani estratti dalla Passione secondo Matteo, che fecero risaltare ancora di più il contrasto dei mondi delle baraccopoli romane.
Accattone di Pier Paolo Pasolini
Giovedì 14 giugno dalle ore 20 alle 22
Presso Theater O-TonArt, Kulmer Str. 20a, 10783 Berlino (Schöneberg)
Film in italiano con sottotitoli in tedesco
Biglietto intero a 8 € e ridotto a 6 €
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Foto di copertina: Primo piano di Franco Citti, protagonista del film Accattone, durante la scena del tuffo.