La Germania riconosce il genocidio armeno. A rischio i rapporti con la Turchia
Giovedì 2 giugno il Bundestag ha votato per il riconoscimento del genocidio armeno avvenuto un secolo fa durante l’Impero ottomano. Come riporta Spiegel Online, i deputati tedeschi hanno approvato la mozione quasi all’unanimità. La risoluzione è importante poiché potrebbe avere ripercussioni negative sui rapporti politici tra Unione Europea e Turchia, rischiando addirittura di compromettere l’accordo sui rifugiati. In risposta alla votazione di giovedì la Turchia ha richiamato il proprio ambasciatore Hüsein Avni Karslioglu da Berlino. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan annuncia «serie conseguenze».
La risoluzione. Nonostante le critiche e gli avvertimenti da parte della Turchia di Erdogan alla vigilia del voto, il Bundestag ha classificato il massacro di 1,5 milioni di armeni durante l’Impero ottomano come “genocidio”, dunque come azione mirata di sterminio. Nel testo della risoluzione il termine “genocidio” appare quattro volte. Con un solo no e un’unica astensione, la mozione presentata dalla maggioranza (CDU, CSU e SPD) insieme ai Verdi è stata approvata praticamente all’unanimità. Norbert Lammert, presidente del Bundestag, ha parlato di «una notevole maggioranza». La cancelliera Angela Merkel (CDU), il vicecancelliere Sigmar Gabriel (SPD) e il ministro degli affari esteri Frank-Walter Steinmeier (SPD) non erano presenti alla votazione per via di impegni politici in calendario da tempo. Questa assenza appare però a molti come espediente per addolcire la pillola a una Turchia già in fase di aspra protesta e per tutelare, per quanto possibile, i rapporti politici. In ogni caso Merkel e Gabriel si erano già pronunciati a favore della risoluzione. Dopo la votazione Merkel ha inoltre sottolineato che «anche se si tratta di una questione di divergenza di opinioni, i rapporti strategici non vengono messi in discussione». L’unico no alla risoluzione è stato quello di Bettina Kudla (CDU), che ha motivato la sua posizione sostenendo che non è responsabilità del Bundestag pronunciare giudizi storici su altri Paesi. La Kudla ha inoltre dichiarato che le conseguenze di questa mozione non sono prevedibili e potrebbero andare a intaccare l’accordo tra Germania e Turchia sui rifugiati.
Il significato. Lammert ha introdotto il dibattito sulla risoluzione invitando la Turchia di oggi a confrontarsi con il drammatico capitolo dello sterminio degli armeni, puntualizzando che «l’attuale governo turco non è responsabile degli eventi verificatisi durante la Prima guerra mondiale, ma è corresponsabile per come questo passato verrà trattato in futuro». Lammert ha inoltre condannato le minacce rivolte a numerosi deputati, in particolare di origini turche: «non le sopporteremo e tantomeno ci faremo intimidire». In molti hanno sottolineato che la risoluzione non rappresenta una condanna della Turchia odierna. Cem Özdemir, leader dei Verdi, ha puntualizzato che il genocidio armeno rappresenta anche un pezzo di storia tedesca, considerata l’alleanza di allora tra il Reich tedesco e l’Impero ottomano. Sarebbe dunque un dovere storico della Germania esortare armeni e turchi a una riconciliazione. Rolf Mützenich (SPD) ha sottolineato quanto sia difficile e doloroso confrontarsi con il passato e quanto la Germania per prima ne sia consapevole. Secondo Franz Josef Jung (CDU) si è trattato di un segno di rispetto e compassione nei confronti delle vittime. Gregor Gysi (die Linke) la ritiene una questione di denominazione: «che si definiscano gli eventi per quello che realmente sono stati». Al termine della votazione di giovedì, alcuni armeni dell’iniziativa Anerkennung Jetzt (tradotto “Riconoscimento Ora”) hanno esposto manifesti sulla tribuna dei visitatori che riportavano la scritta “grazie!”.
La reazione della Turchia. La Turchia prende le distanze dalla risoluzione del Bundestag e minaccia conseguenze nel rapporto con la Germania. Il governo turco ha definito la mozione «nulla e insignificante». «Il parlamento tedesco ha classificato il massacro degli armeni durante la Prima guerra mondiale come “genocidio” sulla base di insinuazioni distorte e infondate. In questo modo ha commesso un errore storico» ha dichiarato Numan Kurtulmus, portavoce del governo turco. Come riporta Spiegel Online, la Turchia non è la sola a polemizzare contro la risoluzione. Lo storico Jürgen Zimmerer accusa il Bundestag di utilizzare due pesi e due misure, riferendosi ai crimini compiuti dal Reich tedesco nell’Africa tedesca sud-occidentale nei confronti degli Herero e dei Nama, a tutti gli effetti un genocidio avvenuto 11 anni prima di quello armeno, ma non ancora riconosciuto dal Bundestag come tale.
Foto di copertina © Mohamed Yahya