#elezioniberlino: ecco cosa vuole la nuova destra di Alternative für Deutschland

«L’aspirapolvere a maggior risparmio energetico è la scopa»: così Beatrix von Storch, segretaria di Alternative für Deutschland (AfD) a Berlino, riassume il no del partito della destra radicale e liberista a continuare a finanziare la ricerca sulle fonti rinnovabili mediante un’imposta speciale inserita nella bolletta elettrica. Un affermazione populistica non inconsueta per il personaggio ed il suo partito, proferita al congresso cittadino svoltosi il 3 aprile al Maritim Hotel Tiergarten e ottimo spunto per cominciare a parlare di AfD: che programma ha e cosa vuole davvero il grande spauracchio della Germania e, di conseguenza, dell’Europa?

I no-euro tedeschi. AfD viene considerata la versione in salsa tedesca del francese Front National, del britannico Ukip e, in parte, anche della Lega di Matteo Salvini, partiti con cui condivide i sentimenti nazionalistici ed anti-immigrazione, ma soprattutto il populismo e l’avversione all’Europa e all’euro. Il partito nasce durante le elezioni del 2013 da una raffazzonata coalizione di dissidenti delle varie destre ultra-liberiste e di elementi conservatori; nonostante un programma poco strutturato, a quelle prime elezioni sfiora l’entrata in parlamento, ma il suo consenso viene rapidamente archiviato dai grandi partiti nazionali come il risultato di un marginale voto di protesta. Cinque anni dopo AfD è l’astro nascente della politica tedesca ed uno dei partiti più in forma, con un consenso fra il 14 ed il 16% a livello nazionale e capace di grandi affermazioni alle elezioni federali dello scorso marzo in Sachsen-Anhalt (24,2%), Rheinland-Pfalz (12,6%) e in Baden-Württemberg (15,1%).

AfD e Berlino: una bozza di programma. Almeno la multiculturale Berlino sarà rimasta immune alla fascinazione di AfD? A quanto pare no: a settembre, infatti, forte del suo 15% nei sondaggi, AfD può tentare la scalata alla capitale tedesca dandosi come obiettivo minimo quello di diventare primo partito d’opposizionequalcosa di inimmaginabile fino ad un anno fa per una metropoli considerata la più cosmopolita e tollerante fra le grandi città tedesche ed europee. Centrale diventa il programma, di cui oltre 300 militanti della destra hanno discusso a Tiergarten e che affronta i temi più caldi lasciati aperti dall’amministrazione cittadina: trasporti, casa e tasse. Fra le proposte vale la pena notare quella di mutui agevolati per l’acquisto della propria abitazione da parte degli stessi affittuari (come se servisse un’altra iniezione di soldi al mercato immobiliare tedesco): uno slogan attira-consensi che, non a caso, è stato approvato a furor di popolo dalla base. Sempre su questo registro populista e iperliberista il programma prevede: l’abolizione del canone radio-televisivo, la famigerata GEZ, tassa che von Storch ammette di non pagare da anni; il mantenimento in servizio dell’aereoporto di Tegel e la fine dei finanziamenti regionali a teatri, gallerie e musei, cari a SPD e Grünen, con lo slogan «niente più soldi per le sciccherie culturali della sinistra». 

Tasse e nazione. AfD è un partito con due anime: una liberale e liberista che origina fa dell’abbassamento delle tasse il suo vessillo; l’altra conservatrice e nazionalista per la salvaguardia dell’identità tedesca. Queste due anime erano chiaramente visibili al congresso con richiami al partito «contro gli esperimenti social», contro la legalizzazione delle droghe leggere, provvedimento ora in Senato e caro alla destra ultra-liberale, bocciato solo dopo lunghi dibattiti e per solo un voto di differenza.

Populismo xenofobo. La parte conservatrice di AfD, rappresentata a livello nazionale dall’attuale segretaria Frauke Petry e, a Berlino, da von Storch, è quella che preoccupa di più per il forte populismo retorico e le mescolanze con i movimenti radicali come NPD, il partito nazionalista, e Pegida, ovvero la lega dei Patrioti europei contro l’Islamizzazione dell’occidente, anche se, con grande opportunismo politico, i vertici berlinesi continuano ad evitare chiari riferimenti all’Islam per scongiurare l’esclusione del partito dalle elezioni secondo le norme anti-discriminazione sancite nella costituzione tedesca.

La nuova destra berlinese? La domanda, visto l’andamento dei sondaggi, è più che legittima. Il partito cresce in maniera trasversale cannibalizzando la CDU, ma anche SPD e Linke, il cui elettorato è tradizionalmente di sinistra, parlando alla pancia degli elettori e cavalcando gli errori  politici delle ultime amministrazioni, come l’incapacità di porre un freno alla gentrificazione: poco importa se proponendo ricette, come sostengono gli avversari, irrealistiche. Forse, dopo il 18 settembre potremo ancora bollare il voto ad AfD come un voto di protesta, ma continuare ad ignorare la sua esistenza e quella dei problemi alla base di questa disagio sociopolitico non aiuterà a spegnerla e nel frattempo la destra radicale, a Berlino, crescerà sempre di più.

#ItalianiPerBerlino è un progetto di Berlino Magazine e Simone Bonzano per informare la comunità italiana residente a Berlino sulla politica cittadina.

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Foto di copertina © CC0 Pixabay