Il discorso di Bruce Springsteen al leggendario concerto di Berlino Est nel 1988
Era il 19 luglio del 1988 quando Bruce Springsteen tenne un concerto a Berlino Est. Il discorso che pronunciò è divenuto leggendario
Bruce Springsteen, soprannominato “The Boss”, fece un concerto a Berlino Est nell’allora Repubblica Democratica Tedesca. Il discorso che l’artista tenne davanti ad un pubblico di 300mila persone è tutt’oggi considerato un vero e proprio “inno alla libertà”.
Il concerto di Bruce Springsteen
È risaputo che la DDR era restia a qualsiasi influenza “occidentale”, il rock fu una di queste, perché considerato causa scatenante di aggressività nei giovani e negli operai. Ma le cose negli anni ’80 iniziarono a cambiare. Gli abitanti dell’ex Repubblica Democratica cominciarono ad essere sempre più insofferenti al regime comunista e l’apertura delle barriere in Ungheria non fece altro che alimentare pian piano un sentimento di libertà. Il concerto di Bruce Springsteen nel 1989 non fu altro che la goccia che fece traboccare il vaso, perché dopo 16 mesi il Muro fu abbattuto e la capitale venne, dopo trent’anni, finalmente riunita. Il concerto ebbe luogo nel velodromo di Weißensee, a nord-est di Berlino e fu organizzato dal partito Freie Deutsche Jugend (FDJ), in italiano “La Libera Gioventù Tedesca della DDR”. Il partito, pur di far cantare Springsteen a Berlino, mentì addirittura alla Stasi spacciando il concerto per “evento di solidarietà per il Nicaragua”.
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Il discorso
Bruce Springsteen scoprì solo prima di salire sul palco il sotterfugio pianificato dal FDJ e stava lì lì per annullare il concerto. Il Boss però decise di fare dietro front e salì sul palco dove cantò per quattro ore. Ed è proprio sulla canzone di Bob Dylan “Chimes of Freedom” (in italiano “Le Campane della Libertà”) tenne un discorso divenuto leggendario.
«Es ist gut, in Ost-Berlin zu sein. Ich bin hier nicht für oder gegen irgendeine Regierung. Ich bin gekommen, um für euch Rock’n’Roll zu spielen, für euch Ost-Berliner, in der Hoffnung, dass eines Tages alle Barrieren umgerissen werden».
«Non sono venuto qui per cantare a favore o contro alcun governo, ma soltanto a suonarvi rock’n’roll, nella speranza che un giorno tutte le barriere possano essere abbattute».
L’organizzazione vietò a Bruce Springsteen di usare la parola “muro” durante il suo concerto, ma era esplicito che con “barriere” il Boss si stesse riferendo proprio a quello. Le parole pronunciate da Springsteen fecero andare la folla in delirio e diedero sia al pubblico che agli spettatori che seguivano il concerto dalla TV, una nuova prospettiva di vita e di intendere la realtà. Si diffuse un vero e proprio volere di cambiamento e di libertà. Fu un evento quasi profetico, visto che il tutto si sarebbe attuato da lì a pochi mesi. Il concerto divenne l’evento con più spettatori mai organizzato sul suolo di Berlino Est e fu considerato il fautore del crollo del Muro.
Le canzoni e i libri sul concerto che ha ispirato il mondo
Il concerto di Bruce Springsteen ha ispirato da allora sia musicisti che scrittori. Subito dopo l’evento il gruppo Sandow scrisse la canzone “Born in the DDR” , titolo che riprende la nota canzone di Springsteen “Born in the U.S.A”. Nel 2013 lo scrittore americano Erik Kirschbaum ha pubblicato un libro dal titolo “Rocking the Wall: Bruce Springsteen: The Berlin Concert That Changed the World”. Il libro è una raccolta di testimonianze dei componenti della band che suonò con Springsteen e di foto tratte dai files della Stasi.
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Foto di copertina: © Youtube : “Springsteen – Chimes of freedom – East Berlin 1988”