« Io tenore italiano, solo a Berlino posso gestire una sala concerti »
Una fredda serata Berlinese, piove, più o meno. Più o meno perchè spesso nella capitale tedesca la pioggia sembra acqua nebulizzata, gli ombrelli non servono a nulla perchè le gocce non cadono dall’alto, sono semplicemente sospese a mezza aria per cui ti tocca camminarci attraverso. Sono intento a riflettere, cercando una qualche idea geniale per difendermi dal meteo inclemente di questi giorni e sicuramente di quelli a venire quando arrivano Alessandro e Hanna, neanche loro sembrano entusiasti di come sia cominciato questo autunno berlinese.
Alessandro Rinella è romano, si è avvicinato alla musica e al canto sin da piccolo, partecipando come corista a diverse trasmissioni RAI, da lì ha capito che poteva fare di quella passione una professione e vi si è dedicato con tutto se stesso. Diplomato all’accademia filarmonica di Bologna, ha poi vinto una borsa di studio presso la “Bernstein School of Musical” la prima accademia del musical in Italia, il passo successivo è stato l’avvicinamento alla lirica e al ruolo di tenore per cui lo conosciamo oggi.
Hanna Jursch è tedesca, dal 2006 insegna canto presso l’accademia della musica di Hannover, è una eccezionale cantante jazz e pop, nella sua formazione compaiono artisti di fama mondiale, tra questi Romy Camerun, Norma Winston e Victoria Newton in quel di Londra. Negli anni ha ricevuto diversi premi e partecipato a manifestazioni internazionali di alto livello, dal 2010 vive a Berlino, per lavoro, opportunità e per amore. Ci siamo dimenticati di dirvi che Alessandro e Hanna si sono sposati a settembre.
Alessandro, tu hai una formazione classica ma anche una passione per il rock, che non tieni neanche troppo segreta, hai anche fatto parte di una band garage vero?
Si, assolutamente. La prima band che ho ascoltato sono stati i Metallica, da ragazzino facevo parte di un gruppo e suonavamo roba abbastanza pesante, anche garage sì.
Come si passa dai Metallica alla lirica?
La cosa è stata quasi casuale, ho partecipato come corista a delle trasmissioni RAI, ero un ragazzino e ho capito che la sola passione non bastava, dovevo studiare. Ho vinto una borsa di studio presso la “Bernstein School of Musical”, un giorno eravamo in tournèe e avevo la febbre, non avendo molto altro da fare ho ascoltato la Tosca di Puccini ed è stato amore.
Fino a quel momento non avevi mai pensato ad una carriera da cantante lirico?
No mai, all’epoca i cantanti lirici li odiavo, tutti impettiti, pieni di sè e invece…4 anni dopo mi sono ritrovato a Tokyo con la Carmen di Bizet.
Hanna, tu sei insegnante di canto presso l’accademia della musica di Hannover, oltre che una affermata cantante Jazz e Pop. Cosa trovi più difficile, cantare dinanzi a un pubblico o insegnare?
Trovo che le due cose possano essere accomunate, sia quando canti che quando insegni ciò che devi fare è trasmettere la passione, cercare l’empatia con chi ti sta di fronte, creare un legame profondo che va ben oltre il semplice rapporto docente/alunno o cantante/spettatore, in entrambi i casi è proprio questo tipo di connessione che fa la differenza.
Adesso la domanda che vi avranno già fatto decine di volte: come vi siete conosciuti?
“Io ero il regalo per un matrimonio ad Hannover” dice Alessandro. Hanna ride divertita al ricordo dell’episodio e racconta “c’era questo matrimonio tradizionale italiano, molto tradizionale e molto italiano, un po un clichè, una di quelle situazioni che ti capita di vedere in certi film, pensi che siano esagerate e invece era proprio così”. Alessandro era appena tornato da Los Angeles, la sua performance sarebbe stata un regalo per gli sposi. Sicuramente quello che più l’ha colpito quel giorno non è stata solo la fastosità dell’evento. “A introdurre il tenore c’era una bravissima e bellissima cantante jazz, Hanna” era il 2009.
Da li a poco la decisione di trasferirvi a Berlino, perchè proprio la capitale tedesca?
Alessandro: “La scelta è stata dettata da diversi fattori, soprattutto professionali. Berlino ci offriva e offre sicuramente più opportunità, sicuramente molte più che in Italia”. Hanna “per ora è così ma spero che un giorno avremo la possibilità di tornare a Roma, magari quando le cose miglioreranno e ci auguriamo che accada presto”.
Possiamo quindi dire che è arrivato prima l’amore della collaborazione artistica, ma come è nata l’idea di questo crossover?
Sicuramente l’idea iniziale è partita dalla voglia di entrambi di passare del tempo insieme e di coltivare la nostra relazione senza però togliere spazio alla vita artistica di entrambi. Non è stato facile perchè abbiamo moltissimi impegni da solisti ma ci siamo resi conto che potevamo anche lavorare insieme, ottenendo ottimi risultati.
Non c’è il rischio che questo connubio faccia storcere il naso ai puristi di entrambi i generi?
Sinceramente no, pensiamo che un appassionato di lirica possa apprezzare il jazz e viceversa. Questo crossover è una formula che ritroviamo anche nei grandi musical di Broadway, le nostre performance sono studiate in modo tale da lasciare intatta tale identità, vogliamo valorizzare al massimo i pezzi che eseguiamo, non stravolgerli. Ti possiamo assicurare che cambiare anche un solo accordo di Puccini o Duke Ellington non è qualcosa che si può fare a cuor leggero.
Alessandro, nello spettacolo canti anche Mamma, un grande classico della canzone italiana. Non hai paura che questo rientri nello stereotipo dell’italiano all’estero e possa in qualche modo sminuire il vostro talento?
L’essere italiani all’estero significa scontrarsi sempre e comunque con uno stereotipo e un idea che i non italiani hanno di noi. Questo a prescindere dal lavoro che fai. Il trasferimento in un altra nazione implica spesso un primo periodo in cui si tende a negare o comunque allontanare la propria identità culturale, ma è solo una fase. Col passare del tempo ti rendi conto che l’avere radici importanti e forti come quelle italiane non è un ostacolo ma un valore aggiunto, un qualcosa che in molte situazioni ti da un vantaggio, se sei in grado di sfruttarlo è ovvio.
Hanna tu sei tedesca, cosa pensi e che idea hai o avevi riguardo gli italiani, siamo davvero come ci dipingono?
Sicuramente posso dirti ciò che quando la gente viene ai concerti ama moltissimo le canzoni folk, i classici della musica italiana attirano moltissimo i tedeschi. Sicuramente c’è una grossa differenza tra Italia e Germania per quel che riguarda lo stile di vita, voi siete più creativi, estroversi mentre noi siamo più pratici, più inquadrati. Quello che ci vorrebbe e che mi auguro accada è che le due culture si influenzino a vicenda, ne gioverebbero tutti. Adesso sono anche un po di parte perchè ho sposato Alessandro.
Parliamo dello spettacolo che si terrà il 25 Ottobre presso il Forum C13, qui a Berlino. Per poter apprezzare al meglio il concerto bisogna essere dei profondi conoscitori dei due generi?
Assolutamente no, l’idea è proprio quella di avvicinare alla lirica e al jazz un pubblico che ama la musica ma che non per forza deve avere conoscenze approfondite dei due generi. Proprio per rendere fruibile il tutto abbiamo inserito anche brani che tutti conoscono, da Bridge over troubled water di Simon e Garfunkel ad alcuni brani di Sting. Questo permette a tutti i nostri spettatori di sentirsi a proprio agio e gustarsi il concerto.
Il concerto si intitola THE KOUPLE – Just Married, una vera e propria sintesi della vostra storia no?
Questo progetto è nato quasi per caso, come già detto cercavamo delle occasioni per passare del tempo insieme anche in ambito lavorativo, il primo concerto c’è stato a giugno e noi eravamo in piena preparazione del matrimonio, la cosa è piaciuta e ci sono state proposte altre date. L’idea è proprio che la musica in qualche modo rispecchi il nostro rapporto, non c’è finzione, non c’è nulla di artificiale. Siamo noi due che impariamo l’uno dall’altra, una cosa importante sul palco e sopratutto nella vita.
INFO:
Dove: Forum C13events
Orario: Domenica 25 Ottobre alle 15:30
Biglietto: info e prevendite qui