DAX J

La storia del dj anglo-berlinese in fuga per avere remixato una preghiera islamica

È stato condannato in contumacia Dax J, il dj britannico, ma di base a Berlino, che durante l’Orbit festival ha remixato una preghiera islamica.

Non sono bastate le scuse sul suo profilo Facebook né una fuga: Dax J è stato condannato da un tribunale tunisino per offesa alla pubblica decenza e al buon costume. La sua colpa? Aver fatto ascoltare il testo di una preghiera musulmana su una base di musica house.

Cosa è successo?

La notte del 31 marzo durante la seconda edizione dell’Orbit festival in scena per due giorni presso il locale El Guitoune di Hammamet. In pochi, durante la performance, avevano notato o si erano scandalizzati per il campionamento. Il problema è sorto dopo che il dj ha pubblicato su Facebook il video della serata. Il post diventato virale attirando le ire di fondamentalisti e l’obbligato intervento delle autorità. Il locale è stato chiuso. Il governatore di Nabeul (cittadina accanto ad Hammamet), Mnaouar Ouertani, ha spiegato all’agenzia France-Presse che non possono essere tollerati attacchi alla religione. Dal canto loro gli organizzatori dell’Orbit festival, inizialmente arrestati così come il PR della serata, si sono scusati, ma hanno declinato ogni responsabilità.

Dax J

La scomparsa pubblica di DAX J

Di DAX J si sono perse perso per un po’ le tracce. Dopo essersi scusato su Facebook ed aver chiuso il proprio temporaneamente il profilo a causa delle tante minacce di morte ricevute, ha ricominciato a pubblicare solo negli ultimi giorni. Il suo profilo su Resident Advisor parla di due date in Argentina (21 e 22 aprile) , del Nassau festival di Amsterdam (27 aprile), del Lumen 006 presso la Mandela Hall in Irlanda del Nord e di una data in Italia, a Taranto il 13 maggio. Niente da paesi del Nord Africa, o in particolare, in Tunisia dove se si presentasse sarebbe costretto a scontare almeno un anno di reclusione.

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