Io amo e odio Kottbusser Tor – Kreuzberg – Berlino
di Vincenzo Dani
Kebab. Italiani. Italiane. Kreuzberg. Kottbusser Tor, Kotti per chi qui ci vive da un po’. Lavoro. Nonlavoro. Italiani a Kotti. Italiani a Kreuzkoelln. Hipster a Kreuzkoelln. Gente che per dimostrare a sé stessa di essere diventata berlinese deve rientrare alle 8 del mattino sennò sarebbe tutto troppo convenzionale. Gente che si colora di tonalità fluorescenti perché sennò pensa che nessuno la vedrebbe. Gente che appena torna a casa sua vorrebbe tornare a Berlino. Gente che sta a Berlino e vorrebbe stare a casa sua, non tutti hanno scelto dove vivere, il loro trasferimento è stato obbligato. Gente che pensa di essere figa solo perché vive a Berlino. Pazzie che fai solo a Berlino o forse che fa più figo dire che puoi farle solo a Berlino.
Un sindaco gay. Interi quartieri gay. Famiglie, punkabbestia, cani dei punkabbestia che ti vogliono vendere lo Strassenfeger, il giornale dei senza tetto. La U-Bahn sempre in orario. La U-Bahn sempre in ritardo. La BVG, l’azienda dei trasporti pubblici cittadini, fa cagare. La BVG è una figata. La voce che ti intima di stare lontano dai binari quando passa la metro: “Bitte Beachten Sie beim Aussteigen die Lücke zwischen Zug und Bahnsteigkante“. L’odore mattutino delle Baeckerei, le panetterie. Che poi sono quasi sempre turche. Le Apfeltaschen, i cornetti ripieni di mele. Gli Italiani. Gli spagnoli appena sbarcati a Berlino che cercano aiuto e qualcuno alla fine glielo dà. Gli spagnoli che hanno ricevuto aiuto per cercare un lavoro, ma che poi ci ripensano e dicono che ora vogliono concentrarsi sullo studio del tedesco, ma tu li incontri alle otto del mattino di un giovedì, a Kottbusser Tor, mentre tu vai a lavoro e loro a casa. Stanno cercando di diventare berlinesi.
Berlino, povera, ma sexy.
La foto di copertina: Kottbusser Tor (Berlin U-Bahn station) © Kwertii CC BY-SA 3.0