I social media? 5 consigli per evitare figuracce e perdere il posto di lavoro
di Matteo Todisco – Magico Sconto
La direttrice delle pubbliche relazioni di una grossa società di comunicazione americana – la IAC – Justine Sacco sta volando da New York in direzione Sudafrica. In attesa all’aeroporto John F. Kennedy, la trentenne statunitense prende in mano il proprio smartphone, e si connette a Twitter. Dal proprio account privato comincia a twittare frasi poco simpatiche verso un passeggero, seduto non molto distante da lei:“Strano tipo tedesco: Sei in prima classe. E’ il 2014. Usa il deodorante”. Scalo all’aeroporto Heathrow di Londra. Stessa storia, ma questa volta si rivolge alle brutte abitudini degli inglesi: “Freddo – panino col cetriolo – male ai denti. Sono tornata a Londra!”.
E, proprio prima di prendere l’ultimo volo verso Cape Town, Justine scrive decisamente di peggio: “Sto andando in Africa. Spero di non prendermi l’AIDS. Sto scherzando. Sono bianca!”.
Nelle undici ore del suo volo con la compagnia British Airways, il suo tweet ha avuto grande attenzione da parte della rete per via della sua forte accezione razzista. Si è detto di tutto contro di lei, anche minacce, e i suoi datori di lavoro hanno da subito preso le distanze dalla propria dipendente. Appena atterrata in Sudafrica, mentre Justine è stata ufficialmente licenziata dalla IAC, il messaggio così come il suo account Twitter (e Facebook) sono stati eliminati.
Come è facile immaginare, oggi la vita di Justine, quella che conosceva prima dell’incidente, è cambiata. La ragazza fa fatica a comunicare con gli altri e, come racconta lo scrittore Jon Ronson nel suo libro “So You’ve Been Publicly Shamed”, non ha ancora superato la vicenda. “Sono single, e non sono nella condizione di incontrare nuove persone”, spiega la ragazza in un’intervista presente nel libro. Il tutto a causa di un post su Twitter.
Per evitare di fare la fine della statunitense Justine Sacco, vi presentiamo i nostri 5 consigli su che cosa vale la pena fare attenzione prima di inviare un post sui social media, ed evitare una catastrofe mediatica mondiale (e la più che probabile perdita del posto di lavoro).
1. Quale account hai aperto. Se hai tra le mani Twitter o Facebook aziendale e stai, quindi, postando per conto della società per cui lavori dal proprio account ufficiale, dovrai seguire le regole dell’entità per cui lavori. Sono solitamente scritte nelle linee guida, e spiegano cosa devi e cosa non devi fare con i loro social. Con questo account, è probabile che la portata del tuo post e l’esposizione al pubblico sia piuttosto alta. Nel caso in cui stai, invece, usando un account personale, molto dipende dalle informazioni che hai dato riguardo alla tua posizione lavorativa. Se pensi di essere facilmente riconducibile all’azienda, continuano a valere le regole di cui sopra.
2. Ogni singola parola conta. Le parole che scriverai potenzialmente potrebbero arrivare a chiunque, essere determinanti e andare virali nella rete in pochi minuti. Battute, riferimenti ad altre etnie e/o religioni, slogan a tema politico sono alcuni degli esempi dove facilmente sarai frainteso e, peggio, attaccato sui social. Sia che tu abbia a disposizione quindici caratteri su Twitter, che nessun limite in lunghezza su Facebook, rileggi con attenzione il contenuto del post che hai intenzione di inviare. Prima che sia troppo tardi.
3. Con hashtag e tag, arrivi anche a chi non pensi. L’utilizzo degli hashtag e dei tag è molto potente, soprattutto su Twitter. Puoi facilmente attirare l’attenzione nel web, con un semplice “#” e/o “@” affiancati dalla parola chiave (con assenza di spazi). Arrivare a più persone può rivelarsi un’arma a doppio taglio, perché potresti bussare alla porta di persone a cui non avevi pensato. Prima di pubblicare, fatti due conti rispetto a chi ti vuoi rivolgere con il post.
4. Postare, cancellare e ripubblicare può insospettire, non poco. Quante volte ti è capitato di pubblicare un post sui social con la fretta e, una volta accorti dell’errore, hai cancellato il post appena lanciato in rete? Se la risposta è “almeno una volta”, ti ricorderai della sensazione di ansia e disperazione che hai provano negli attimi di attesa che sono intercorsi tra la correzione e la pubblicazione del nuovo post. Il dettaglio a cui forse non hai pensato è che, nel periodo in cui il tuo messaggio era online, molte persone potrebbero aver già letto il tuo post. Ripostarlo non risolverà il problema ma, anzi, aiuterà ad insospettire la rete (compreso il tuo capo), abbassando la tua credibilità.
5. Foto e video valgono più delle parole. Guardando al trend degli ultimi anni dove la comunicazione sta andando – sempre più veloce e sempre più incentrata sulle immagini (in movimento o meno) – le foto che posterai sui canali social avranno un peso. Saranno capaci di andare virali. Da quando Facebook ha introdotto il conteggio delle visualizzazioni sui video, inoltre, sarai in grado di capire la portata dei video di tutti i tuoi amici. Pensaci più di una volta prima di pubblicare una foto o un video: che cosa vuoi comunicare alla rete?
Justine Sacco non era da sola. Prima di lei, infatti, una lunga serie di personaggi più o meno famosi sono stati attaccati dal web. La trentenne americana ha pubblicato una frase che le è costato caro, perdendo, prima, il posto di lavoro, e, poi, la possibilità di passare una vita normale (senza essere costantemente sotto la luce negativa dei riflettori). Prima di cliccare invio su tastiera o touch screen, fermatevi a pensare a cosa potreste andare incontro. Per sempre.