Il supermercato di Kreuzberg che combatte l’inquinamento dicendo no alle confezioni non riciclabili
Original Unverpackt è un piccolo negozio di generi alimentari su Wiener Straße 16, zona Kreuzberg di Berlino. La sua particolarità: non utilizza imballaggi monouso.
di Pietro Ceciarini*
A fondare Original Unverpackt nel 2014 sono state due giovani berlinesi, Milena e Sara. L’obiettivo? Dimostrare che si può partire dal “fare la spesa” sia per ridurre la quantità di rifiuti quotidiani (più di 16 milioni di tonnellate in Germania solo nel 2014) che per ridurre l’impatto ambientale di ogni nostro acquisto, scegliendo solo prodotti bio e, quando possibile, a chilometri zero.
Il cibo che si trova da Original Unverpackt
Apparentemente Original Unverpackt possiede quasi tutti i prodotti che possiamo trovare in un normale supermercato della grande distribuzione, solo che proposto in maniera differente. La frutta e la verdura, sono ovviamente bio, ma non sempre a km0, e provengono da un fornitore che le ripone in cassette riutilizzabili. Allo stesso modo le varie bevande esposte presenti fanno parte del sistema di vuoto a rendere tedesco (Pfandflaschesysteme*). Per ogni reso si viene rimborsati dagli 8 ai 25 centesimi. Persino le uova, i latticini e i prodotti da frigo si trovano sfusi o in contenitori da restituire ai vari produttori, al fine di essere riadoperati.
È presente anche un’intera sezione di cereali, frutta secca e dolciumi. Sono contenut in grossi sacchi da 5 o 25kg conservati in vari dispenser facilmente utilizzabili direttamente dal consumatore. Si può scegliere la quantità desiderata per ogni prodotto grazie all’ausilio di una maniglia. La pasta secca e le spezie sono invece conservate in grossi contenitori e prelevabili tramite guanti. C’è anche un reparto di panetteria e dolci di produttori locali, ma non self-service. In aggiunta come in ogni normale supermercato, anche qui possiamo acquistare salse e sughi pronti, marmellate e caffè, ma biologici o locali e per concludere golosità e piccoli oggetti vicino alla cassa.
Saponi e detersivi si comprano sfusi
Interessante è l’area detersivi e saponi. In grandi taniche di plastica e alluminio, possiamo prelevare shampoo, saponi, ma anche detersivi e ammorbidenti tramite piccoli rubinetti. Allo stesso modo possiamo prendere anche oli e aceti di vario genere.Si trovano anche prodotti per la cura e l’igiene personale. Spazzolini, cotton fioc, spazzole e carta igienica in bambù 100% compostabili, dentifricio in pillole e saponi bio artigianali non hanno confezioni non necessari.
Un progetto anche online
Original Unverpackt ha anche un negozio online. Le spedizioni avvengono grazie a cartoni riciclati e a propria volta riutilizzabili. Questo il sito.
Come si fa la spesa da Original Unverpackt
Il funzionamento è semplice. Ci si può presentare sul posto con i propri barattoli, contenitori e sacchetti, altrimenti comprarli sul posto e riutilizzarli per le volte successive. Dopodiché si passa a tarare i vari recipienti etichettandoli, prima di potersi servire. Una volta pronti i recipienti inizia l’avventura: si preleva la quantità desiderata dei vari prodotti direttamente dai dispenser con l’ausilio di guanti e palette. Una volta terminata la scelta ci si reca alla cassa dove verranno pesati e pagati per la quantità desiderata.
I prezzi del mangiare etico
La qualità dei prodotti, la possibilità di scegliere la quantità desiderata e l’esperienza di una spesa etica compensano i prezzi comunque non troppo più alti rispetto ai normali supermercati. Un surplus tollerabile in cambio della sensazione di contribuire a migliorare l’ambiente e al mangiare sano.
Ma è davvero possibile rendere tutto senza imballaggi?
A loro dire, le fondatrici dedicano grande importanza a prodotti biocertificati, fair-traded e regionali in modo da mantenere l’impatto ambientale e sociale di ogni prodotto il più basso possibile. La loro sfida principale è soprattutto cercare di ridurre nell’intera catena di rifornimento il numero di imballaggi. Quasi tutti i prodotti sono forniti direttamente dal produttore, per evitare inutili sprechi di materiali e viaggi eccedenti dei beni. La valutazione del ciclo di vita (LCA) calcolato su alcuni prodotti dimostra una riduzione dell’impatto ambientale anche del 40% rispetto allo stesso tipo di prodotti, ma presenti nelle normali grandi distribuzioni.
Un obiettivo centrato solo in parte
Nonostante ciò, il negozio non è ancora del tutto 100% “unverpackt” (senza imballaggi). Ad esempio le numerose bottiglie di bevande, olii e sughi pronti. Inoltre il trasporto di verdure provenienti dall’estero contribuiscono negativamente sull’obiettivodel kilometro zero.
E noi: cosa possiamo fare?
Nel nostro piccolo potremmo iniziare a fare acquisti in negozi come Original Unverpackt e/o cercare di avere un occhio di riguardo quando facciamo la spesa. Ad esempio, evitare di comprare prodotti conservati in contenitori di plastica e poliaccoppiati o prodotti usa e getta scarsamente riciclabili, preferendo il vetro o ancora meglio il prodotto sfuso. Non solo, potremmo frequentare maggiormente mercati rionali, che offrono prodotti freschi, di stagione e spesso di propria produzione a prezzi pressoché uguali ai supermercati normali. Sempre più persone sono sensibili alla biodiversità, allo sviluppo sostenibile, al riciclaggio e ai prodotti biologici e km0. La rete si sta allargando e a guadagnarci è la qualità di vita di tutti noi. Se si tagliasse davvero la catena di distribuzione e ci si rifornisse direttamente ai produttori utilizzando contenitori riutilizzabili, si ridurrebbero ancor di più i costi e, soprattutto, calerebbero notevolmente i metri cubi di rifiuti prodotti dall’intera catena di rifornimento.
Un nuovo tipo di supermercato è possibile.
* Articolo precedentemente apparso sul numero di marzo 2017 della rivista Unigreen
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Foto: © Facebook/ Original Unverpackt