Berlino si riempie di italiani. Ecco i quartieri con la maggiore concentrazione
Quasi come nel film Goodbye Lenin. Lì il protagonista, per evitare un secondo e letale infarto alla madre, finge che il muro di Berlino non sia crollato, arrivando a risultati esilaranti, ai limiti dell’assurdo, facendole credere che la Coca-Cola sia un prodotto nato nella Repubblica Democratica Tedesca e che i nuovi vicini dagli abiti e dalle abitudini occidentali siano parte di un’ondata di “profughi dell’Ovest”. Sembra pazzesco ma pare che per coloro che decidono di trasferirsi nella capitale, il muro e i suoi confini esistano ancora.
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Nonostante lo scorso mese si siano festeggiati i venticinque anni della caduta del muro e presto si festeggi il primo quarto di secolo di questa nuova repubblica unificata, come emerge da una ricerca condotta dal quotidiano Berliner Morgenpost i “profughi dell’ovest” cioè i tanti immigrati dei paesi occidentali come Spagna, Italia e Francia trasferitisi a Berlino nel corso degli ultimi anni, in cerca di un nuovo lavoro, nuovi stimoli e condizioni di vita migliori, sembrano preferire stabilirsi nelle zone della città che precedentemente all’ottantanove appartenevano al blocco sovietico, abitando di fatto nei quartieri di Mitte, Prenzlauerberg e Friedrichshain.
La comunità italiana di Friedrichshain (il quartiere che si estende nella zona centro-orientale della città, tra Alexander Platz, Landsberger Allee, Frankfurter Allee e l’Oberbaum Brücke) è infatti molto numerosa e vivace; diverse sono inoltre le attività commerciali, i ristoranti e i punti di ritrovo che stanno trasformando il quartiere in una “Little Italy”.
Tuttavia questo fenomeno non è da considerarsi una ghettizzazione, né volontaria né coatta: è proprio l’aspetto multiculturale del quartiere a favorire la presenza – anche – della comunità italiana.
La volontà di ritrovarsi con i connazionali (non sempre e non universalmente condivisa, poiché ci sono anche italiani residenti da anni qui a Berlino che detestano i nuovi arrivati ed evitano qualsiasi tipo di contatto con altri emigrati, come raccontiamo qui) nasce spesso dal desiderio di condividere momenti con persone con cui si ha un background culturale comune, interessi musicali, calcistici, cinematografici, linguistici o fosse anche solo per godersi una birra dopo ore di lavoro, senza dover coniugare verbi in tedesco o ridere un quarto d’ora in ritardo di una battuta fatta da un tedesco!
Il quartiere ospita infatti alcuni luoghi fisici di/per italiani, come ad esempio le scuole di lingua “La Melograna” o la “Pirandello Sprachschule” in cui è possibile frequentare corsi di tedesco seguiti da insegnanti italiani, o ancora alcuni ristoranti, come “il Ritrovo” per esempio, dove gustare piatti tipici del Belpaese o ancora certi pub, come “Aspettando Filippo” in cui sorseggiando un aperitivo si può assistere alla proiezione di un film, un classico del cinema italiano o ancora un’esibizione live di qualche musicista.
Qui potete farvi un’idea delle concentrazione delle diverse nazionalità in tutti i quartieri di Berlino.
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