Es Geht Um Luis, il (bel) film tedesco dell’italiana Lucia Chiarla su bullismo e “normalità”
Vincitore del Premio Sorriso alla Festa del Cinema di Roma, Es geht um Luis è nei cinema tedeschi dallo scorso 23 gennaio
La scena d’apertura di Es geht um Luis di Lucia Chiarla è un piccolo saggio di tensione e sottotesto sociale. Un ragazzino sale nel taxi guidato dal padre di Luis e, in pochi secondi, emergono questioni profonde: la crudeltà infantile, il peso delle convenzioni sociali e l’assenza degli adulti. La madre del bambino, pur presente, è distratta dal cellulare. L’interazione tra il bambino e il papà di Luis è carica di non detti e svela, con sorprendente immediatezza, il cuore tematico del film: come si trasmettono e si perpetuano le dinamiche di esclusione.
Regia minimalista ma efficace
Il film, girato a Stoccarda e ambientato quasi interamente nell’abitacolo di un’auto, segue Jens (Max Riemelt) e Costanze (Natalia Rudziewicz), i genitori di Luis, che cercano di destreggiarsi tra lavoro, vita familiare e un figlio vittima di bullismo scolastico. Luis è il centro della narrazione, ma non lo vediamo mai: esiste solo attraverso la sua voce, le telefonate ai genitori e il riflesso delle loro preoccupazioni.
Un’assenza fisica che si fa presenza ingombrante, enfatizzando il senso di impotenza e frustrazione. L’ambientazione ridotta e il continuo movimento dell’auto rendono il film incredibilmente credibile, trasformando ogni fermata in una finestra sulla società contemporanea.
Il peso del fuori campo
La regia di Chiarla sfrutta al meglio il fuori campo, affidandosi all’ascolto per evocare tensione e dramma. Gli attori, su tutti Riemelt e Rudziewicz, sostengono il peso emotivo con una recitazione intensa ma trattenuta, contribuendo a dare autenticità alla vicenda. Il film, pur essendo un piccolo dramma familiare, si carica di significati più ampi, toccando temi come il conformismo, l’educazione e il ruolo genitoriale. La sua origine teatrale (deriva da The Little Pony di Paco Bezerra) è evidente nella concentrazione narrativa, ma la trasposizione cinematografica riesce a sfruttare al meglio i mezzi visivi e sonori del cinema.
Per tematiche, il film può ricordare Il ragazzo dai pantaloni rosa di Andrea Spezzacatena, uscito nel 2024, che affronta questioni simili di accettazione e bullismo. Tuttavia, la regia di Chiarla riesce a tenere saldo il punto di vista sui genitori, evitando di mostrare i bambini direttamente e lasciando che la loro presenza si manifesti solo attraverso voci e racconti.
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Su Lucia Chiarla
Lucia Chiarla, italiana trapiantata a Berlino, conferma con questo film la sua capacità di raccontare storie essenziali eppure potentemente attuali. Già in Reise nach Jerusalem aveva dimostrato una sensibilità particolare per i ritratti di individui schiacciati dalle dinamiche sociali. Il suo cinema non urla, non spinge sul melodramma, ma lascia che siano i silenzi, le assenze e gli sguardi a costruire la tensione.
Es geht um Luis racconta molto più di una vicenda familiare: è un’indagine sottile su come il mondo esterno si insinui nelle dinamiche private e su come le scelte più semplici – uno zainetto con un unicorno, una chiamata non risposta – possano diventare terreno di battaglia per questioni più grandi.
Dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, dove ha vinto il Premio Sorriso, il film è ora nei cinema tedeschi, e merita di essere visto.
Per sapere dove e quando proiettano Es geht um Luis (A proposito di Luis) a Berlino, si può cliccare qui.
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