I campi di concentramento dimenticati di Berlino: Columbia-Haus e Schöneweide
Berlino ha avuto i suoi campi di concentramento: alla Columbia-Haus e a Schöneweide
Quando si parla di campi di concentramento a Berlino il pensiero corre subito a Sachsenhausen, nonostante si trovi a Oranienburg, da cui dista invece una quarantina di chilometri. Purtroppo l’elenco non è completo: mancano la Columbia-Haus e Schöneweide. Il primo si trovava nel quartiere di Kreuzberg, nell’area dell’ex aeroporto di Tempelhof, il secondo a Britzer Straße – sud/est di Berlino.
L’ex campo di concentramento a Kreuzberg della Columbia-Haus
La Columbia-Haus fu costruita nel 1900 come prigione militare con il nome Militär-Arrest-Anstalt. Assunse l’attuale nome nel 1927 quando la strada adiacente, la Prinz-August-von-Württemberg-Straße, fu rinominata Columbiadamm dal nome di un aereo, il Miss America, che quell’anno stabilì un record di volo viaggiando da New York alla tedesca Mansfeld. Con l’ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933, la struttura iniziò a essere utilizzata come penitenziario per prigionieri politici dalla Gestapo, la polizia segreta della Germania nazista nonché uno dei corpi militari più temuti della storia. Dal 27 dicembre 1934 la Columbia-Haus venne poi di fatto convertita in un campo di concentramento e divenne un sito di terrore vero e proprio, famoso per i suoi metodi di tortura contro ebrei, socialdemocratici e comunisti. Contava 156 celle, ma i prigionieri che ci abitavano erano più del doppio, circa 450. Uno dei prigionieri fu Erich Honecker, colui che in seguito divenne il politico più potente della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) nonché principale fautore del Muro. La Columbia divenne anche un trampolino di lancio verso quelle che furono considerate delle “brillanti carriere militari”, come quella di Arthur Liebehenschel comandante SS successivamente a capo di Auschwitz e quella di Theodor Dannecker considerato uno dei più stretti collaboratori di Adolf Eichmann. Nel 1936 la struttura fu gradualmente abbandonata e infine abbattuta in modo da poter ampliare l’attuale aeroporto di Tempelhof. I suoi prigionieri vennero trasferiti nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino a Berlino. Oggi lì dove un tempo c’era l’entrata della Columbia Haus (e ha vita un’omonima location per concerti ed eventi) c’è un memoriale in bronzo che ricorda le tragedie vissute in quel luogo.
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Il campo di lavoro di Schöneweide e la baracca N13
A 12 km a sud est dal centro di Berlino si trova l’ex campo di lavoro di Schöneweide. La struttura, costruita nel 1943 e grande 3 ettari, presenta ancora oggi le baracche (simili a quelle di Dachau) che furono costruite all’epoca sia come postazioni di comando delle SS sia per rinchiudere i tanti prigionieri della seconda guerra mondiale. Tra loro ci furono molti di quei circa 650mila italiani deportati dalla Wehrmarcht dopo l’armistizio del 1943. Schöneweide significò per loro anni di lavoro forzato nella costruzione di armi e nel settore agricolo, come testimoniano le scritte ritrovate all’interno della cosiddetta baracca N13, ancora visibile recandosi al campo. Dopo la seconda guerra mondiale il campo non fu chiuso. Rimasto a est, la DDR trasformò alcune delle sue baracche sia come magazzini per custodire materiale da lavoro che come centri di ricerca per le vaccinazioni. Oggi il campo di lavoro è sede del “centro di documentazione sul lavoro forzato durante il Nazionalsocialismo” dove sono possibili, su richiesta, visite guidate ogni martedì dalle ore 10 alle ore 17.
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