Gli stranieri vengono discriminati nella ricerca di una casa in Germania
Se non hai un nome tedesco, trovare casa in Germania può rivelarsi più difficile del previsto.
Perché per Hanna Berg è stato piuttosto semplice trovare una stanza in affitto in Germania, mentre per Ismail Hamed no? E perché Ismail, manager con un impiego regolare e un’ottima conoscenza della lingua tedesca, avrà meno chance di venire convocato a un appuntamento da un potenziale locatore, rispetto a un Lovis Kuhn, studente sfaccendato e poco accorto? La risposta sta nel nome. Stando a quanto emerso da un esperimento condotto da un team di giornalisti di Spiegel Online e Bayerischer Rundfunk, l’emittente radiotelevisiva pubblica locale del Land della Baviera, trovare un appartamento in Germania può rivelarsi pressoché impossibile per una persona che non ha un nome palesemente “tedesco”. I risultati dell’inchiesta sono stati resi pubblici giovedì scorso e rivelano una triste realtà: nell’Europa del ventunesimo secolo dobbiamo ancora fare i conti con atteggiamenti discriminatori e razzisti. Una realtà che dovrebbe sorprenderci, ma che a onor del vero risulta essere in linea con l’ondata populista che negli ultimi tempi ha dominato la scena politica di molti Paesi europei e non solo.
L’esperimento
Hanna e Ismail sono due ragazzi di 27 anni alla ricerca di un appartamento in Germania. Entrambi sono single, hanno un stipendio (ricoprono la stessa posizione lavorativa) e sono in grado di scrivere perfettamente in tedesco. Le richieste di Hanna vengono accolte con più entusiasmo rispetto a quelle di Ismail. Ci sarebbe da chiedersi perché, considerato che entrambi posseggono tutti i requisiti del perfetto affittuario. La risposta è semplice: la prima ha un nome tedesco, il secondo no. Per settimane e settimane un team di giornalisti di Spiegel Online e Bayerischer Rundfunk hanno inviato tramite posta elettronica un totale di 20.000 richieste di unità abitative a due dei più importanti portali tedeschi per la ricerca di appartamenti e/o stanze in affitto: Immobilienscount24 e Immowelt. Le email sono state inviate da 14 profili fittizi: sei tedeschi, due arabi, due turchi, due polacchi e due italiani, tutti di età compresa tra i 26 e i 27 anni, eccetto Carsten Meier di 42 e Lovis Kuhn di 25 anni. Questi ultimi, in particolare, rappresentano rispettivamente il migliore e il peggiore candidato che ci si possa auspicare. Carsten, infatti, è un ortopedico tedesco di tutto rispetto, con uno studio privato e una consolidata carriera alle spalle. Inoltre non fuma e non possiede animali domestici. Insomma, l’affittuario ideale. Lovis Kuhn, al contrario, è uno studente svogliato di 25 anni, il candidato peggiore in assoluto, data anche la trascuratezza con la quale ha scritto l’email di presentazione. Eppure dal risultato dell’esperimento è emerso un dato a dir poco sorprendente: Lovis ha molte più probabilità di ricevere una risposta positiva da uno dei tanti locatori tedeschi rispetto all’arabo Ismail Hamed, nonostante quest’ultimo possegga un lavoro stabile e abbia scritto l’email con precisione e accuratezza. Ciò che sembra giocare a favore di Lovis è la nazionalità tedesca. Ismail, che ha un “passato migratorio” alle spalle, come si evince dal suo nome, viene così penalizzato a favore del primo.
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I risultati dello studio
Delle 20.000 email inviate, soltanto 8.000 hanno ricevuto risposta. Il dato sconcertante però è un altro: lo studio ha infatti rivelato quanto peso abbia ancora l’origine geografica per i proprietari di casa nella scelta dei futuri affittuari. I più discriminati sono i turchi, nonostante rappresentino uno dei più grandi gruppi etnici presenti sul territorio tedesco, seguiti da arabi, polacchi e italiani.
Non solo la nazionalità ma anche il sesso gioca un ruolo di primaria importanza nella scelta degli affittuari. Gli uomini vengono discriminati in percentuale maggiore rispetto alle donne. Il dato interessante è che in realtà la discrepanza di genere risulta evidente nei casi dei candidati di origine turca e araba ed è di fatto inesistente per italiani e polacchi, un elemento che dovrebbe farci riflettere su quanti pregiudizi popolino l’immaginario occidentale e su quanto violenti e aggressivi vengano ancora percepiti gli uomini di religione musulmana. Le richieste sono state inviate in dieci città tedesche: Berlino, Dresda, Dortmund, Francoforte, Amburgo, Colonia, Lipsia, Magdeburgo, Monaco e Norimberga. Nelle città del sud della Germania i casi di razzismo sono molto più frequenti: 46% a Monaco, 31% a Francoforte, 18% a Lipsia e 17% a Magdeburgo. Il grado di discriminazione risulta dunque essere direttamente proporzionale al costo degli affitti.
Nonostante in Germania, come del resto in molti Paesi europei, viga una legge generale sulla parità di trattamento, casi di discriminazione in base all’origine geografica sono ancora numerosi, soprattutto sul mercato immobiliare. Resta da chiedersi se candidati di nazionalità olandese o belga, francese o inglese avrebbero ricevuto lo stesso trattamento. Senza ombra di dubbio lo studio pone l’attenzione su una questione molto spinosa, relativa non solo alla recente proliferazione di ideologie xenofobe in molti Paesi del mondo, ma anche all’opinione poco lusinghiera che i tedeschi hanno di alcuni popoli, come quello italiano.
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Immagine di copertina: © Tnello CC BY-SA 2.0