La rinascita di Moabit, da quartiere di galeotti e proletari a futuro di Berlino
Secondo molti, grazie ai prezzi ancora abbordabili e all’atmosfera multiculturale che resiste (per ora) all’imborghesimento generale, Moabit è il quartiere da tenere d’occhio nei prossimi dieci anni se si vuole scommettere sul “dove si sposterà l’attenzione generale berlinese”.
Va pronunciato Moabìt, alla francese, perché la sua parte più antica, Alt Moabit, fu fondata nel 1716 da ugonotti francesi dediti alla coltivazione del baco da seta. La parte più moderna, Neu Moabit, fu costruita circa un secolo più tardi, nel 1818, e divenne ben presto una delle zone operaie della capitale prussiana. La reputazione di questo quartiere ha sempre sofferto la minacciosa presenza dello Zellengefängnis, il carcere all’avanguardia voluto da Federico Guglielmo IV nel 1842, poi utilizzato dai nazisti per imprigionare i dissidenti politici e infine chiuso nel 1955 (oggi la nuova struttura ospita un interessante parco tematico).
Ma, negli ultimi anni, il quartiere sta sperimentando una vera e propria rinascita, tra estrema vivibilità e iniziative socioculturali organizzate dal basso. E infatti, alla sua anima popolare e turca, si sta aggiungendo sempre più una componente studentesca, attratta dagli affitti convenienti. Se siete alla ricerca del lato selvaggio e dionisiaco di Berlino non è la zona che fa al caso vostro, con una vita di quartiere che scorre tranquilla e con poche occasioni di divertimenti notturni. Se invece bramate la vita da Kiez e rifuggite la Berlino hipster e massificata, Moabit può riservare piacevoli sorprese.
Intanto si tratta di una zona strategica, in quanto vicinissima a molti punti nodali di Berlino come Hauptbahnof e la galleria d’arte contemporanea, un tempo stazione, dell’Hamburger Bahnhof. Il viale più famoso, per la quantità di negozi e attività che vi si affacciano, è invece Turmstraße, strada sempre più popolare anche a livello internazionale visto che, soprattutto dall’estate del 2015, qui si ritrovano presso il LaGeSo profughi di tutto il mondo per presentare la propria richiesta di asilo politico.
Trovatasi ad ovest con la costruzione del Muro, Moabit – forse più dell’odierna Kreuzberg – è una di quelle aree di Berlino in cui ancora è possibile vedere cambiare i suoi scenari e le sue forme di vita in maniera improvvisa: dai mercatini turchi di frutta e verdura in cui, come in un bazar di Istanbul, i venditori declamano in tono cantilenante le loro offerte, si passa senza soluzione di continuità all’elegante architettura di Elberfelder Straße e Hansaviertel.
Date un’occhiata al ZKU, Zentrum für Kunst und Urbanistik (Centro per l’Arte e l’Urbanistica), polo culturale fondato nel 2012 da un collettivo di artisti berlinesi in un ex deposito ferroviario, o godetevi un concerto alla Kulturfabrik; fate un salto all’Arminiusmarkthalle, vivace mercato attivo dal 1891 che, tra le sue tante proposte, il giovedì sera ospita la Food Assembly con i suoi genuini prodotti provenienti dalle campagne della regione.
Perdetevi tra botteghe di sarti, assurdi negozi di giocattoli e cianfrusaglie di seconda mano, artigiani di strumenti musicali mediorientali e, se volete oziare un po’, prendetevi una pausa su una delle tante Moabiter Bücherbänke, panchine su cui gli abitanti del quartiere lasciano un libro a disposizione della collettività, oppure da Freddy Leck, lavanderia dallo stile vintage talmente accogliente con le sue torte, la simpatia dei gestori e la musica classica perennemente in sottofondo, che molti ci vanno anche senza un bucato da lavare.
Se avete tempo il consiglio è di partire da Bellevue per raggiungere in bici o addirittura a piedi la Colonna della vittoria (Siegessäule) o arrivare al Tiergarten lungo uno dei tanti lungocanali che caratterizzano la zona. Se così fosse, datevi del tempo per ammirare l’Hansaviertel, splendida zona residenziale interamente concepita dai più importanti architetti modernisti del Novecento.
Foto di copertina © Manfred Brückels