Il nuovo governo spagnolo vuole l’ora di educazione civica obbligatoria (quella di religione invece rimane facoltativa)
Il nuovo Ministro dell’Istruzione spagnolo, Isabel Celaá, sta lavorando a una corposa riforma dell’istruzione. Oggetto delle riforme sarà anche l’insegnamento della religione.
El País ha recentemente pubblicato un’intervista al Ministro dell’Istruzione spagnolo Isabel Celaá. Il Ministro vanta un’esperienza di almeno 30 anni nel campo dell’istruzione, soprattutto come Consigliere del governo basco di Patxi López. Celaá difende l’istruzione pubblica come sistema realmente equo. Intende inoltre aumentarne i finanziamenti statali e rendere l’educazione civica obbligatoria. L’insegnamento della religione cattolica, invece, dovrebbe essere tenuto fuori dall’orario scolastico normale e non dovrebbe contare nella media finale dei voti.
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«La religione non può avere valore accademico»
Nella cattolicissima Spagna, la religione cattolica viene insegnata e i voti hanno un peso non indifferente sulla media finale degli studenti. Secondo il Ministro questo è accettabile. L’insegnamento religioso, cattolico e non, dovrà tenersi fuori dall’orario delle lezioni. Al contrario, sarà reso obbligatorio l’insegnamento dell’educazione civica. «Preferisco non parlare di educazione della cittadinanza se questo sarà oggetto di una diatriba terminologica. Creeremo una materia di studio su valori etici e civili» dice Isabel Celaá. Questa materia peraltro, spiega, non può essere facoltativa o una semplice alternativa all’educazione religiosa. «I valori civici devono essere universali e, quindi, tutti gli studenti devono prenderli», dichiara con decisione Celaá.
Rendere obbligatoria l’educazione civica
Ci sembra quindi completamente sbagliato il giudizio espresso nell’articolo di Corrispondenza Romana. Secondo il settimanale, Celaá intenderebbe sostituire religione con “una sorta di educazione civica obbligatoria, che già ora sa molto di indottrinamento. Indottrinamento, oltre tutto, in contrasto con la Costituzione spagnola, che all’art. 27.3 assegna ai genitori il diritto d’assicurare ai loro figli «un’istruzione religiosa e morale in accordo con le loro convinzioni»”. Tuttavia, se leggiamo attentamente la citazione, vediamo che l’istruzione religiosa deve essere in accordo con le convinzioni dei soggetti in questione. I provvedimenti di Celaá però non eliminano la possibilità di insegnare religione. Semplicemente, lo si potrà fare fuori dall’orario normale delle lezioni e non conterà nella media. Non ha senso considerare l’educazione civica come un’alternativa all’insegnamento religioso. Sono due cose diverse, e mentre la prima cambierà a seconda del credo dello studente, la seconda è universale per tutti i cittadini.
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L’educazione pubblica “non può essere sostituita dalle scuole private”
«Attraverso una legge che porteremo al Congresso, vogliamo eliminare dalla LOMCE (Legge Organica per il Miglioramento della Qualità dell’Istruzione) tutti quegli aspetti che sono stati più dannosi per le pari opportunità. L’equità è la nostra più grande forza.» afferma il Ministro. Alla domanda riguardo i timori di certi settori per il futuro dell’educazione privata, Isabel Celaá ha le idee piuttosto chiare. «La Lomce ha permesso ad alcune comunità di donare terre pubbliche a centri privati. Di fatto, l’educazione pubblica è diventata una rete sussidiaria del sistema privato. Questo non può essere. L’istruzione pubblica è il punto di riferimento, la spina dorsale del sistema educativo. Non può essere sostituito da quello privato. […] vogliamo una solida rete pubblica e la rete privata è complementare alla rete pubblica, ma non viceversa».
Eliminare le carriere obbligatorie e impedire l’abbandono scolastico
Sempre in questa ottica, Celaá ha inoltre intenzione di abolire definitivamente gli itinerari educativi che, in Spagna, separano gli studenti dall’età di 13 anni. Finora infatti gli studenti dovevano scegliere molto presto la propria carriera professionale. «Gli itinerari che sono progettati a 13 anni e condizionano lo studente per tutta la vita saranno rimossi in questa nuova legge. Cerchiamo un’istruzione che sia un ascensore sociale e non un riproduttore di disuguaglianze sociali». L’intervistatore di El País ha chiesto infine al Ministro come fermerà gli abbandoni scolastici. Ora che comincia una fase di crescita economica in Spagna, molti studenti trovano più allettante un buon stipendio nei settori dell’edilizia o della ristorazione e lasciano la scuola. Celaá intende dialogare approfonditamente anche con i privati e le aziende, per incentivare l’assunzione di studenti qualificati. Inoltre cercheranno di pubblicizzare le storie di successo di giovani laureati che sono diventati veri imprenditori.
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